Lo scavo, non visibile e non visitabile, si trova nei Quartieri Sud della città antica, 35 m circa ad est del primo cardine a oriente del cardine massimo e 160 m circa a sud del secondo decumano a meridione del decumano massimo, a sud della basilica teodoriana e sotto horrea di età tardo antica; nella città moderna l’area è ubicata 20 m circa a sud della Basilica Patriarcale, 35 m circa ad est di via Vescovo Teodoro. La domus, conosciuta come Casa del Patriarcato, non è stata messa completamente in luce e presenta diverse fasi edilizie. Si puntualizza che gli scavi a sud della basilica teodoriana hanno restituito numerosi resti pertinenti a strutture di carattere abitativo, ma il cattivo stato di preservazione ha impedito agli studiosi una precisa identificazione di quanto venuto in luce e non è nemmeno accertato se quanto scavato appartenga alla medesima domus o meno; in questa sede i resti saranno considerati, con il beneficio del dubbio, parte del medesimo edificio. A quote diverse si sono rinvenute diverse strutture: alla fase più antica, attribuita da Donderer 1986 al periodo tra la tarda repubblica e l’età augustea, appartengono due gruppi di ambienti. Al gruppo di ambienti più a sud appartengono due ambienti adiacenti, uno pavimentato a commessi laterizi disposti a spina di pesce, da identificare forse con un cortile (vano 1), l’altro, sontuosamente ornato da un mosaico, con funzioni di rappresentanza (vano 2), e più ad ovest un terzo vano (3) con un cementizio ornato da tessere. Del gruppo più a nord, costituito da più ambienti i cui rapporti non sono chiari, fa parte un secondo ambiente abbellito da un cementizio con inserti (vano 7). Ad una profondità minore sono venuti in luce altre strutture attribuite ad una seconda fase edlizia collocabile tra il I e il II sec.d.C., tra cui un ambiente con pavimento musivo bicromo (vano 11) sopra la porzione settentrionale del vano 2, e due ambienti pavimentati in cubetti di cotto (vani 6 e 12) situati rispettivamente nel settore nord dello scavo e sopra la porzione meridionale del vano 2. Non si hanno notizie precise riguardo al ritrovamento di un altro mosaico, datato tentativamente da Donderer 1986 alla prima età imperiale (vano X). Durante gli scavi sono venuti in luce numerose murature, alcune delle quali preservavano tracce di affresco, che testimoniano la presenza di altri vani. La pianta presentata è tratta da Novello, c.s.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Casa del Patriarcato, vano 7, cementizio con tessere e scaglie Il pavimento in cementizio, attualmente distrutto, era decorato da un punteggiato irregolare di ciottoli, tessere e scaglie di calcare e di marmo. Si notavano alcuni restauri antichi realizzati con tessere di terracotta.
Casa del Patriarcato, vano X, tessellato con emblema E’ stato rinvenuto un frammento che a giudizio degli scopritori per la sua raffinatezza potrebbe essere appartenuto ad un "emblema". Non sono documentate altre informazioni.
Vano 2. Dell’ambiente sono venuti in luce lacerti dei muri in laterizi e parte del pavimento musivo, parzialmente distrutto da un muro di mattoni est-ovest spesso 0.40 m. La decorazione del mosaico suggerisce una datazione tra la fine del I sec.a.C. e l’inizio del I sec.d.C.
