La domus è stata individuata in via I Maggio 56, di fronte a Piazza Cardinal Costantini e alla basilica, al centro dell’isolato a SE dell’incrocio tra decumano massimo e III cardine E, vicino alle mura di cinta. Gli scavi sono stati condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto nel 1991: le indagini hanno individuato tre fasi edilizie comprese tra la fine del I sec.a.C. – I sec.d.C., tra il I e II sec.d.C., tra II e III sec.d.C. Tra il III e IV sec.d.C. la domus è stata abbandonata.
Della I fase edilizia sono noti solo la piccola corte tetrastila 1, con colonne in laterizi parzialmente intonacate di rosso su basi quadrate lapidee, e poche tracce al vano 2.
Tra il I e il II sec.d.C. la corte 1 viene obliterata in seguito alla prima ristrutturazione generale. Nella zona settentrionale si collocano l’ambiente 3 con pavimento in battuto, il corridoio 4 e la stanza 5 con rivestimento in tessellato geometrico bicromo che era adiacente ai vani 6 con pavimentazione in cotto a cubetti e 7 ancora in tessellato geometrico bicromo. Nella parte orientale dello scavo è stato individuato infine l’ambiente 8 la cui pavimentazione è in battuto. L’area centrale, qui definita come 9 (poi trasformata nei due ambienti 12 e 13), doveva avere pareti affrescate, almeno sul lato N.
Tra II e III sec.d.C. un secondo riassetto generale comporta una parziale ricostruzione degli alzati e il generale rialzamento dei piani. Dal punto di vista planimetrico, l’ambiente 5 viene diviso nei vani 10 e 11, comunicanti fra loro e con pavimentazione in battuto, la parte centrale dello scavo sembra articolarsi nei due spazi 12 e 13, non meglio definibili, mentre il vano 8 si mantiene (ma viene ripavimentato in cotto). La grande novità è però rappresentata dalla stanza 14, la cui pianta a base quadrata viene completata da un’abside a curva irregolare: il vano, con rivestimento in tessellato, era dotato di intercapedine pavimentale e sembra vada messo in connessione con il complesso sistema di canalette che si sviluppa appena ad E, spingendo verso una lettura in chiave termale (per la descrizione della domus e la planimetria si rimanda a M. Annibaletto, Schede, in "Atria longa patescunt (Virg., Aen., II, 483). Le forme dell’abitare nella Cisalpina romana", Roma 2010).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Ambiente 14: ambiente pertinente alla III fase di vita della domus, solo parzialmente scavato, con abside ad arco irregolare, rivestita di intonaco chiaro e pavimentata in tessellato di piccole tessere; il resto dell’ambiente si caratterizza per la presenza di un’intercapedine pavimentale che, insieme alla vicinanza con la canaletta di scolo, ha fatto pensare ad un vano termale.
Lunghezza: 4 m – Larghezza: 4 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1992 – Ente responsabile: SA PD
Domus di via I Maggio, ambiente 14, tessellato
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: non documentato
Pavimento in piccole tessere di mosaico nell’abside dell’ambiente.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Croce da Villa, P./ Vigoni, A. 1993, Concordia Sagittaria. Strutture abitative romane nella sede della Banca Popolare FriulAdria di via I Maggio, in Quaderni di Archeologia del Veneto, Treviso, 70.Vigoni, A. 2001, Le terme private, in Concordia. Tremila anni di storia, Padova, 171.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Rinaldi, Federica, Domus di via I Maggio, ambiente 14, tessellato, in TESS – scheda 5165 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5165), 2008