Nel corso di lavori di arginatura condotti dal Genio Civile negli anni 1979-80 per fondare nuove banchine di magra lungo il Tevere, nell’area del Lungotevere Testaccio subito a Sud del Ponte Sublicio, si incontrarono numerose strutture di epoca imperiale romana, appartenenti alle opere di regolamentazione della riva e organizzazione della banchina, relative al tratto portuale della città antica attualmente noto come Marmorata. Parti del complesso erano già state incontrate in simili interventi attuati nel 1920 e nel 1942-3, ed avevano subito in queste occasioni pesanti interventi di demolizione. Lo scavo del 1979-80 rivelò la presenza di un muraglione in laterizio (sp. m 0.90) con fondazioni in opera cementizia, che aveva andamento parallelo ad un cordolo in opus caementicium di larghezza ed andamento variabili, identificabile come la precedente banchina di magra; gli scavi della prima metà del secolo avevano dimostrato l’esistenza, a ridosso del cordolo, di ambienti di servizio e immagazzinamento in opus reticulatum, che a loro volta si addossavano ad una più antica banchina in opera quadrata, distrutti dopo la scoperta. Negli anni 1979-80 si scoprirono circa 90 m a Sud di Ponte Sublicio una serie di ambienti, a pianta rettangolare, coperti con volta a botte impostata su pareti in opus mixtum, disposti perpendicolarmente rispetto al muraglione in laterizio e al cordolo, addossati al primo e sovrapposti parzialmente al secondo. Sopra questi si impostava un piano superiore: in particolare sopra gli ambienti segnati in pianta con i nn. I-XIII, prospicienti il fiume, era un vasto piazzale di lavoro lastricato in blocchi di travertino, su cui si affacciava una prima fila di ambienti (A-L/ R-S-T) sempre coperti a volta a botte e collegati ad una seconda fila parallela di vani (P – P1- Q -U -V), comunicanti tra loro attraverso porte con soglie in travertino. Tutti questi vani ebbero vita lunghissima, con successivi restauri e rialzamenti dei piani di calpestio. Sopra a questo piano ne esisteva un secondo, costituito da una serie di stanze, in corrispondenza dei vani sottostanti (in pianta A-L/ R-S -T, XIV, XV), coperte con tetto inclinato di tegole, affacciate sul fiume e aperte con porte su un’area, forse scoperta, posta a livello leggermente inferiore, sostenuta dalla fila interna dei vani del primo piano e da una seconda, parallela, tuttora sepolta sotto il Lungotevere Testaccio. Pianta edificio da A.CARANDINI, Atlante di Roma Antica, Roma 2012, tav. 29.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Regio XIII, Lungotevere Testaccio (Ripa di Marmorata), tessellato Lacerti di tessellato bicromo a decoro geometrico, articolato in un bordo costituito da una fascia monocroma bianca (DM 1y) e un campo a fondo nero; il mosaico è così descritto "mosaico più fine, nero, contornato da fasce di tessere bianche e forse decorato con motivi geometrici centrali" (MENEGHINI 1985, p. 440). La defiinizione "più fine" forse è relativa alle dimensioni delle tessere, dato plausibile considerando che il confronto avviene con resti di pavimentazione relativi probabilmente ad un’area scoperta. Manca la documentazione fotografica.
Area al secondo piano corrispondente ai vani sottostanti indicati in pianta come U-V-Q, probabilmente scoperta, data la presenza di lucernari strombati sulle volte che coprono gli ambienti sottostanti; il livello pavimentale della zona era a livello leggermente inferiore del pavimento degli ambienti vicini; conservava ampie tracce della pavimentazione musiva originale.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1979-1980
Regio XIII, Lungotevere Testaccio (Ripa di Marmorata), tessellato
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a copertura unitaria? Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Tessellato a campo omogeneo monocromo nero, probabilmente in filari paralleli di tessere in ordito rettilineo (DM 105a), rinvenuto in situ e descritto come "mosaico nero uniforme" (MENEGHINI 1985, p. 440). Manca la documentazione grafica e/o fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: non documentato Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Metriche Tessere: Non documentate. cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli