Lo scavo, non visibile e non visitabile, si trova nei Quartieri Nord della città antica, 55 m circa ad est del primo cardine a oriente del cardine massimoe 35 m circa a sud del quarto decumano a nord del decumano massimo; nella città moderna l’area è ubicata in località Monastero, a sud di via delle Vigne Vecchie, ad est di Leicht e a nord di via Bolivia, nel fondo Moro-Cassis, p.c. 427/20. La fase più antica dell’edificio (fase 1 A; Medri 2000), esplorato solo in parte, è collocabile tra la fine del II sec.a.C. e il I sec.a.C. ed è rappresentata dal vano 3 (a) del quale è stato messo in luce il settore settentrionale: si sono rinvenuti parte del pavimento in cocciopesto decorato da tessere, e parte del muro nord, il cui elevato, scarsamente conservato, risulta formato da filari in blocchi squadrati di arenaria legati da malta che si impostano su una fondazione anch’essa in arenaria. Si è ipotizzato che questo muro costituisse il limite tra due differenti domus adiacenti, poste una a nord (c.d. Casa dei Tre Cortili) e una a sud (c.d. Casa Repubblicana). Ad una fase databile tra il I sec.a.C. e il I sec.d.C. (fase 1 B) appartiene un muro che si estende 0.70 m più a sud del precedente, cosicché tra i due si trova uno spazio piuttosto stretto (probabilmente un’intercapedine), mentre il pavimento in cocciopesto appare sostituito da una superficie musiva, corrispondente al vano 3(b), per realizzare la quale il pavimento più antico è stato tagliato e in parte asportato. La successiva fase del complesso, non determinabile con precisione dal punto di vista cronologico, ma forse coeva alla ricostruzione dell’adiacente c.d. Casa dei Tre Cortili (fine del I / inizio del II sec.d.C.), vede la realizzazione di una domus dalla pianta piuttosto articolata, che ha visto, per lo meno nel III sec.d.C. almeno un’altra fase di ristrutturazione. Lo spazio 1, interpretato ipoteticamente come cortile, potrebbe aver svolto la funzione di pozzo di luce e aver dato accesso a ovest all’ambiente 5, pavimentato in mosaico e da identificare quale vano di rappresentanza. A nord di esso si trovano il vano 4, anch’esso con pavimento musivo (ascrivibile al III sec.d.C.), e il già citato vano 3(b), mentre sul lato opposto del cortile 1 è stato identificato un altro ambiente di rappresentanza (vano 2), forse un triclinio (considerata la decorazione musiva pavimentale). Nel settore orientale della domus sono stati scavati altri ambienti, di cui un gruppo con pavimento in cocciopesto (vani 10, 11, 6, 8), e un vano con pavimento in cotto (vano 7. Nella pianta redatta negli anni ’60 (pubblicata da Medri 2000, tav.1), il vano 3(b) viene associato ad un pavimento in laterizi: è possibile che tale ristrutturazione sia da collocarsi in epoca tarda. Anche il vano P, a nord-est dell’edificio potrebbe aver avuto un rivestimento in cubetti di cotto, in quanto Bertacchi 1964 riporta che sono stati rinvenuti tre ambienti ornati da commessi laterizi. La studiosa nella stessa sede cita anche la scoperta di tre stanze pavimentate a "a piastrelle marmoree": potrebbe trattarsi dei vani M, N, O, venuti alla luce nel settore meridionale dello scavo, ma si tratta solamente di ipotesi. La pianta presentata è tratta da Bertacchi 2003, tav.11. Altre piante sono conservate nell’Archivio della Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (tubo 8).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Casa Repubblicana, vano 3(a),f.Moro, p.c.427/20, cementizio a meandro Del pavimento è venuto in luce solamente un tratto realizzato in cocciopesto decorato da tessere: una fascia ornata da un punteggiato irregolare di tessere bianche e nere seguita da una fascia abbellita da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati disegnato da tessere bianche. Potrebbe trattarsi del pavimento citato in Bertacchi 1998, ma non è certo.
Casa Repubblicana, vano 5, f. Moro, p.c. 427/20, tess. con girali (?) Pavimento in tessellato di cui si ignora la sorte. In una pianta conservata presso l’Archivio della Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia si trova l’annotazione "mosaico molto rovinato girali": potrebbe quindi trattarsi del vano che Bertacchi 1964 ricorda per la "bella soglia a girali policromi".
Vano 4. Dell’ambiente è venuta in luce parte del pavimento musivo.
Lunghezza: 5.67 m – Larghezza: 5.00 m
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: 1961-1963 – Ente responsabile: SA TS
Casa Repubblicana, vano 4, f Moro, p.c. 427/20, tessellato con corona
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: policromo
Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è circondato da una fascia bianca, una fascia ornata da una fila di ottagoni irregolari intersecantisi per i lati minori e una fascia con un velario policromo. Il campo è decorato da un cerchio disegnato da un cordone con bordi diritti intorno al quale è avvolto un nastro e all’interno del quale si trova una composizione in corona, disegnata da una treccia a due capi, di una sinusoide sottesa determinante un ottagono o un esagono centrale a lati concavi e che fa apparire squame e ogive convesse. Negli angoli tra il bordo e il cerchio disegnato dal cordone si trovano quattro 4 cespi d’acanto da cui si sviluppano ampie volute. In una delle squame superstiti sembra di poter riconoscere parte di un pesce.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: non determinata
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 317a – composizione in corona, in un cerchio, di una sinusoide sottesa, determinante un ottagono centrale a lati concavi e che fa apparire otto squame e otto ogive convesse
figurati
DM 6b – cordone con bordi diritti
DM 292a – cerchio inscritto in un quadrato
vegetali
DM 64e – racemo di acanto
Decorazioni vegetali
Motivo
Modulo
cespo di acanto da cui si dipartono racemi
Decorazioni figurate
Tema
Soggetto
Altre componenti
Pesci
Referenza fotografica: Archivio MAN Aquileia, neg. 4796/69 (immagine su concessione del MiBACT – Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, con divieto di ulteriore riproduzione senza preventiva autorizzazione).
Bueno, M./ Clementi, T./ Novello, M. 2009, Per un corpus dei mosaici di Aquileia: un gruppo di tessellati inediti dal quartiere a nord-est del foro, in Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Spoleto, 7-9 febbraio 2008), Tivoli, pp. 300-301, fig. 9.Medri, M. 2000, Scavo di due insulae dei Quartieri Nord di Aquileia. Campagne 1995-2000. Rapporto preliminare, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, tav. 1.