scheda

Basilica di Monastero, vano B, sectile dietro l’abside
Aquileia ( UD )


Lo scavo, visibile e visitabile, si trova nella zona nord- orientale della città antica, a nord del terzo decumano a settentrione del decumano massimo e immediatamente ad est del quinto cardine ad est del cardine massimo; nella città moderna è ubicato in località Monastero, lungo la via omonima affacciante su una piazzetta. Il nucleo dell’agglomerato, costituito da un edificio monastico originatosi nel IX secolo e abolito nel 1782, venne ceduto nel 1787, dopo varie vicende, al conte Antonio Cassis Faraone e nel 1852 il complesso fu comprato dal barone Eugenio de Ritter Záhony. A partire dal 1787, e tanto più dal 1852, la chiesa del monastero venne adibita a "folador", ossia ad ambiente per la vinificazione. Dal 1961, dopo le scoperte archeologiche, l’edificio ospita il Museo Nazionale Paleocristiano.
Le prime scoperte sono avvenute nel 1895 quando, sotto la direzione di Enrico Maionica, gli scavi hanno portato in luce i mosaici conservanti l’attacco ad un’abside ad andamento pentagonale lungo il perimetro esterno, e circolare all’interno (il tutto è stato poi coperto). Nel 1949-50 si è scoperto che la chiesa medioevale aveva ri-utilizzato, senza soluzioni di continuità, i muri perimetrali di una basilica della fine del IV secolo.
Tale basilica è costituita da un edificio rettangolare (58 x 19 m circa), a navata unica (vano A), con abside poligonale poco profonda, chiusa esternamente da un ambiente rettangolare più basso (vano B), e presbiterio allungato, recintato da plutei (distrutto nel 1700); ai lati del presbiterio si aprivano due ambienti destinati a funzioni liturgiche (pastoforia, vani C-E). A nord dell’edificio, all’estremità orientale, si estendevano tre ambienti adiacenti pavimentati in mosaico (vani F-H). Davanti alla facciata si addossava un nartece (portico) più lungo della larghezza della chiesa, dotato di tre porte d’ingresso che si aprivano in corrispondenza di quelle che introducevano alla basilica. I muri laterali, conservati in altezza da uno a tre metri, appaiono scanditi ed irrobustiti da undici lesene ciascuno. Il pavimento è abbellito da mosaici che presentano sei riquadri lungo ciascun lato di un lungo corridoio (distrutto a causa dell’inserimento di un muro successivo). Nel tessellato sono inserite numerose iscrizioni, in latino e greco: la basilica risulta infatti la chiesa di una comunità assai varia, forse di commercianti o di persone comunque legate al porto, presso il quale abitavano formando un quartiere. La chiesa, sorta tra la fine del IV secolo e l’inizio del V, ha subito notevoli danni durante l’invasione attilana: nella ristrutturazione l’aula, originariamente a campata unica, risulta divisa in tre navate tramite sei pilastri per parte, di cui quattro inseriti nel mosaico e due a livello più alto. Si è quindi realizzato un nuovo pavimento musivo, posto a circa 40 cm sopra al più antico, che si estendeva nella zona corrispondente al presbiterio, ora trasformato in coro, e sopra al mosaico più antico, fino quasi al muro trasversale moderno che taglia da est ad ovest il pavimento (fatta eccezione per la parte centrale del presbiterio stesso, pavimentata in opus sectile) (vano I): ne sono rimasti pochi tratti, strappati per lasciare visibili le parti più antiche. Un procedimento analogo è stato seguito per un altro lacerto, trovato dietro l’abside (vano B): entrambi i mosaici sono esposti sul muro di fondo dell’edificio moderno. Nella seconda fase, per il resto, resta in uso il mosaico della prima fase. L’edificio sacro ha subito un’ulteriore sistemazione, con colonne sostenenti archi e pavimentazione in lastroni di pietra, all’inizio del IX secolo, quando si installò il monastero delle benedettine e la chiesa venne detta di S. Maria. Bertacchi 1974, pp.65-66 scrive che indagini al C14 sui pali che reggono le murature hanno indicato una datazione nel 460 + o – 50 anni.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo V d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Bas. di Monastero, vano C, tess. di Probo con quadrati curvi e cerchi
Il pavimento è un tessellato ornato da una comp. reticolata di quadrati curvilinei e di cerchi adiacenti, formanti ottagoni irregolari e concavi. I cerchi sono caricati da diversi motivi, gli ottagoni da un quadrato concavo che racchiude un quadrifoglio, i quadrati curvilinei da un figura omologa disegnata da una linea dentellata che a sua volta racchiude un quadrato, oppure un cerchio o, in un caso, una tabula ansata; i quadrati sono caricati da quadrifogli con apice, da nodi di Salomone, dalla composizione di linee spezzate con effetto di squadre, iridata e disegnata da linee semplici, e da diamanti divisi in settori. In uno dei cerchi racchiusi dai quadrati curvilinei si trova l’iscrizione PROBVS ET SEVERA CVM SVIS F P M. Il bordo del mosaico consta di fasce bianche e nere alternate e da una fascia di onde, il fondo sfumato a striature.

