Nel 1954 durante la costruzione della canonica del Duomo viene scoperto un criptoportico seminterrato, con ogni probabilità pertinente ad una domus (sito n. 3).
L’edificio, forse un ambulacro da sfruttare per le passeggiate nelle giornate più calde dell’anno, si compone di tre bracci a navata unica, disposti a "U", della lunghezza di m 29.5, quello centrale, e di m 27.3 quelli laterali. La galleria centrale è larga m 3.2, mentre quelle laterali sono di poco inferiori ai m 3; sono tutte coperte da una volta a botte in cementizio e presentano un pavimento originario in esagonette e mattonelle in cotto, sostituito nel tempo da una pavimentazione in tessellato bianco con fascia nera: purtroppo di questi pavimenti non si conosce la precisa ubicazione.
Le pareti sono cieche, decorate con intonaco chiaro e con una cornice modanata in stucco ed una sottile fascia rossa all’altezza dell’imposta della volta; l’illuminazione avviene attraverso 31 finestrelle a bocca di lupo aperte sul fianco della volta, lungo il lato interno, mentre l’accesso è garantito da una piccola scala, ora soltanto parzialmente conservata, terminante all’interno del braccio settentrionale. Completano il complesso ipogeo tre piccole stanze (A, B, C), aperte all’estremità del braccio lungo, due delle quali, A e B, di uguale forma e dimensione (m 4.00 x 3.80), probabilmente destinate ad attività di servizio (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è tratta da Rinaldi 2007, su gentile concessione della SAVeneto; la planimetria della domus è tratta da Basso, Bonetto, Ghedini 2001).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Purtroppo non è possibile stabilire in quale punto del criptoportico siano stati rinvenuti i due livelli di pavimentazione. Sembra comunque accertato che i motivi rivestissero uniformemente tutti e tre i bracci del complesso ipogeo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1954 – Ente responsabile: SA PD
Domus del criptoportico, tessellato bicromo (VI-05)
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Lacerto di tessellato monocromo bianco, probabilmente delimitato da una fascia di tessere nere. Il pavimento è stato rinvenuto ad una quota superiore rispetto a quello ad esagonette di cotto (m – 2.70).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.2 cm
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: assente Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.2 cm
Andreae, B. 1959, Archäologische Funde und Grabungen im Bereich der Soprintendenzen von Nord- und Mittelitalien 1949-1959, in Archeologische Anzeiger, p. 151.Basso, P./ Bonetto, J./ Ghedini, F. 2001, L’uso del sottosuolo nell’edilizia privata della Cisalpina romana, in Abitare in Cisalpina. L’edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana, Atti della XXXI settimana di studi aquileiesi (Aquileia, 23-26 maggio 2000), Trieste, p. 166.Donderer, M. 1986, in Die Chronologie der römischen Mosaiken in Venetien und Istrien bis zur Zeit der Antonine, Berlin, p. 184, n. 6.Forlati Tamaro, B. 1958, Il criptoportico di Vicenza, in Studi in onore di Federigo M. Mistrorigo, Vicenza, p. 48.Rigoni, M. 1987, La città romana: aspetti archeologici, in Storia di Vicenza, 1. Il territorio, la preistoria, l’età romana, Vicenza, p. 183.Rigoni, M. 1987, Vicenza, in Il Veneto nell’età romana, II. Note di urbanistica e di archeologia del territorio, Verona, p. 127.Rinaldi, F. 2007, in Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec.a.C. – VI sec.d.C.), Roma, tav. XCV, 3.Tosi, G. 1975, Osservazioni sul criptoportico di Vicenza, in Venetia. Studi miscellanei di archeologia delle Venezie, Padova, pp. 143-156.