Domus situata in un’area posta nelle immediate vicinanze del Foro e rinvenuta in modo del tutto casuale nel 1980, durante lavori di edilizia pubblica. Essa rappresenta uno dei pochi edifici privati antichi scoperti a Terracina. I primi lavori di scavo permisero di individuare la metà di un peristilio, riconoscibile grazie a tre corridoi porticati, che circondavano una corte a cielo aperto, dotata di una vasca rivestita di marmi policromi. Inoltre, emersero degli avanzi murari in opera reticolata, un paio di colonne laterizie, atte a sorreggere la copertura, e le soglie di due ambienti (II e III), che si affacciavano sull’ambulacro sud-occidentale. I tre bracci del peristilio erano rivestiti da altrettanti pavimenti mosaicati, dei quali due presentavano una decorazione di tipo vegetale-figurato e geometrico-figurato, e uno di tipo geometrico, a "nido d’ape". Essi sono stati datati al II secolo d.C. dalla Morricone Matini, che si basò unicamente su dati stilistici. Nel 2003, nuove ricognizioni hanno permesso di appurare meglio la visione delle murature degli ambienti II e III, che testimoniano, in base alle decorazioni parietali, almeno due fasi pittoriche. Da notare che le murature dei vani del lato ovest hanno un andamento obliquo, molto probabilmente a causa di un tracciato viario preesistente all’abitazione, all’andamento del quale essa si adattò.
Mosaico con Amorini vendemmianti Pavimento mosaicato a decorazione vegetale e figurata, che rappresenta, entro un lussureggiante intreccio di tralci di vite, nascenti da un kantharos, due Amorini alati vendemmianti.
Cassieri, N. 2005, Terracina. Mosaici romani nel centro storico., in Atti del X Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Lecce, 18-21 febbraio 2004), Tivoli, pp. 759-760-762-763-764, figg. 1-4-5.