Bas. di Monastero, vano D, tess. di Maxentius con reticolato
Il pavimento è un tessellato ornato da un reticolato di fasce con quadrati nei punti di incrocio, le fasce caricate da losanghe. Queste ultime racchiudono una losanga di 4 parallelepipedi o un fiorone composito longiforme di 4 elementi non contigui: due petali affusolati e due nappine, e nei quadrati superstiti compare un fiorone unitario di 4 elementi adiacenti, a petali bilobati. Gli scomparti sono delimitati da una treccia a due capi, policroma, con effetto di rilievo, su fondo scuro: tre racchiudono un quadrato abbellito da un diamante scompartito, mentre uno presenta l’iscrizione: MAXENTIVS CVM. Il bordo consta di tre linee gialle seguite da due rosse, una nera, una fila delineata di squame sovrapposte tangenti, formanti mezze squame, qui con squame e mezze squame campite, una linea nera, tre linee bianche, due nere, due rosse, una fascia bianca e due linee nere.

Basilica di Monastero, vano A, tessellato geom. della basilica
Il pav. è un tess. scandito in 2 file di 5 pann. ciascuna, separati da un corridoio la cui decor. è stata distrutta da un muro più tardo (a W restano framm di una comp. di cerchi secanti formanti quadrati concavi, ad E un campo bianco). Il 1° pann. a N e il 2° a S presentano una comp. di cerchi e di quadrati sulla diagonale tangenti, con spazi di risulta in forma di rocchetti. Il 2° pann. a N e il 1° a S mostrano una comp. di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, formanti esagoni allungati. Il 3° pann. a N e a S presenta una comp. di stelle di 8 losanghe contornate da quadrati, tangenti per due quadrati (formanti losanghe e ottagoni). Il 4° pann. a N e a S presenta una comp. di stelle di 8 losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale. Il 5° pann. a N e a S presenta una comp. di quadrati contornati da 4 pelte, e di cerchi, non contigui. Oltre a diversi riempitivi, si contano 39 iscrizioni votive. L’iimagine rivestimento è tratta dall’Archivio MAN, Aquileia, Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia, neg. 4792/170 (immagine su concessione del MiBACT – Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, con divieto di ulteriore riproduzione senza preventiva autorizzazione).

Basilica di Monastero, vano B, tessellato con bipenni
Il pavimento è un tessellato ornato da una composizione di bipenni adiacenti, alternativamente diritte e sdraiate, delineata. Le bipenni sono campite da figure omologhe nere dai bordi dentellati.

Basilica di Monastero, vano E, tessellato con ottagono e quadrati
Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato ornato da una composizione in corona, in un quadrato e attorno ad un ottagono disposto sulle diagonali, di 8 quadrati che fanno apparire losanghe e triangoli. IVLIANVS ET ACRICIA. Il pavimento, secondo Bertacchi 1965, col. 87, è stato strappato dal Maionica.

Basilica di Monastero, vano F, tess. con croci e ottagoni
Il pavimento, bordato da una treccia a due capi, è un tessellato ornato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, delineati (formanti esagoni allungati). Si conservano solamente alcuni frammenti: le croci sono caricate da una croce di treccia, gli esagoni allungati da un fiorone composito longiforme di 4 elementi non contigui: due petali affusolati e due nappine, gli esagoni da un nodo di Salomone e da un fiorone composito. Oltre al varco di collegamento con la basilica si estende una soglia in tessellato ornata da una fila di pelte diritte e affrontate ai lati di un cerchio. Immagine del rivestimento tratta dall’Archivio MAN, Aquileia, Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia, neg. 4893/8 (immagine su concessione del MiBACT – Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, con divieto di ulteriore riproduzione senza preventiva autorizzazione).

