scheda

Episcopio post-teodoriano, quadriportico, pavimento in cotto
Aquileia ( UD )


L’Episcopio post-teodoriano, il cui scavo non è visibile o visitabile, si trova al margine settentrionale di piazza Capitolo. Vi si accedeva da sud tramite un quadriportico che cingeva uno spazio scoperto di 30.50 x 17.20 m, realizzato sulle rovine di una precedente domus romana e che fungeva anche da ingresso alla basilica. A nord del quadriportico, tramite due porte, si entrava in un’ampia sala (5.70 x oltre 12.5 m) pavimentata in cocciopesto. Quest’ultima era collegata ad un altro ambiente (N), situato a nord, da altri due accessi (quello ad ovest è stato distrutto da una calcara). Questo ambiente era abbellito da un tessellato. Immediatamente a nord di questo gruppo di ambienti, ne sono stati scoperti altri nel 1956, ma non sono stati messi in pianta perché ricoperti dal moderno complesso parrocchiale: di essi solo uno sembra stilisticamente databile in epoca post-teodoriana (vano J). Il complesso è stato distrutto da un incendio durante l’invasione attilana nel 451 d.C. e in base alle monete rinvenute sotto il pavimento del quadriportico, Bertacchi 1972 attribuisce la sua costruzione al 360 d.C. e una fase di restauro all’inizio del secolo seguente, dopo l’invasione di Alarico. La pianta presentata è tratta da Bertacchi 1980, tav. XII.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (3° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Episcopio post-teodoriano, vano J, p.c. 609/1, tessellato con squame
Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato bordato da un’ampia fascia bianca seguita da tre linee scure (forse una nera e due rosse), una fascia bianca e due linee scure; il campo è decorato da una composizione ortogonale di squame adiacenti, disegnata da una linea dentata, le squame caricate da una nappa. Dal momento che l’unica documentazione sono immagini in bianco e nero, non è possibie stabilire con esattezza la cromia.

Episcopio post-teodoriano, vano N, tessellato con dodecagoni
Il pavimento è un tessellato policromo di cui sono venuti in luce pochi frammenti. Il campo è decorato da una composizione ad alveare di quadrati e di triangoli equilateri adiacenti (con effetto di dodecagoni intersecantisi), disegnata da trecce a due capi. I quadrati sembrano caricati da motivi figurati. Il bordo consta di un’ampia fascia bianca seguita da una treccia a due capi policroma su fondo scuro.Si notano restauri antichi.

Dell’ambiente rettangolare (39 m NS e 33.50 m EW) è venuta in luce parte della pavimentazione in cubetti di cotto. E’ stato scavato tutto il braccio settentrionale, con sei basamenti destinati a reggere le colonne (diam delle colonne circa 60 cm) e parte dei restanti. Il braccio meridionale è un poco più stretto perché utilizza come muro di fondo un precedente muro romano, mentre quello orientale, davanti alla basilica, è molto ampio (10.70 m); inoltre su questo lato le colonne dovevano essere sei (come a N e S), contro le dieci del lato opposto. Una cunetta in pietra davanti al portico assicurava lo scolo delle acque. Il lato davanti all’Episcopio era illuminato da uno splendido lampadario figurato rinvenuto nello scavo che misura più di cm 70 di diametro. In una fase successiva, sopra a parte del braccio orientale del quadriportico (+30-40 cm) è stato realizzato l’atrio della basilica post-attilana. Tra il pavimento del vano pavimentato in occciopesto e la soglia più a occidente delle due di accesso al portico sono state rinvenute nove monete d’oro, nascoste al momento dell’invasione Attilana.

Lunghezza: 39; 33 m – Larghezza: 5; 10 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (3° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1912; 1971 – Ente responsabile: SA TS

Episcopio post-teodoriano, quadriportico, pavimento in cotto

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Il pavimento è realizzato in cubetti di cotto. Si notano restauri antichi.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (3° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure
Lunghezza: 39.0 m; Larghezza: 5.0 m;

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli

 
 

Referenza fotografica: Archivio MAN Aquileia, neg. 5007/170 (immagine su concessione del MiBACT – Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, con divieto di ulteriore riproduzione senza preventiva autorizzazione).
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ

Restauri antichi: I restauri, in cubetti di cotto, sono abbastanza ampi. I cubetti sono più grandi degli originali, il loro colore meno omogeneo e la tessitura è irregolare.

Bertacchi, L. 1972, La Basilica postteodoriana di Aquileia, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, cc. 72-74, 78, fig. 9.

DATA SCHEDA: 2007 | AUTORE: Clementi, Tatiana | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatiana, Episcopio post-teodoriano, quadriportico, pavimento in cotto, in TESS – scheda 4626 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4626), 2007

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4626


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