Nel comune di Falerone, l’antica Falerio Picenus, colonia augustea, che ebbe una notevole monumentalizzazione in epoca antonina, fu riportato alla luce un grande edificio, molto probabilmente una domus, articolata in numerosi ambienti, tutti pavimentati a mosaico, fuorchè i vani 9, 12 e 13. La casa era dotata di un impianto termale, che si sviluppava nei vani 2-7. Gli scavi, promossi da Pio VI, iniziarono nel 1777 e furono documentati dal notaio Barnaba Agabiti, incaricato di sorvegliare i lavori, in un taccuino ora conservato nella Biblioteca Comunale di Fermo. Il diario di scavo settecentesco costituisce una fonte preziosissima per comprendere l’assetto archeologico dell’intera area archeologica i cui resti antichi vennero completamente distrutti immediatamente dopo la conclusione dello scavo pontificio per lasciare posto a nuove costruzioni. L’Agabiti annotò, fra l’altro, la pianta della domus e diede conto delle decorazioni musive in sommarie didascalie.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
domus, Amb.10, mosaico geometrico-figurato L’ambiente 10 ha restituito una pavimentazione in tessellato a decoraione geometrico-figurata, in cui quattro lunette semicircolari inquadrano uno spazio centrale occupato da un tondo decorato con un tritone marino. Le quattro lunette presentano decorazioni figurate con animali e piccoli vasi. La pavimentazione non è più visibile; unica eccezione la lunetta, oggi conservata presso il Museo di Falerone, decorata con una gazza su di un ramoscello fiorito. L’analisi stilistica del lacerto conservato spinge ad ancorare il mosaico ad una tradizione decorativa di prima metà II secolo d.C.
Domus, Amb.11, ottagoni con decorazione figurata Non è noto un chiaro rilievo relativo alla pavimentazione in tessellato rintracciata all’interno del vano 11. Il mosaico doveva prevedere 5 riquadri, di forma ottagonale, con decorazione figurata. Tra le figure rappresentate si citano, nella documentazione di fine settecento, un leone, una tigre, un centauro, una capra e un leopardo. Non è possibile comprendere, per la scarsità delle informazioni a disposizione, le caratteristiche e le modalità con le quali i motivi figurati si inserivano all’interno del tappeto musivo. Il pannello decorato con la raffigurazione della tigre è attualmente conservato presso i Musei Vaticani.
Ambiente 15: non sono note informazioni circa le caratteristiche e la funzione del vano, sommariamente descritto nella documentazione redatta sul finire del 1700. Nel rilievo del complesso residenziale il vano occupa uno spazio quadrangolare e sembra inserirsi all’interno di un settore della domus contraddistinto da pavimentazioni in tessellato a decorazione geometrico-figurata.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: fine XVIII secolo
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: centralizzata a emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
L’ambiente ha restituito la pavimentazione in mosaico, con decorazione geometrica e figurata, di cui allo stato attuale si conserva solo un sommario rilievo, effettuato al momento del rinvenimento, corredato di una didascalia in cui viene descritto l’intero apparato ornamentale. La decorazione prevede un quadrato centrale, decorato con un gallo, e settori trapezoidali laterlai contraddistinti da una decorazione con racemi di vite sorgenti da kantharoi centrali. Nella didascalia il piano pavimentale, di cui si sottolinea all’accurata messa in opera, viene descritto come policromo.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica? Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Barsanti, C. 1997, Un mosaico dagli scavi setteccenteschi di Falerone (Ascoli Piceno), in Atti del IV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Palermo, 9-13 dicembre 1996), Ravenna, pp. 869-873, figg. 1-2-3-4-5.Bovincini, P. 1995, Schizzi inediti degli scavi di Falerio Picenus eseguiti nel 1977 dal notaio faleronense Barnaba Agabiti, in Scritti su Falerone Romana, Tivoli, pp. 136-137, figg. 13-14.De Marinis G./ Paci, G. 2000, in Beni Archeologici. Atlante dei Beni Culturali dei territori di Ascoli Piceno e di Fermo, Ascoli Piceno, p. 177, fig.179.