La "villa della palestra e del ninfeo", conosciuta in letteratura anche come "villa della Terma", è ubicata lungo viale Miramare nella particella catastale attigua a quella in cui si trova la "villa della statua", il vasto complesso abitativo scavato da Puschi tra 1888 e 1889: nella sua relazione di scavo egli precisa che i terreni dove si rinvennero i resti formavano la continuazione dell’area su cui sorgeva la prima villa. E’ probabile, come ipotizza già lo stesso Puschi, che i due edifici facessero parte di un unico complesso edilizio. Secondo la Fontana questo complesso non poteva infatti costituire una villa autonoma: gli ambienti residenziali e le infrastrutture connesse con la vita quotidiana avrebbero infatti uno sviluppo troppo ridotto. In mancanza di prove inconfutabili tuttavia l’autrice non accorpa l’edificio con la "villa della statua", pur ritenendo fondata l’ipotesi che questo ne costituisse il prolungamento. Poichè non è più possibile accertarlo, dato che tutta la zona venne reinterrata alla fine dello scavo, anche qui si preferisce considerarli separatamente. I lavori nell’area iniziarono circa due anni dopo l’esplorazione del primo edificio, grazie anche al fortuito ritrovamento di resti murari e lastrine marmoree per la pavimentazione: tra il 1890 e il 1891 vennero messi così in luce circa 3000 mq. Dello scavo venne pubblicata una relazione ad opera del Puschi, che costituisce tuttora l’unica forma di documentazione sulla villa. In tempi più recenti se n’è occupata la Fontana, che ha proceduto ad una rilettura generale delle strutture; le sue conclusioni sono state poi riprese dalla De Franceschini. Da un punto di vista planimetrico l’edificio si compone di tre parti distinte, disposte lungo il declivio della collina: la prima consisteva in una serie di ambienti con funzione residenziale, disposti intorno ad un ampio cortile semicicolare ad esedra, porticato e con vista panoramica sul mare. Il corridoio a’ collegava questa zona con il complesso termale, posto ad un livello più basso e prospiciente la riva del mare. Vennero poi scavati alcuni ambienti probabilmente pertinenti alla parte produttiva della villa, sulla quale Puschi non dà alcuna informazione. I resti si presentavano comunque in cattivo stato di conservazione: se alcuni muri si conservavano per oltre mezzo metro di altezza, la maggior parte era rasata a livello di fondazione. Questo, unitamente al fatto che non sempre si riuscirono a riconoscere i passaggi tra un vano e l’altro, rese difficile ricostruire l’organizzazione planimetrica della villa. I pavimenti in tessellato e in opus sectile erano in gran parte scomparsi: oltre ad alcuni frammenti conservati soprattutto in prossimità dei muri perimetrali, Puschi segnalò la presenza di due soglie musive nei vani aperti sulla corte c’, sommariamente descritte ma non documentate (le altre soglie di questa zona erano andate distrutte). Visto lo stato dei resti, egli non tentò di ricostruire i motivi decorativi dei pavimenti, di cui fornisce solo scarne descrizioni. La villa venne probabilmente costruita nel I sec.d.C. e rimase attiva fino al V sec.d.C.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Opus sectile dal calidario e della villa della Terma-Barcola Frammenti di lastre di marmo policromo, tagliate a riquadri di varie dimensioni. Del pavimento si conservavano solo frammenti, presumibilmente in cattivo stato di conservazione dato che Puschi non ne ricostruisce il disegno. Non viene proposta una cronologia specifica del pavimento.
Opus sectile dal ninfeo t della villa della Terma–Barcola Rivestimento pavimentale in opus sectile, caratterizzato da una decorazione geometrica policroma basata su figure di quadrati e triangoli. Del pavimento, di cui non viene proposta una cronologia precisa, furono rinvenuti solo frammenti delle lastre di marmo.
Opus sectile dal tepidario f della villa della Terma-Barcola Frammenti di lastre di marmo policromo, tagliate a riquadri di varie dimensioni. Del pavimento si conservavano solo frammenti, presumibilmente in cattivo stato di conservazione dato che Puschi non ne ricostruisce il disegno. Non viene proposta una cronologia specifica del pavimento.
Opus sectile del vano i della villa della Terma-Barcola Rivestimento in opus sectile del tepidarium, con lastre di marmo bianco di cui vennero rinvenuti solo frammenti. Non viene fornita una cronologia specifica del rivestimento.
Tess. bicromo dell’atrio o dalla villa della Terma-Barcola Rivestimento pavimentale in tessellato bicromo, bianco e nero. Del pavimento rimanevano solo tessere sparse e forse qualche frammento in prossimità delle pareti: su queste basi Puschi propose la sua ipotesi ricostruttiva. Non viene avanzata una proposta di datazione specifica del pavimento.
Tessallato dal vano n’ della villa della Terma Rivestimento pavimentale in tessellato, di cui furono rinvenute solo tessere sciolte. Non è possibile avenzare proposte precise circa la sua cronologia.
Tessellato dal vano m’ della villa della Terma-Barcola Del rivestimento pavimentale del vano furono rinvenute solo tessere sciolte. Non è possibile avenzare proposte precise circa la sua cronologia. La soglia viene invece sommariamente descritta ma non documentata da Puschi, che parla di una svastica nera su fondo bianco: si tratta, secondo la Fontana, di un motivo comune da I sec.a.C. al II sec.d.C.
Tessellato del vano a dalla villa della Terma-Barcola Rivestimento pavimentalle in tessellato, di cui vennero rinvenute solo tessere sciolte; erano inoltre conservate due soglie in cocciopesto. Non viene proposta una cronologia specifica del pavimento.
Il vano l’ fa parte della struttura ad emiciclo, aperta sulla corte scoperta c’. Il Puschi non fornisce dati riguardanti la stanza ad eccezione dell’accenno al suo rivestimento musivo, di cui si rinvennero tuttavia solo tessere sciolte. Doveva invece essere conservata – o quanto meno ricostruibile – la soglia che collegava il vano con l’adiacente ambiente m’: il Puschi ne fornisce una sommaria descrizione ma non la documenta.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1890-91
Tessellato dal vano l’ della villa della Terma-Barcola
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Del rivestimento pavimentale del vano furono rinvenute solo tessere sciolte. Non è possibile avenzare proposte precise circa la sua cronologia. La soglia viene invece sommariamente descritta ma non documentata da Puschi, che parla di una "rosa" nera su fondo bianco: si tratta, secondo la Fontana, di un motivo comune da I sec.a.C. al II sec.d.C.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: non determinata
Unità decorative
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: non documentato
Rivestimento pavimentale in tessellato, di cui furono rinvenute solo tessere sciolte.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: non documentato Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Parte dell’ambiente: soglia Tipo di impaginazione: centralizzata? Cromia: bicromo
La sommaria descrizione del Puschi – che non lascia documentazione grafica del rivestimento – riferisce di una "rosa" campita di tessere nere su fondo monocromo bianco ad ordito obliquo di filari paralleli. Non viene fatta menzione di eventuali motivi di incorniciatura.
De Franceschini, M. 1998, in Le ville romane della X regio Venetia et Histria, Roma, p. 735.Fontana, F. 1993, in La villa romana di Barcola. A proposito delle villae maritimae della regio X, Roma, p. 74.Puschi, A. 1897, Altre costruzioni romane scoperte nella villa di Barcola dal novembre 1890 al maggio 1891., in Archeografo Triestino, Trieste, p. 369.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Brugnolo, Gaia, Tessellato dal vano l’ della villa della Terma-Barcola, in TESS – scheda 4818 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4818), 2007