In occasione di scavi effettuati negli anni 1704-1706 nella Vigna dei Padri Gesuiti (poi del Collegio Germanico come viene indicata nella pianta del Nolli), tra la vecchia piazza e via della Navicella “fino al di là di S. Stefano Rotondo”, in una proprietà passata alle Suore della Piccola Compagnia di Maria (Colini 1944, p. 237), venne scoperto un nutrito gruppo di pitture e mosaici riprodotti in disegni del Bartoli corredate da ampie illustrazioni del Bellori, ma anche in riproduzioni del Piccini (LANCIANI, in BCom 1895, p. 265; ASHBY 1914; BLAKE 1940, p. 119). Purtroppo il contesto topografico non venne allora documentato e non resta alcuna indicazione nella documentazione d’archivio. Dall’analisi del Colini è stato possibile distinguere diversi monumenti ai quali sarebbero ascrivibili i rivestimenti: tra questi è di particolare interesse un sepolcro a pianta quadrangolare in laterizio, con copertura a botte ed articolazione parietale con arcosoli e nicchie riprodotto nel codice di pitture antiche Eton I (f. 24) (ASHBY 1914, tav. I), codice che conservava indicata la provenienza del monumento, nonché le dimensioni (4.45 x 4.00 m; alt. 6.70 m) e l’indicazione, con la lettera A maiuscola, di un pozzetto antistante alla facciata con legenda “pozzo per fare i bagni” evidentemente funzionale alle cerimonie rituali ed alla manutenzione del sepolcro. Secondo il resoconto dell’Ashby la tomba doveva trovarsi presso l’estremità SO della Vigna: “This gate wolud naturally have been situated at the top of the descent, so that the tomb would have been on the slope” (ASHBY 1914, p. 10). L’edificio presentava affreschi parietali, con putti e figure alate sorreggenti ghirlande, noti da disegni realizzati all’epoca della scoperta, tra i quali sembra possano essere annoverati anche quelli riprodotti nei Codici Corsini (Cors. 61-69), che recavano però una indicazione di provenienza, avvenuta nell’anno 1706, “tra li castri pellegrini, e le Piscine Pubbliche oggi appresso il Sig. Conte L.F. General Marsigli” e che quindi solo in via di ipotesi sono stati ritenuti pertinenti alla stessa tomba (ASHBY 1914, p. 10; COLINI 1944, p. 238). Il mosaico pavimentale del colombario, riprodotto in un disegno edito dall’Ashby nella tav. I, era costituito da un tappeto figurato con rappresentazione di un Centauro. La tipologia del sepolcro e la decorazione dipinta farebbero ipotizzare un inquadramento cronologico nella seconda metà del II secolo d.C. Manca la documentazione fotografica del monumento e della sua decorazione.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (2° q) al secolo II d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Cella sepolcrale in opera laterizia, coperta da una volta a botte e predisposta per il rito misto: nella parete di fondo si aprono due nicchie per un’olla ciascuna e un arcosolio sottostante. Nella parete a destra dell’accesso si vede solo un arcosolio, mentre non resta traccia di edicole o di nicchie per incinerazioni. Nel disegno è possibile riconoscere ancora la ricca decorazione dell’ambiente: il pavimento era costituito da un mosaico con al centro un medaglione con un centauro barbato, in movimento verso sinistra. La volta era scandita da rettangoli dalle cornici geometriche e vegetali, forse simulanti un soffitto a cassettoni. La decorazione delle pareti era di tipo vegetale e figurato: su quella di fondo campeggiava una figura femminile stante su una doppia voluta floreale che inquadrava l’arcosolio.
Lunghezza: 4.45 m – Larghezza: 4.00 m
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1704
Regio II, Vigna del Collegio Germanico, tessellato figurato
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: non documentato
Composizione centrata, fitomorfa, in un quadrato ed attorno ad un cerchio. Al centro è un Centauro in corsa, volto verso sinistra. Gli spazi di risulta erano campiti da uccelli (sui lati lunghi) e da una cerva accovacciata (sui lati corti). Non si conosce la cromia del pavimento che è documentato esclusivamente da un disegno del codice Eton (COLINI 1955, p. 237, fig. 195).
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Lunghezza: 1.40 m – Larghezza: 1.34 m Identificazione della Decorazione: geometrico-vegetalizzata e figurata Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: non documentato cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 361 b – composizione centrata fitomorfa, in un quadrato ed attorno ad un ottagono a lati concavi posto sulle diagonali, di 4 fusi posti secondo le diagonali e 4 coppie di girali doppi a S sulle mediane
Ashby, T. 1914, Drawings of Ancient paintings in English Collections, in Papers of the British School at Rome, Londra, pp. 9-10.Blake, M.E. 1930, The Pavements of the Roman Buildings of the Republic and Early Empire, in Memoirs of the American Academy in Rome, Roma, pp. 119-120.Colini, A.M. 1944, Storia e topografia del Celio nell’antichità, in Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Memorie, Roma, p. 237, fig. 195.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Taccalite, Francesca, Regio II, Vigna del Collegio Germanico, tessellato figurato, in TESS – scheda 3549 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3549), 2008