L’edificio in oggetto, noto in letteratura con il nome di "Domus dei Signini", è ubicato nell’area archeologica di via dei Pozzi Romani. E’ stato indagato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto tra il 1976-1977 e nel 1984. Le indagini archeologiche hanno documentato l’esistenza di tre fasi edilizie. La pianta allegata si riferisce alla terza e ultima fase di vita.
Nel corso della I fase, compresa tra l’età tardo-repubblicana e quella augustea, l’abitazione sembra centrata sulla corte scoperta 1, pavimentata in cubetti di cotto, su cui si affacciano gli ambienti 2-5: le stanze 2 e 3 presentano una pavimentazione in tessellato bicromo con pannello a decorazione geometrica, la grande sala 4 ripropone la stessa decorazione con il pannello decentrato rispetto ad entrambi gli assi, mentre il vano 5 è privo di rivestimento pavimentale.
Nel corso della II fase, corrispondente al I sec.d.C., l’abitazione originaria conosce, oltre a una serie di interventi di ristrutturazione degli ambienti esistenti, anche un considerevole ampliamento verso S. Si registrano la costruzione di una struttura muraria nella corte 1, la pavimentazione in tessellato del vano 5 e un rattoppo in cubetti di cotto del tessellato nel vano 3; nella sala 4 si impostano una pavimentazione in cotto nel settore O e i pilastrini di un’intercapedine.
A E della sala vengono realizzati un secondo spazio scoperto, la corte 6 che forse ospitava un piccolo giardino come hanno fatto pensare i resti di tronco ivi rinvenuti, e l’ambiente 7 con pavimento in battuto e pianta mistilinea con almeno due nicchie, una emiciclica e l’altra rettangolare, distribuite sui due lati superstiti forse un ninfeo: Croce Da Villa 2001, p. 177). Forse a questo momento si deve pure far risalire il corridoio 8, collocato appena ad E del cortile 6, che presenta una pavimentazione in cotto.
Dopo un momento di abbandono e obliterazione, probabilmente in seguito ad un episodio di natura alluvionale, nel corso del III sec.d.C. gli ambienti 1, 4, e 8 sono attraversati da una lunga fossa di spolio emiciclica. Il cortile 6 viene forse ripartito in più ambienti, anche se gli unici resti pertinenti a questo momento sono un muretto e un lacerto pavimentale in cubetti di cotto non sufficienti a chiarire meglio la situazione. Di certo è la parte meridionale ad essere maggiormente frequentata: qui vengono aggiunti l’ambiente 9 le cui pareti settentrionali obliterano quelle del cortile 6 e del vano 7, e i vani 10, forse una corte, e 11 (per la descrizione della domus e la planimetria si rimanda a M. Annibaletto, Schede, in "Atria longa patescunt (Virg., Aen., II, 483). Le forme dell’abitare nella Cisalpina romana", Roma 2010).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Domus dei signini, ambiente 2, tessellato con pseudoemblema Il pavimento è un tessellato bianco con bordo nero e pannello in tessellato, quest’ultimo decentrato rispetto all’asse maggiore dell’ambiente. Il pannello è decorato da uno pseudo scudo di triangoli, in un quadrato, a 4 settori delimitati dalle diagonali; i settori sono a pseudo scacchiera di triangoli isosceli rettangoli, le diagonali a linee di spine.
Domus dei Signini, ambiente 3, tecnica mista La pavimentazione, che poggia su un vespaio in grandi ciottoli di fiume, è in cementizio con bordatura in tessellato, e pannello centrale in tessellato decorato da un motivo geometrico a pale di mulino.
Domus dei Signini, ambiente 4, tecnica mista Superficie in cementizio a base litica con punteggiato di crocette bicrome, interrotta da uno pseudoemblema con pseudo-scudo di triangoli a quattro settori, in colori contrastanti, delimitati dalle diagonali; al centro ramoscello d’alloro con tre foglie.
Domus dei Signini, ambiente 5, tessellato bicromo La superficie pavimentale si presenta in un pessimo stato di conservazione. Si tratta di un tessellato bianco delimitato da un’alternanza di fasce bianche e nere.
Ambiente 6: spazio probabilmente scoperto e tenuto a giardino come sembra far supporre il rinvenimento di un pezzo di tronco. La sua costruzione risale al I sec.d.C. Nel corso del III sec.d.C. viene realizzata una piccola struttura muraria volta forse a ripartire gli spazi, il vano viene pavimentato in cotto, mentre la parete SE, ormai distrutta, viene ricostruita con materiali di recupero.
Lunghezza: 4,40 m – Larghezza: 4,70 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1976-1977; 1984 – Ente responsabile: SA PD
Domus dei signini, corte 6, cubetti di cotto
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Pavimento in cubetti di cotto.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: assente Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))
Referenza fotografica: Foto Soprintendenza per i Beni
Archeologici del Veneto, SAV 51028 (immagine su concessione del MiBACT – riproduzione vietata).
Croce da Villa, P. 1985, Concordia Sagittaria: scavi 1984. La domus dei signini, in Quaderni di Archeologia del Veneto, Treviso, 39.Croce da Villa, P. 1987, Concordia, in Il Veneto nell’età romana, II. Note di urbanistica e di archeologia del territorio, Verona, 407-409.Croce da Villa, P. 2001, Le case, in Concordia. Tremila anni di storia, Padova, 177.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Rinaldi, Federica, Domus dei signini, corte 6, cubetti di cotto, in TESS – scheda 5110 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5110), 2008