Nel 1981 la Soprintendenza ha programmato uno scavo nell’area dell’ex convento di S.Domenico, dove già nel 1942 erano stati scoperti casualmente due pavimenti in tessellato. Lo scavo ha messo in luce quattro ambienti di una domus, di cui facevano parte anche i pavimenti scoperti nel 1944: uno dei due pavimenti, infatti, è da attribuire al vano 2 della domus, mentre l’altro è da attribuire al vano 4. Il vano 1 è un corridoio pavimentato in tessellato (oppure, una parte del portico di una corte, visto il rinvenimento in questo settore della domus di gocciolatoi in terracotta a testa di cane). Il vano comunica con il triclinio 2 per mezzo di una soglia in tessellato; il vano 2 ha una pianta a T, pavimentazione in tessellato e sono stati rinvenuti anche lacerti degli intonaci parietali di III stile. I vani 3 e 4 comunicano rispettivamente a N e a S con il vano 2; entrambi sono pavimentati in tessellato, e sono interpretati come vani di soggiorno. Sulla base dell’analisi stilistica dei pavimenti e degli intonaci la domus è datata all’età augustea. (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione di G. Paolucci da Aemilia 2000, p. 464; la planimetria allegata è tratta da Maioli 1994, fig. 5).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Ex S.Domenico, tessellato con comp. triassale di losanghe Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una parte della superficie originaria e attualmente conservato in una sezione di 1.52×1.04 m. La decorazione consiste in una composizione triassale di losanghe adiacenti, con effetto di stelle di sei losanghe, delineata in nero su fondo bianco. La sezione del pavimento è conservata presso i magazzini del Museo di San Domenico.
Ex S.Domenico, tessellato con scacchiera di squadre Pavimento in tessellato tricromo, rinvenuto per una parte della superficie originaria. Il pavimento è decorato da una scacchiera di squadre in tessere bianche e nere, interrotta da un pannello rettangolare, campito da una serie di losanghe concentriche in tessere bianche, nere e rosse. Le sezioni del pavimento sono conservate presso il Museo di San Domenico.
Ex. S.Domenico, tessellato con punteggiato di tessere Pavimento in tessellato bicromo, rinvenuto per la quasi totalità della superficie originaria. Il pavimento comprende un tappeto e la soglia di accesso. Della soglia si è conservato pochissimo: presentava una svastica bianca, profilata in nero, su fondo bianco. Il tappeto è decorato da un punteggiato di tessere bianche su fondo nero. Le sezioni del pavimento sono conservate presso il Museo di San Domenico.
Il vano 2 è un ampio ambiente con pianta a T, non completamente scavato. Il vano è interpretato come triclinio della domus. Attraverso la soglia, si accede ad esso dal corridoio 1; comunica inoltre con i vani 3 e 4, posti rispettivamente a S e a N del triclino. Presenta una pavimentazione in tessellato, di cui una piccola parte era stata rinvenuta in scavi fortuiti del 1943.
Lunghezza: > 19 m – Larghezza: 10 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1943; 1982 – Ente responsabile: SA ER
Ex S.Domenico, tessellato con comp. di esagoni e losanghe
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Pavimento in tessellato bicromo con inserti marmorei, rinvenuto per una piccola parte nel 1943 (1.07×1.38 m) e per una porzione più ampia nel 1982. Il pavimento comprende la soglia e il tappeto. La soglia è costituita da un tappeto in tessellato policromo con decorazione figurata, bordata da un lato da una fascia a scacchiera di quadrati bianchi e neri in pietra. Il tappeto è decorato da una composizione romboidale di esagoni e losanghe adiacenti, delineata; gli esagoni e le losanghe sono campiti da esagoni e losanghe in marmo. Le sezioni del pavimento sono conservate presso il Museo di San Domenico.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Misure Lunghezza: >19 m; Larghezza: 10 m;
Unità decorative
Parte dell’ambiente: soglia Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
Soglia in tessellato policromo, rinvenuta per una parte della superficie originaria. La soglia è bordata su uno dei lati lunghi da una fascia in tessere gialle, da una linea semplice nera, da una fascia bianca e da una linea semplice nera; sul lato opposto il bordo è costituito da una fila di quadrati in pietra, alternativamente bianchi e neri (la Maioli dice che tra i quadrati c’è un listello in marmo rosso, ma dalla foto non si vede). La soglia, rettangolare, a fondo bianco, è decorata da quattro animali disposti ai lati di un motivo vegetale, con due boccioli, forse di rosa. Si riconoscono un gallo e una pernice, raffigurati prevalentemente in nero, ma con i particolari interni in tessere bianche e rosse. Altri due animali si sono conservati in modo lacunoso; vicino al gallo resta parte della testa e di una pinna di una tartaruga, mentra a fianco della pernice c’è parte di un altro animale non identificato (che a me sembra un’altra tartaruga, ma la Maioli dice che potrebbe essere un altro uccello).
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato
opus sectile (sectile a base mistatessellato senza inserti)
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: figurata Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni figurate
Tema
Soggetto
Altre componenti
Figura di
Gallo
Figura di
Pernice
Referenza fotografica: Da Curina 2000
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
Pavimento in tessellato bicromo con inserti marmorei, rinvenuto per una parte (5x5m) nel 1943 e per una parte più cospicua nel 1981. Il tappeto, di cui non conosco il bordo, è decorato da una composizione romboidale di esagoni e di losanghe adiacenti, con effetto di grandi esagoni irregolari intersecantisi, quì delineati da una linea semplice bianca tra due linee semplici nere, su fondo bianco. Le losanghe sono campite da losanghe in marmo, anche di reimpiego. Gli esagoni sono campiti da piccoli esagoni in marmo.
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: museo/antiquarium – inv. 71207 Restauri antichi: Restauri antichi, che non sempre hanno rispettato il disegno geometrico, sono segnalati in più punti del tappeto. Reimpiego: "Almeno tre dei marmi utilizzati per le losanghe sono ottenuti da lastre di marmo riutilizzate, una delle quali con iscrizione con bella rubricatua in rosso, ben conservata". Condizione giuridica: proprietà Stato
Curina, R. 2000, Imola., in Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all’età costantiniana, Catalogo della mostra (Bologna, 18 marzo- 16 luglio 2000), Venezia, p. 465, fig. p. 466.Maioli, M.G. 1994, Nuovi ritrovamenti di mosaici romani geometrici bianconeri in Romagna., in Atti del I Colloquio dell’ Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ravenna, 29 aprile-3 maggio 1993), Ravenna, pp. 221-223.Maioli, M.G. 2000, I materiali., in Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all’età costantiniana, Catalogo della mostra (Bologna, 18 marzo-16 luglio 2000), Venezia, p. 197, fig. 24.Mancini, F./ Mansuelli, G./ Susini, G. 1957, in Imola nell’antichità, Roma, p. 186, tav. XX, fig. 1.Merlini, F. 1999, in Archeologia a Imola. Breve storia della ricerca nella città e nel territorio, Milano, pp. 61-62, fig. p. 61.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Ex S.Domenico, tessellato con comp. di esagoni e losanghe , in TESS – scheda 7370 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7370), 2009