Una serie di indagini condotte tra il 2000 ed il 2004 hanno messo in luce i resti di un settore urbano residenziale ad alta densità abitativa, ubicato nel quartiere nord-occidentale del municipio opitergino. Sono stati individuati i resti strutturali di tre domus, di cui quella più orientale è denominata in modo convenzionale Domus C: di questa lo scavo ha accertato l’esistenza di due fasi di vita.
La fase di impianto si data alla fine del I sec.a.C. In questo momento storico l’edificio si colloca ad E dello stretto ambitus orientato N-S che lo separa dalla contermine domus B, cui si rimanda. Le murature sono realizzate con tecniche diverse, impiegando ciottoli legati a malta e tegole legate da argilla. I vari ambienti e le relative pavimentazioni sono in minima parte conservate a causa degli interventi edilizi della successiva fase.
A partire dal II sec.d.C. (pianta allegata) si verifica una totale ristrutturazione dell’edificio precedente con abbattimento di gran parte delle strutture e una nuova distribuzione planimetrica degli ambienti. Le pavimentazioni dei nuovi vani sembrano denunciare un innalzamento del livello di qualità dell’abitazione, che viene anche dotata di due nuovi ambienti riscaldati (12 e 22) preceduti dai rispettivi cavedi (13 e 21). Nelle fondazioni murarie aumenta l’uso del laterizio a scapito di quello dei ciottoli, che comunque vengono reimpiegati spogliando in parte le precedenti strutture. Tracce di pavimentazione musiva si trovano nei vani 15 e 16 (per la descrizione del contesto si rimanda a A. Vigoni, Schede, in "Atria longa patescunt (Virg., Aen., II, 483). Le forme dell’abitare nella Cisalpina romana", Roma 2010).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 119d – composizione, in colori contrastanti, di file di squadre scalate, contrapposte e tangenti (formanti file alternate di quadrati più grandi e più piccoli tangenti sulla diagonale
Corso, A. 1982, in Archeologia Veneta: rivista della Società Archeologica Veneta, Padova.Tirelli, M./ Rinaldi, F. 2010, Nuovi mosaici da Opitergium romana (Oderzo, TV), in Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli, p. 121, fig. 9.