Nel 1967, durante i lavori per la realizzazione dell’autostrada Bologna- Canosa, in località Cesano vennero alla luce, in seguito al fortuito rinvenimento di una pavimentazione in opus spicatum, strutture murarie riferibili ad un impianto per la premitura dell’olivo connesso con una probabile villa rustica. Dell’edificio residenziale si conserva un ampio ambiente rettangolare (vano 1), con pavimentazione in terra battuta (probabile cortile) e una serie di muri, in laterizio, con direzione est-ovest, che potrebbero indicare la presenza di alcuni vani ( 7ed 8), con funzioni e caratteristiche non definibili, di un possibile quartiere orientale del complesso. Il settore occidentale è occupato dall’impianto produttivo vero e proprio con vasche (3, 4, 5 e 6), funzionali alla decantazione dell’olio, collegate alla piattaforma di spremitura che occupa l’intera area orientale. Lo studio dei materiali data la struttura tra il I secolo a.C. e la seconda metà del I secolo d.C. (Pianta da Mercando 1979).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Impianto produttivo, Amb.9, piattaforma di spremitura, opus spicatum La grande piattaforma per la spremitura dell’olio si presenta interamente pavimentata con mattoncini rettangolari, messi di taglio, a spina di pesce. Il pavimento, attualmente danneggiato da arature moderne, è tagliato da una canaletta, anch’essa realizzata con mattoncini, che, con pendenza verso est, doveva convogliare l’olio appena spremuto all’interno della vasca 6.
Impianto produttivo, vasca 5, pavimento a grandi tessere fittili La vasca 5 prevede una pavimentazione a commessi laterizi realizzata con cubetti di cotto. Alla pavimentazione si associa una perfetta impermeabilizzazione della stessa struttura ottenuta con cocciopesto lungo le pareti e cordoli lungo le giunture.
Impianto produttivo, vasca 6, opus spicatum La vasca è rivestita con un pavimento a commessi laterizi con mattoncini disposti a spina di pesce. I mattoncini impiegati misurano 11-13 cm ed hanno uno spessore di 3 cm.
Mercando, L. 1979, Marche. Rinvenimenti di insediamenti rurali, in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., p. 115, fig. 22.