Il complesso post-attilano, eretto sopra l’aula sud di epoca teodoriana (ne sono venuti in luce i resti nell’attuale presbiterio), è stato scavato solo in parte. La basilica è parallela alla basilica post-teodoriana, che si estende sopra l’aula nord. Brusin, Forlati e Bertacchi concordano per una datazione dopo l’incendio attilano, mentre Mirabella Roberti, de Angelis d’Ossat e Tavano anticipano la cronologia alla fine del IV sec.d.C. L’impianto è conservato nell’attuale basilica, rettangolare e senza abside (m 67 x 29 circa). Nella basilica post-attilana la copertura è sorretta da due file di pilastri, che raggiungono il lato orientale della chiesa e la dividono in tre navate, di cui la centrale, larga una volta e mezza le laterali, risulta anche più alta rispetto ad esse; il pavimento è abbellito da mosaici (attualmente ricoperti). I muri perimetrali sono irrobustiti da paraste e nel muro di facciata si conserva il portale centrale con architrave in pietra; la bifora superiore riutilizza materiale antico e all’interno della facciata restano in situ le soglie delle due porte che davano accesso da ovest alle navate minori. Purtroppo la realizzazione della cripta (IX secolo) nella zona che doveva accogliere il presbiterio ha fatto scomparire la sistemazione post-attilana. Dopo il terremoto del 998 il patriarca Popone (1019-1042) ristrutturò la chiesa, che doveva essere crollata, riutilizzando le stesse colonne, ma con basi e capitelli nuovi. Nel 1300 sopra (m + 0.40) al pavimento del V secolo è stato realizzato un nuovo rivestimento in pietra. Davanti alla chiesa si estendeva un nartece (vano B), anch’esso mosaicato,che si prolungava verso nord per raggiungere il complesso dell’Episcopio e che era chiuso a sud da un’abside arricchita di nicchie; il gran numero di sepolture che vi furono successivamente inserite lo hanno distrutto quasi completamente.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (3° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Basilica post-attilana, nartece, tessellato con pavone Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato del quale è venuto in luce un lacerto ornato da un cespo di acanto dal quale si dipartono racemi di vite con grappoli; sul cespo è posato un pavone presentato frontalmente con la testa di tre quarti.
Basilica post-attilana, navata centrale, solea, tess. bicromo Del rivestimento è venuto in luce un frammento bicromo, situato sopra il pannello centrale della navata centrale. Il motivo decorativo non è riconoscibile e non sono noti altri dati. Secondo Bertacchi 1971, col.23 faceva parte di una solea rialzata e bordata da muretti marginali, realizzata in una seconda fase dell’edificio e che ha in gran parte distrutto il sottostante pavimento.
Basilica post-attilana, navata centrale, tess. geom. e figurato La parte di pav scoperta è articolata in 3 pann di largh. quasi corrispondente. Quello C, largo almeno m 3.7 e molto framm, fungeva forse da corridoio e presenta 1 scena marina, il pann S è decorato da 1 comp reticolata di quadrati curvilinei e di cerchi adiacenti, formanti ottagoni irregolari e concavi, del pann N restavano poche tessere. Il bordo del pann S mostra fasce bianche e nere alternate, quello del pannello C 1 fascia di onde, il fondo sfumato in senso orizz. Al di sotto del pann S si estende 1 altro tess di cui è stato messo in luce solo 1 tratto: 1 fascia bianca seguita da 1 fila di quadrati adiacenti caricati da rettangoli, con effetto di greca policroma; forse si tratta di 1 cambiamento di programma (Bertacchi 1971, col.20). La decor di 1 intercolumnio a sud del pannello S consta di 1 quadrato sulla diagonale tra 2 cerchi, le figure tg e con ornati policromi, quella di 1 a nord del pann N non è ricostruibile, quella 1 a nord del pann E della navata S presenta una greca. Immagine del rivestimento da Bertacchi 1980, tav. XIV.
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: giustapposta Cromia: policromo
Il pavimento è un tessellato suddiviso in più pannelli giustapposti, di cui ne sono stati scoperti solo tre. Due di essi, adiacenti, si trovano presso quelli rinvenuti nella navata centrale. Di quello ad ovest resta un piccolo lacerto con una stuoia, segue un bordo formato da una treccia a quattro capi, policroma, su fondo chiaro. Il pannello ad est presenta un intreccio di calici curvi, con occhiali, disegnato da trecce a due capi e da onde, il fondo sfumato in senso orizzontale. Tra i motivi di riempimento si conservano loti trifidi e rosette. Il terzo pannello, all’estremità est dell’edificio, mostra una composizione ortogonale di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati maggiori, a rete di svastiche, qui disegnata da trecce a due capi.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (3° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 140e – stuoia
var. DM 251e – intreccio di calici curvi, con occhiali, disegnato da trecce a due capi e da onde, il fondo sfumato in senso orizzontale
loto trifido
var. DM 251e – intreccio di calici curvi, con occhiali, disegnato da trecce a due capi e da onde, il fondo sfumato in senso orizzontale
rosetta scompartita
DM 171e – composizione ortogonale di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati maggiori, a rete di svastiche, qui disegnata da trecce a due capi
quadripetalo allungato di nappine
Referenza fotografica: da Bertacchi 1980, tav. XIV.
Oggetto conservato: parte del bordo e del campo – Conservato in: situ (Complesso della Basilica di Aquileia) Oggetto conservato: parte del bordo e del campo – Conservato in: situ (Complesso della Basilica di Aquileia)
Bertacchi, L. 1971, La Basilica postattilana di Aquileia. Relazione preliminare dei recenti scavi, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, cc. 32, 44, fig. 17.Bertacchi, L. 1980, Architettura e mosaico, in Da Aquileia a Venezia. Una mediazione tra l’Europa e l’Oriente dal II secolo a.C. al VI secolo d.C., Milano, p. 231, fig. 189, tav. XIV.Bertacchi, L. 2003, in Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine, p. 55, tavv. 32 e 40, n. 168 .Brusin, G. 1934, in Gli scavi di Aquileia. Un quadriennio di attività dell’Associazione Nazionale per Aquileia: 1929-1932, Udine, p. 187.Cecchelli, C. 1933, in La Basilica di Aquileia, Bologna, tav. LVII, 3-4.Lanckoronski von, K./ Niemann, G./ Swoboda, H. 1906, in Der Dom von Aquileia. Sein Bau und seine Geschichte , Wien.Tavano, S. 1972, La basilica patriarcale di Aquileia, in Aquileia e Grado, Atti della I settimana di studi aquileiesi, Udine.Verzone, P. 1942, in L’architettura religiosa dell’alto medioevo nell’Italia settentrionale, Milano, p. 35.