L’edificio venne scoperto nel 1874 durante gli scavi eseguiti a cura del Comune e condotti dall’ingegnere de Portis, in piazza Paolo Diacono presso il sarcofago di Gisulfo appena messo in luce. Si rilevarono delle strutture di età romana probabilmente pertinenti ad una domus: i due muri A e B andavano a delimitare quello che secondo lo Stucchi era un cortile porticato sorretto da pilastri, di cui vennero trovati alcune basi rettangolari (58 cm di lato). Intorno a questo spazio gravitavano alcuni ambienti dalle funzioni incerte. Le notizie di scavo riportano che gli ambiente 2, 4 e 5 presentavano pareti dipinte, mentre della pavimentazione rimaneva solo la preparazione di malta. L’ambiente 3 costituiva forse la latrina, come fece pensare l’esistenza di un canaletto di scolo che termina in una vasca ellittica situata nel vano 6. Questo presentava un pavimento a cubetti di cotto, rialzato di circa 25 cm rispetto ai piani pavimentali degli altri vani, probabilmente per esito di un rifacimento della pavimentazione originaria: al di sotto di questa si rinvennero infatti materiali di demolizione. L’ambiente 8 era pavimentato in opus spicatum, un lacerto del quale si trova attualmente al Museo Archeologico Nazionale di Cividale. A est del fabbricato venne messa in luce un’abside pentagonale all’esterno e semicircolare all’interno, con un diametro di circa 5 m. Nella parete orientale dell’abside è ricavata una nicchia, mentre il muro C, con orientamento nord-sud, termina con un pilastro. Non è chiara la funzione di questa struttura, che de Portis indica trovarsi alla stessa profondità dei vani precedentemente descritti. Nell’area interessata dall’ambiente 7, Ruggero Della Torre scopri nel 1915 un tratto di pavimento formato da quattro lastre di pietra piacentina; a poca distanza, nel 1914, era emerso un piano pavimentale in opus spicatum: in entrambi i casi la profondità era analoga a quella delle strutture romane precedentemente scoperte, di cui si può ipotizzare facessero parte. Nel 1948, sempre alla profondità di 2.20 m, venne scoperto un pavimento in cubetti di cotto, posto all’angolo della Cassa di Risparmio. Non vengono avanzate proposte di datazione.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
L’ambiente 6 era localizzato nel settore nord-orientale dell’edificio e si contraddistigue per la presenza di una vasca ellittica nella quale terminava il canale di scolo proveniente dal vano 3. L’ambiente presentava un piano pavimentale realizzato in cubetti di cotto, di cui non rimane documentazione, rialzato di circa 25 cm rispetto ai piani pavimentali degli altri vani, probabilmente per esito di un rifacimento della pavimentazione originaria: al di sotto di questa si rinvennero infatti materiali di demolizione (frammenti di mattoni e tegole, frammenti di ferro, qualche moneta, frammenti di ceramica e di vetro).
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: 1874
Pavimento in cubetti di cotto della domus di piazza P. Diacono di Cividale
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria? Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Rivestimento pavimentale a commessi laterizi con cubetti. Non viene avanzata alcuna proposta di datazione.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: assente Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))
Stucchi, A. 1951, in Forum Iulii (Cividale del Friuli): Regio X, Venetia et Histria, Roma, p. 72.Tagliaferri, A. 1986, in Coloni e legionari romani nel Friuli celtico. Una ricerca per la storia. Volume primo. Testi, Pordenone, p. 370, C 32.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Brugnolo, Gaia, Pavimento in cubetti di cotto della domus di piazza P. Diacono di Cividale, in TESS – scheda 4479 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4479), 2007