Il sito venne scavato per la prima volta nel 1877, quando fu scoperto e in parte strappato un rivestimento pavimentale in tessellato, di cui rimane un disegno dell”epoca. Lo scavo mise in luce solo l’ambiente mosaicato e una vano contiguo pavimentato a commessi laterizi. Le ricerche nella zona vennero riprese da Sandro Stucchi che condusse una serie di campagne di scavo tra il 1945 e il 1948. Le ricerche dello Stucchi consentirono di identificare l’edificio con una villa di piena età imperiale: sulla base della cronologia proposta da Donderer per la tipologia di rivestimenti e per il rinvenimento sporadico di un asse di Tiberio, l’impianto originario è da collocarsi tra I sec.a.C. e I sec.d.C. La villa, distrutta forse da un incendio, rimase poi in uso fino all’avanzato III sec.d.C. L’edificio non venne messo in luce per intero per la presenza di un vigneto: i vani indagati risultarono inoltre in parte intercettati da una trincea risalente alla Grande Guerra. Nel settore nord-orientale erano localizzati tre vani contigui D, E ed F, due dei quali caratterizzati da un pavimento a suspensurae, di cui rimanevano tracce delle pilae. Lo Stucchi parla in proposito di vani a destinazione termale, ma sembra più corretto interpretarli semplicemente come ambienti riscaldati, vista l’assenza di infrastrutture idrauliche. Il vano E doveva essere pavimentato in cementizio, mentre l’ambiente F conserva parzialmente uno strato di cementizio che doveva rappresentare la preparazione di un pavimento in tessellato di cui non rimane traccia. Questo gruppo di stanze si apre sull’ambiente di passaggio C, di piccole dimensioni e pavimentato a commessi laterizi, a sua volta prospiciente la corte scoperta A. Del cortile, con un pavimento che segue la pendenza naturale del terreno ed è rivestito da ghiaia, venne indagato solo l’angolo nord-occidentale; nel tratto di muro ovest si apre una soglia che mette in comunicazione la corte con il vano B. All’interno di questo ambiente, anch’esso rivestito di ghiaia, si trovava la scala che portava al piano superiore: il primo gradino di pietra venne rinvenuto in situ, mentre gli altri erano in strato di crollo. Lungo il lato settentrionale dello scavo si succedevano due ambienti a destinazione produttiva: il vano G venne identificato con la stalla vista la grande quantità di ossa animali qui ritrovate. Secondo lo Stucchi essa era suddivisa in una serie di ambienti minori da tramezzi a secco con pietre o embrici, forse destinati a funzioni diversificate (deposito, recinti per animali, etc.); non si può però escludere che i muri interni facessero in realtà riferimento a fasi costruttive diverse. Il vano H, il più occidentale tra quelli messi in luce, può essere considerato il pistrinum: si tratta di un vano di grandi dimensioni all’interno del quale si trovava una macina a mano per grano. Al centro della parete meridionale, a breve distanza dal muro, doveva essere infisso un palo; analoga situazione si ritrova anche nel contiguo vano I, messo tuttavia in luce solo parzialmente. Non è chiaro da quale vano venne strappato, nel 1877, il rivestimento musivo bicromo, che secondo Tagliaferri fu portato al Museo di Gorizia (in contrasto con la De Franceschini, che ne ignora l’attuale collocazione).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Tessellato dal vano F della villa di Lucinico Rivestimento pavimentale in tessellato bicromo. Ne rimangono solo tessere sciolte, pertanto non è possibile precisare la datazione del pavimento e la sua decorazione.
Tessellato bicromo con esagoni dalla villa di Lucinico Rivestimento pavimentale in tessellato bicromo con decorazione geometrica, con esagoni. Del rivestimento, strappato nel 1877 ma di cui si ignora l’attuale conservazione, rimane un disegno pubblicato solamente all’epoca del rinvenimento, in "Mitt. Centr. Kommission" pp. 134-136. La datazione alla prima età imperiale si basa sull’associazione del rivestimento con pavimenti in cocciopesto e con l’asse di Tiberio qui rinvenuto.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: assente Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))
Donderer, M. 1986, in Die Chronologie der römischen Mosaiken in Venetien und Istrien bis zur Zeit der Antonine, Berlin, p.161, n. 5.Stucchi, S. 1951, Regione X (Venetia et Histria). Lucinico (Gorizia) – villa rustica romana, in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., Roma, p. 1.Tagliaferri, A. 1986, in Coloni e legionari romani nel Friuli celtico. Una ricerca per la storia. Volume secondo. Documenti., Pordenone, p. 296-297 CR 638.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Brugnolo, Gaia, Pavimento a commessi laterizi dalla villa di Lucinico, in TESS – scheda 4659 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4659), 2007