Lunghezza: 6.30 m – Larghezza: m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1929 – Ente responsabile: SA TS
Casa del Patriarcato, vano 2, tess. con cubi e nido d’ape con stelle
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Il pavimento (attualmente si preservano 7.17 x 2.06 m), è un tessellato policromo bordato da fasce bianche e nere alternate, e scandito in tre unità decorative, di cui quella centrale con funzione di fascia divisoria. Quest’ultima è decorata con un meandro di svastiche e quadrati, mentre il campo bianco delle due restanti unità racchiude un pannello ornato rispettivamente da una composizione triassiale di cubi adiacenti e da una composizione triassiale di stelle di sei punte tangenti, formanti losanghe, con le stelle iscritte negli esagoni di un nido d’ape delineato; le stelle sono caricate da un esagono iscritto nero ornato da un fiore di sei petali bianco. Il pavimento è parzialmente distrutto da un muro tardo. Immagine del rivestimento tratta da Donderer 1986.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Misure Lunghezza: 6.30 m;
Unità decorative
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: centralizzata a emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
Il pavimento, bordato da fasce bianche e nere alternate, è scandito in tre unità decorative. Quella maggiore presenta il campo bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, che racchiude un pannello rettangolare. Quest’ultimo è decorato da una composizione triassiale di cubi adiacenti (le facce dei cubi nere, bianche e grigio-verdi). ed è bordato da duna linea bianca seguita da una fascia nera, una coppia di sinusoidi allacciate policrome su fondo nero, disegnate da un tondino, una fascia nera, due linee rosa. La datazione è controversa: Donderer 1986 ascrive il mosaico al periodo tra la tarda repubblica e l’età augustea, Brusin 1930 e Boehringen 1929 ad epoca augustea e Brusin 1934 alla prima età imperiale.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.0 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 212a – composizione triassiale di cubi adiacenti
0.14 ca. (lato cubo)
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Referenza fotografica: foto di T. Clementi.
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: centralizzata a emblema/pseudoemblema Cromia: bicromo
L’unità minore presenta il campo bianco, le tessere a ordito di filari paralleli e obliqui, che racchiude un pannello rettangolare. Quest’ultimo è incorniciato da una linea bianca e tre linee rosse, ed è campito da una composizione triassiale di stelle di sei punte nere tangenti, formanti losanghe bianche, con le stelle iscritte negli esagoni di un nido d’ape delineato; le stelle sono caricate da un esagono iscritto nero ornato da un fiore di sei petali bianco. La datazione è controversa: Donderer 1986 ascrive il mosaico al periodo tra la tarda repubblica e l’età augustea, Brusin 1930 e Boehringen 1929 ad epoca augustea e Brusin 1934 alla prima età imperiale.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.0 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 210e – composizione triassiale di stelle a sei punte tangenti formanti losanghe, con le stelle iscritte negli esagoni di un nido d’ape delineato
0.30 (lato esagono)
fiore di sei foglie
DM 210e – composizione triassiale di stelle a sei punte tangenti formanti losanghe, con le stelle iscritte negli esagoni di un nido d’ape delineato
esagono
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Referenza fotografica: da Donderer 1986.
Parte dell’ambiente: fascia partizionale Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
La fascia partizionale è decorata da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati nero su fondo bianco, i quadrati caricati da un quadrato nero, ed è delimitata da una linea bianca e una fascia nera. La datazione è controversa: Donderer 1986 ascrive il mosaico al periodo tra la tarda repubblica e l’età augustea, Brusin 1930 e Boehringen 1929 ad epoca augustea e Brusin 1934 alla prima età imperiale.
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: museo/antiquarium (Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, magazzini, a terra) Restauri moderni: Il mosaico è stato strappato e consolidato su una base cementizia.
Bertacchi, L. 2003, in Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine, p. 49, n. 130, tavv. 39-40.Brusin, G. 1930, Relazione sull’attività svolta dall’Associazione nazionale per Aquileia durante il suo primo anno di vita, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, c. 45, fig.14.Brusin, G. 1934, in Gli scavi di Aquileia. Un quadriennio di attività dell’Associazione Nazionale per Aquileia: 1929-1932, Udine, p. 175, figg. 102-103.Donderer, M. 1981, Cultura Aquileiese in mosaici geometrici romani dell’Occidente, in Aquileia e l’Occidente. Atti della XI settimana di studi aquileiesi (Aquileia 24-30 aprile 1980), Udine, p. 236.Donderer, M. 1986, in Die Chronologie der römischen Mosaiken in Venetien und Istrien bis zur Zeit der Antonine, Berlin, p. 36, Aquileia 49, tav. 12.6.Wellner, I. 1969, in The Hercules Villa in Aquincum, p. 257.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatiana, Casa del Patriarcato, vano 2, tess. con cubi e nido d’ape con stelle, in TESS – scheda 3693 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3693), 2007