L’edificio venne messo in luce nel corso di una campagna di scavi condotta dalla Strazzulla nel biennio 1976-77, L’intervento della Soprintendenza fu determinato dal rivenimento casuale di strutture romane durante lavori di sbancamento a fini agricoli, nel fondo di proprietà Zoratti. Si trattava di una villa databile dal I al IV sec. d.C., il cui orientamento ricalca quello dei limites della centuriazione aquileiese. Doveva trattarsi originariamente di un complesso di grandi dimensioni, in gran parte obliterato da attività di spolio affettuate in antico e da prolungate pratiche agricole. I resti corrispondenti all’unico settore superstite si estendevano su una superficie di m 90×40. E’ stato comunque possibile stabilire l’esistenza di una serie di fasi riconoscibili per la diversa tecnica edilizia delle fondazioni. A causa delle pessime condizioni di conservazione delle strutture non è possibile invece localizzare con precisione gli ambienti corrispondenti alla parte residenziale, nè individuare il rapporto tra questa e il settore produttivo della villa. I rinvenimenti sporadici di tessere musive e lastre marmoree da rivestimento (tra cui un frammento di soglia con foro per lo stipite), frammenti di affresco e di statue testimoniano comunque un livello medio-alto della villa. Per lo stesso motivo non può essere precisata la tipologia architettonica del complesso: la Bertacchi ipotizza una pianta a peristilio, sul modello delle ville del Cividalese (cfr. Bottenicco e Moimacco). Un collegamento tra il materiale rinvenuto e le strutture di fondazione consente di ricostruire i diversi momenti di vita del complesso. La prima fase edilizia può collocarsi nella prima metà del I sec. d.C., come comprovano il materiale ceramico, i frammenti architettonici, i marmi di importazione e gli altri resti dell’apparato decorativo della villa: il materiale di I sec. d.C. è percentualmente il più abbondante e fa pensare che questa sia l’epoca di massima fioritura del complesso. Da un punto di vista edilizio questa fase si caratterizza per una serie di vani di grandi dimensioni, concentrati nella parte centro-meridionale dell’edificio, di cui si conservano solo le fondazioni. Alcuni di essi presentano tracce di pavimentazione a commessi laterizi o in ciottoli (vani 8, 12, 15), in altri casi rimane la sottofondazione pavimentale, in pietre e scaglie di mattoni legati da malta molto compatta. A questa fase appartengono anche due vani localizzati nel settore meridionale della villa, caratterizzati da pavimenti musivi e identificati come torcularia (vani 24-25). Nei decenni centrali del II sec. d.C. è da porre probabilmente un forte declino se non l’abbandono temporaneo della villa, testimoniato dalla drastica riduzione del materiale corrispondente. A questa seconda fase si possono datare le ristrutturazioni di alcune parti danneggiate nei vani 9 e 10, effettuate reimpiegando laterizi della prima fase. A questo periodo si data anche la costruzione di un muro che chiude il complesso sul lato settentrionale. Dalla fine del II e per tutto il III sec. d.C. la villa continua ad essere attiva, come dimostrano le monete e i materiali ceramici rinvenuti. Questa ultima fase comporta radicali ristrutturazioni, soprattutto nella parte settentrionale (vani 1-8), dove vengono obliterati alcuni ambienti più antichi e ne vengono costruiti di nuovi, con diverso orientamento rispetto all’impianto originario e apparentemente senza un progetto organico. Gli elementi decorativi di prima fase vengono sistematicamente distrutti (è forse da riferirsi a questo periodo l’attività della calcara situata in prossimità del vano 22). I ritrovamenti numismatici testimoniano una persistenza della frequentazione per tutto il IV sec. d.C. (e forse per l’inizio del V), accompagnata però da un netto impoverimento e deterioramento delle strutture che prelude all’abbandono definitivo della villa.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Tessellato bianco di II fase dal torcularium della villa di Joannis Rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco. Questo pavimento si trovava 0.60 m più in alto rispetto alla pavimentazione più antica ed era caratterizzato da un incavo circolare in posizione centrale.
Tessellato bianco di III fase dal torcularium della villa di Joannis Rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco. Questo pavimento si trovava 0.10 m più in alto rispetto alla pavimentazione precedente ed era caratterizzato da un incavo circolare in posizione centrale.
Il vano 25 si trova nel settore meridionale del complesso. I muri dell’ambiente sono conservati solo a livello della fondazione, realizzata con ciottoli fluviali di grosse dimensioni e con un riempimento di pietre minute: per le caratteristiche costruttive il vano è quindi riferibile alla prima fase edilizia. Sono conservate anche tre pavimentazioni sovrapposte, tutte realizzate in tessellato bianco: le due più superficiali si caratterizzano per un incavo centrale circolare. Questa particolarità, unita ad una serie di caratteristiche costruttive quali la presenza di una fascia continua in calcestruzzo lungo i bordi del pavimento più tardo – con la funzione di congiungere il pavimento con l’alzato delle pareti – e di un foro di scarico, spinge la Bertacchi ad identificare il vano con un torcularium. La pavimentazione in tessellato, anzichè a commessi laterizi, come è più frequente, può spiegarsi con l’esigenza di un minimo decoro estetico in considerazione della vicinanza col settore residenziale.
Lunghezza: 2.10 m – Larghezza: 2.10 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Tessellato bianco di II fase dal torcularium della villa di Joannis Rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco. Questo pavimento si trovava 0.60 m più in alto rispetto alla pavimentazione più antica ed era caratterizzato da un incavo circolare in posizione centrale.
Tessellato bianco di III fase dal torcularium della villa di Joannis Rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco. Questo pavimento si trovava 0.10 m più in alto rispetto alla pavimentazione precedente ed era caratterizzato da un incavo circolare in posizione centrale.
Specifiche di rinvenimento Data: 1976-77 – Ente responsabile: SA TS
Tessellato bianco di I fase dal torcularium della villa di Joannis
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Rivestimento pavimentale in tessellato monocromo bianco. Questo pavimento si trovava 0.70 m più in basso rispetto al piano di fondazione del muro.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: Strato di malta mista a pietre e frammenti di cotto.
De Franceschini, M. 1998, in Le ville romane della X regio Venetia et Histria, Roma, p. 361, n. 303, fig. 84.Strazzulla, M.J. 1979, Presenze archeologiche nella zona nord-orientale del territorio, in Il territorio di Aquileia nell’antichità, Atti della IX Settimana di studi aquileiesi (22-28 Aprile 1978), Udine, p. 341.Strazzulla, M.J. 1979, Scavo di una villa rustica a Joannis (Udine), in Aquileia Nostra: Rivista dell’associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, p. 3.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Brugnolo, Gaia, Tessellato bianco di I fase dal torcularium della villa di Joannis, in TESS – scheda 4676 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4676), 2007