Fatta costruire da Domiziano su progetto dell’architetto Rabirio, la Domus Flavia occupa tutta la parte centrale del Palatino. Interamente realizzata in laterizio e preceduta sul lato occidentale da un portico a colonne di marmo cipollino (in seguito sostituite da pilastri in mattoni) che doveva continuare anche sul lato nord dove si trovava l’ingresso principale, la Domus Flavia era la parte pubblica e di rappresentanza del Palazzo imperiale (la parte privata era la Domus Augustana). Era formata da tre serie di ambienti disposti su tre lati di un peristilio rettangolare, circondato da un quadriportico con colonne di marmo numidico e con al centro una fontana ottagonale. Al centro del lato settentrionale si apriva una enorme sala detta "aula regia" dove l’imperatore, seduto sul trono situato nell’abside semicircolare al lato opposto rispetto all’ingresso, riceveva e dava dienza. La sala (m 30.5 x 38.7) aveva colonne di marmo rivestite anch’esse di marmi (policromi) e con nicchie per statue. La copertura della sala doveva essere costituita da un tetto displuviato con soffitto ligneo a cassettoni, mentre ai lati erano poste due sale minori: quella ad occidente, detta Basilica, era rettangolare, absidata e divisa in tre navate da una doppia fila di colonne (giallo antico) e probabilmente era destinata alle sedute del consiglio imperiale; quella ad oriente, detta erroneamente Larario, forse era la sede del corpo di guardia dei pretoriani, vista anche la sua vicinanza all’ingresso del palazzo. Sul lato occidentale del peristilio è situata un’ala di raccordo
tra le due aree principali del Palazzo, formata da una sala ottagona con quattro absidi e da due ambienti laterali simmetrici e a pianta ellittica. Sul lato meridionale si apre al centro una vasta sala absidata pavimentata con lastre policrome e posta sopra un’intercapedine dove nei mesi freddi veniva fatta circolare aria calda, riconosciuta come il triclinio e citata nelle fonti col nome di Coenatio Jovis. La sala aveva sul fondo un’abside semicircolare sopraelevata e si apriva ai lati con grandi finestre su due ninfei simmetrici dotati di una monumentale fontana ovale con corpo centrale articolato in nicchie. Per quest’ultimo edificio e, più in generale, per l’intero palatium le fonti documentano interventi di restauro strutturale e decorativo eseguiti sotto Elagabalo (217-222) e poi sotto Graziano (poco prima del 379).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio X, Palatino, domus Flavia, pavimento a commessi laterizi L’area, che doveva costituire la copertura a terrazza degli ambienti neroniani indicati in pianta con A1-A2-A3, presenta un pavimento a commessi laterizi, composto da mattoncini regolari disposti a spina di pesce (opus spicatum) scoperto 0,32 m sotto il livello del pavimento marmoreo domizianeo. Il pavimento più antico posa su un vespaio isolante alto circa cm 7, realizzato da un livello compatto di scaglie di selce su cui posano bessali disposti a scacchiera a distanza regolare tra di loro (circa 30-40 cm). Forse piano di calpestio in scaglie di selce costituiva la pavimentazione originale della terrazza, sostituita in seguito ad infiltrazioni d’acqua negli ambienti sottostanti.
Ambiente 3: aula rettangolare absidata di dimensioni monumentali (cd, triclinio), collocata sul lato ovest del peristilio della Domus Flavia epavimentata in opus sectile marmoreo a grande modulo.
Lunghezza: 9.60 m – Larghezza: 8.25 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Regio X, Palatino, Domus Flavia, triclinio, sectile
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Pavimento in opus sectile marmoreo policromo a grande modulo, articolato in due unità decorative (abside e parte centrale dell’ambiente).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Unità decorative
Parte dell’ambiente: abside Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: quadricromia neroniana
Opus sectile marmoreo a grande modulo, redatto secondo uno schema quadrato-reticolare a motivi complessi, composto da un quadrato maggiore (nel quale si inscrivono, dall’esterno, un quadrato a lati concavi, una croce con estremità ogivali, un disco listellato ed un altro quadrato, ruotato di 45°), un rettangolo (campito con una losanga listellata racchiudente un disco) ed un quadrato minore (nel quale si inscrivono, dall’esterno, un quadrato a lati concavi con quattro quadratini agli angoli ed un altro quadrato).
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
*a modulo quadrato-reticolare (a quadrati, rettangoli e quadrati minori) con motivi complessi
1.75
losanghe, dischi ed altri elementi mistilinei
Referenza fotografica: da Morricone 1967
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: schema unitario Cromia: policromo
Pavimento in opus sectile policromo, probabilmente redatto – sulla base dei resti superstiti – secondo uno schema unitario esteso all’intero ambiente, costituito dalla giustapposizione di pannelli quadrangolari contenenti alternatamente rettangoli e dischi listellati.
Guidobaldi, F./ Guiglia Guidobaldi, A. 1983, in Pavimenti marmorei di Roma dal IV al IX secolo, Città del Vaticano, pp. 31-37, fig. 7.Guidobaldi, F. 1999, Sectilia pavimenta delle residenze imperiali di Roma e dell’area romana, in La mosaïque Gréco – Romaine VII. Actes du Colloque International pour l’étude de la mosaïque antique (Tunis, 3-7 octobre 1994), Tunis, pp. 646-647, Pl. CCLII, 2.Morricone Matini, M.L. 1967, in Regione Prima. Roma: Reg. X, Palatium (Mosaici Antichi in Italia), Roma, pp. 82-84, nn. 77-78, Tavv. I, 3; XXXI, fig. 36.