Scavo sud del Piazzale: al di sotto dell’attuale piazza Cardinal Costantini, ad oriente della cinta muraria, è stato messo dal 1983 al 1999 un vasto complesso di ambienti, interpretato in un primo momento come villa suburbana, poi come parte di un sistema di magazzini extra moenia, ma ancora in corso di interpretazione. Si tratta di un grande complesso che si estendeva tra la strada romana (il decumano massimo corrispondente al tratto urbano della via Annia), rinvenuta nello scavo Nord, e il corso d’acqua che scorreva con buona probabilità a sud. Questo complesso è stato messo in relazione anche con le strutture di I-II sec.d.C. rinvenute sotto la basilica paleocristiana, con le quali condivide il medesimo orientamento.
L’edificio ha conosciuto almeno due fasi di vita. Alla prima fase appartiene il tipo architettonico più semplice a corpi paralleli senza porticato interno, risalente al I sec.d.C.: la pavimentazione degli ambienti di questa fase è in assi di legno di quercia.
Entro questi magazzini un interro di circa m 0.80 separa i pavimenti lignei da una seconda fase di insediamento, ancora ascrivibile al I sec.d.C.: questa è costituita da una serie di sei ambienti pavimentati in cotto che si impostano sopra i precedenti in tavolato ligneo, di cui rispettano le dimensioni ma non l’orientamento, e da alcune sale che, nel tempo (II sec.d.C.), vennero aggiunte a sud del complesso originario: si tratta nello specifico di due vani mosaicati scoperti nel 1990 di cui non è sicura la pertinenza ai magazzini. Dietro una palificata di fondazione che costeggia a sud la sponda meridionale del canale-cloaca, si apre un portichetto di quattro colonnine antistante agli ambienti 1 e 2: il primo con soglia di accesso, il secondo con resti di intonaco rosso e pavimentazione in tecnica mista con pseudoemblema raffigurante un cantharos pesantemente restaurato in antico. A circa una dozzina di metri più ad est sono stati identificati altri due ambienti: anche in questo caso, quello più ampiamente indagato (3 x >2 m), l’ambiente 3, interessato da una sepoltura tarda, presenta pareti rivestite da intonaco rosso e pavimentazione in tecnica mista con pseudoemblema raffigurante un ottagono campito da una losanga.
L’abbandono di tutta l’area è ascrivibile alla metà circa del II sec.d.C., cui seguì un impaludamento (la planimetria del complesso è tratta da Annibaletto, Pettenò, Rinaldi 2009, fig. 10).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Magazzini, pavimento in tecnica mista Pavimento in cubetti di cotto disposti in ordito di filari paralleli che, in prossimità dello pseudoemblema in tessellato con disegno di un ottagono campito da una losanga, si dispongono in ordito diritto.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: assente Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato a grandi tessere di laterizio (cubetti di cotto))
Referenza fotografica: Foto Soprintendenza per i Beni
Archeologici del Veneto, SAV 150745 (immagine su concessione del MiBACT – riproduzione vietata).
Croce da Villa, P. 1987, Concordia, in Il Veneto nell’età romana, II. Note di urbanistica e di archeologia del territorio, Verona, p. 402.Croce da Villa, P. 2006, Considerazioni sull’architettura degli horrea di Iulia Concordia, in Quaderni di Archeologia del Veneto, Treviso, p. 218.Mascarin, F. 2006, in Concordia tra Tardoantico e Alto Medioevo. Il contributo archeologico alla lettura dell’evoluzione topografica dell’abitato, Gruaro, p. 115.