L’edificio, indicato dal Johnson al momento dello scavo come tempio A, insiste nel Foro di età repubblicana di Minturnae, all’interno dell’area triporticata, in cui è posizionato ad est del Capitolium con fronte rivolta sulla via Appia. Nelle forme giunte fino a noi, l’edificio si compone di un doppio podio in cementizio con grandi inclusi laterizi, calcarei e tufacei. Il podio inferiore, che misura m. 22,85×13,10 ed è alto m. 1,56, aveva un rivestimento di blocchi di calcare tra i quali venne rinvenuta una serie di 29 cippi, riutilizzati. Tali blocchi, estratti dalla muratura nel corso dello scavo e sostituiti da blocchi di restauro, sono attualmente esposti nel Lapidarium del Museo Archeologico. Datati tra la fine del II sec. a.C. e il 56 a.C., essi menzionano nomi di schiavi e di liberti membri di collegia tenuiores di carattere religioso. Al di sopra del podio inferiore se ne innestava un secondo (di m.9,15×8,22 circa) alto, allo stato attuale di conservazione, circa m.2, largo m.8,22 e profondo m.6. Sulle strutture del doppio podio si conserva unicamente una porzione del muro meridionale del vestibolo della cella (in opera reticolata con ammorsature in mattoni), che consente di determinarne le dimensioni (m.9,15×8,22). L’intera struttura poggiava su una serie di 5 volte a botte; la vicinanza del tempio al Capitolium suggerì la costruzione di un’unica scalinata d’accesso collocata lungo il lato sud, tra i podia dei due edifici. Da un’analisi approfondita delle strutture si è ipotizzato che originariamente l’edificio fosse un tempio tetrastilo con intercolumnio di 2,50 m circa. Si può asserire quasi con certezza che l’edificio, connesso col culto imperiale, fosse dedicato ad Augusto, soprattutto sulla base del rinvenimento di due statue colossali di Augusto e Livia assimilabili alla coppia divina Giove-Giunone, attualmente conservate presso l’Antiquarium. Tale dedica, infatti, ben s’iscrive nel clima di pacificazone e di salvezza propagandato dall’imperatore stesso. (Pianta località edificio tratta e modificata da http://it.wikipedia.org/wiki/Minturnae; pianta edificio tratta da Bellini G.R., Minturnae: l’area archeologica, Marina di Minturno 1994, p.10).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q)
Minturnae, Tempio di Augusto, tessellato bicromo Il Johnson riferisce che durante lo scavo del vestibolo venne rinvenuta una gran quantità di tessere bianche e nere sciolte; egli ipotizza che originariamente le tessere costituissero il rivestimento pavimentale musivo dell’ambiente.
Del vestibolo si conservano unicamente un tratto del muro meridionale ed i gradini d’accesso, collocati sul podio superiore, a sud. La pavimentazione fu, in un primo momento, costituita da un mosaico a tessere bianche e nere che, in seguito, fu sostituita da lastre marmoree rosse.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Minturnae, Tempio di Augusto, tessellato bicromo Il Johnson riferisce che durante lo scavo del vestibolo venne rinvenuta una gran quantità di tessere bianche e nere sciolte; egli ipotizza che originariamente le tessere costituissero il rivestimento pavimentale musivo dell’ambiente.
Specifiche di rinvenimento Data: 1931-33
Minturnae, Tempio di Augusto, lastricato marmoreo
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: monocromo
Il Johnson riferisce che la pavimentazione originaria del vestibolo, un mosaico a tessere bianche e nere, fu sostituita da un lastricato marmoreo rosso di cui, durante gli scavi del 1931-1933, si rinvennero alcuni frammenti presso il podio inferiore.
Cronologia Non determinata
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: Strato di malta.
Arthur, P./ Coarelli, F./ Codagnone, A. et alii 1989, Schede dei monumenti di età tardo-repubblicana e imperiale, I, Il tempio A., in Minturnae, Roma, p.61..Johnson, J. 1935, in Excavations at Minturnae. Monuments of the Republican Forum, Pennsylvania, p.64..de’ Spagnolis, M. 1981, in Minturno, guida, Itri, p.51.