Nel 1936, durante i lavori di fondazione per la nuova Casa Generalizia dei Domenicani a S. Sabina, furono scoperti nell’area antistante la chiesa (cd. zona II del Darsy), occupata nell’800 dal lazzaretto, precedentemente dal giardino e, nel periodo iniziale di vita della basilica, da un quadriportico, i resti di un notevole complesso realizzato in laterizio. Alla fine del II-inizi del III secolo d.C., il ciglio NO del colle Aventino è interessato complessivamente da un rialzamento consistente del livello del suolo, che oblitera le precedenti costruzioni, utilizzandole come fondamenta. Su questo nuovo livello viene innalzato un grande quadrilatero a portici, il cui lato SE costeggiava vicus Armilustri; il porticato inquadra ambienti di piccole dimensioni, aperti sulla corte interna; alcuni conservavano lacerti di pitture, databili al tardo II secolo, "elegantemente pavimentati a mosaico" e dotati di vasche "rivestite di bei marmi" (CAR VIII, A 48 b). La presenza di suspensurae permette di identificare nei resti rinvenuti un complesso termale. Tali edifici conobbero restauri importanti nel corso del IV secolo, quando furono realizzati un accesso diretto al vicus ed una serie di vasche nella corte, che cessarono di vivere improvvisamente e violentemente all’inizio del V secolo (con ogni probabilità a causa di distruzioni legate al sacco goto). Le strutture sopravvissute verranno poi riutilizzate nel V secolo come fondazione della basilica. Il Colini identificò tali resti murari con le Thermae Surane (COLINI 1938, p. 286), costruite alla fine del I secolo d.C. da Traiano o da L. Licinius Sura, suo amico, accanto alle loro abitazioni private, e più volte restaurate, tanto da essere utilizzate ancora nel IV secolo; attualmente però si tende a ritenere che esse siano da localizzare nell’area a NO di S. Prisca (L. VENDITTELLI, in LTUR 1999, p. 65), per cui è probabile che le strutture rinvenute siano pertinenti ad un balneum privato annesso ad una delle numerose domus esistenti nell’area. Manca la documentazione grafica e fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ad eccezione della loro disposizione intorno ad un cortile porticato, non si ha alcuna notizia sugli ambienti con pavimenti musivi, nè è disponibile nell’edito una planimetria o documentazione grafica e/o fotografica dettagliata dell’area.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1938
Regio XIII, S. Sabina, "area del lazzaretto" (zona II), terme, tessellato
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: non documentato
Tessellato descritto dal Colini a commento della pianta del complesso, in cui si accenna assai sinteticamente alla presenza di ambienti "elegantemente pavimentati a mosaico" (COLINI 1938, p. 286). Non si hanno ulteriori elementi di descrizione, manca la documentazione fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: non documentato Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: Non documentate. cm