Basilica di Monastero, vano G, tess. con reticolato
Il pavimento è un tessellato bicromo bordato da una fascia bianca seguita da due linee nere, una fascia bianca e due linee nere, decorato da un reticolato di linee dentate di gruppi di quattro tessere; gli scomparti sono caricati da una crocetta con petali a squadra. Lo schema è interrotto in una posizione leggermente decentrata da un pannello rettangolare. Quest’ultimo, bordato da due linee nere, una fascia bianca e una linea nera, racchiude l’iscrizione: …VS / …IA / …CCC. Secondo Brusin, l’iscrizione in vetro è un’aggiunta successiva.

Basilica di Monastero, vano H, tess. con cerchi e quadrati
Il pavimento è un tessellato di cui è venuto in luce un lacerto ornato da una composizione ortogonale di cerchi e di quadrati sulla diagonale tangenti, con spazi di risulta in forma di rocchetti. I cerchi sono caricati da nodi di Salomone, la decorazione dei quadrati è perduta, mentre i rocchetti mostrano all’interno una linea dentata. Il bordo consta di una fascia bianca seguita da una linea nera, una rossa, una fascia bianca, una linea nera, una rossa, una bianca e una nera.

Basilica di Monastero, vano H, tess. con ottagoni e stelle di 4 punte
Il pavimento è un tessellato bicromo ornato da una composizione ortogonale di ottagoni tangenti formanti stelle di quattro punte, delineata (qui le stelle caricate da un quadrato iscritto). Il bordo consta di un’alta fascia bianca seguita da una fascia di denti di sega dentati e due linee nere.

Basilica di Monastero, vano I, sectile con stelle e tess. geom.
Il pavimento è decorato nella zona centrale da un opus sectile a modulo composito ad esagoni bianchi e triangoli neri, mentre lateralmente era abbellito da un mosaico. E’ possibile che la parte occidentale (corrispondente al 5° pannello N e S) fosse decorata da un unico motivo. Non si conosce lo schema che occupava lo spazio sopra ai vani D ed E. Il Maionica riferisce di aver trovato due livelli musivi, ma non descrive quello superiore. La foto del rivestimento è di T. Clementi.

Vano B. Dell’ambiente, posto dietro l’abside, è venuta in luce parte della pavimentazione in lastre marmoree. Era in comunicazione con la chiesa tramite due porte. Nella seconda fase dell’edificio il ano è stato ripavimentato in mosaico, che si estendeva a 45 cm sopra al livello precedente.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (3° q) al secolo V d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Basilica di Monastero, vano B, tessellato con bipenni
Il pavimento è un tessellato ornato da una composizione di bipenni adiacenti, alternativamente diritte e sdraiate, delineata. Le bipenni sono campite da figure omologhe nere dai bordi dentellati.

Specifiche di rinvenimento
Data:
1964 – Ente responsabile: SA TS

Basilica di Monastero, vano B, sectile dietro l’abside

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: non documentato
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: non documentato

Del pavimento è venuta in luce la preparazione in cocciopesto su cui dovevano posare delle lastre sagomate (come si deduce da pochi resti e da alcune tracce).

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (3° q) al secolo V d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione
Tipo di preparazione: strato di sabbia con al di sopra strato in cocciopesto

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile

 
 

Referenza fotografica: da Bertacchi 1965, fig. 5.
Oggetto conservato: impronte – Conservato in: non documentato

Bertacchi, L. 1965, La Basilica di Monastero di Aquileia, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, c. 83, fig. 5.
Bertacchi, L. 1980, Architettura e mosaico, in Da Aquileia a Venezia. Una mediazione tra l’Europa e l’Oriente dal II secolo a.C. al VI secolo d.C., Milano, p. 241, fig. 205.
Maionica, H. 1895, Notizien, in Mittheilungen der K.K. Central-Commission für Erforschung und Erhaltung der kunst- und der historischen Denkmale, pp. 131-132.

DATA SCHEDA: 2007 | AUTORE: Clementi, Tatiana | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatiana, Basilica di Monastero, vano B, sectile dietro l’abside, in TESS – scheda 4719 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4719), 2007

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4719


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