La Domus Aurea sostituì la prima dimora di Nerone, la Domus Transitoria, fatta costruire tra 54 e 64 d.C. ed ebbe rispetto a quella un’estensione di gran lunga più vasta: dal Palatino e dalla Velia (dove si trovava il vestibolo, luogo in seguito occupato dal Tempio di Venere e Roma), il limite raggiungeva i margini dell’Oppio (presso S. Pietro in Vincoli), per seguire poi l’odierna via delle Sette Sale e successivamente, ad est, il tracciato delle mura serviane fino al Celio, includendo il Tempio di Claudio, riadattato a ninfeo; da qui esso raggiungeva di nuovo il Palatino, inglobando così tutta la valle del Colosseo, allora occupata da uno stagno. L’enorme complesso architettonico aveva l’aspetto di una villa piuttosto che di un palazzo; di esso resta soltanto un "limitato" settore (m 300 x 190) sul Colle Oppio, sopravvissuto alle successive demolizioni per essere stato inglobato nelle fondamenta delle Terme di Traiano. La porzione della domus ubicata sul Palatino fu invece sostanzialmente rasa al suolo, obliterata dalle costruzioni della Domus Flavia: di essa sopravvivono pertanto pochi resti, rimessi in luce a varie riprese nel corso di saggi eseguiti al disotto del livello di calpestio degli ambienti di età flavia e domizianea (per i dettagli si rimanda alle singole schede). Pianta edificio tratta da MORRICONE MATINI 1967.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Regio X, Palatino, Domus Aurea, opus sectile Pavimento in opus sectile marmoreo policromo, composto, nella parte centrale, secondo uno schema a modulo quadrato reticolare con motivi complessi e, sulle fasce, secondo un modulo rettangolare listellato
Regio X, Palatino, Domus Aurea, sectile Pavimento in opus sectile marmoreo policromo, redatto secondo uno schema modulare quadrato reticolare a motivi complessi. I marmi sono quelli della "quadricromia neroniana" (giallo antico, pavonazzetto, porfido rosso e verde). Il frammento, scoperto fra le strutture venute in luce dopo la demolizione della Villa Mills (MORRICONE 1967, p. 71), è stato distaccato e ricomposto su un pannello, applicato alla parete di un vano della Domus Augustana.
Ambiente ubicato nel settore posteriore della casa, con ambienti affacciati su un grande cortile, porticato su tre lati, ad eccezione di quello nord, e costituito da un criptoportico, che fungeva da intercapedine e da sostegno per il terrapieno retrostante. Tra gli ambienti contigui all’euripus, su cui prospetta il portico OE (settore NE) impostato direttamente sul criptoportico 92 (da Fabbrini 1983, fig. 1), se ne apre uno che conserva un pavimento in tessellato geometrico bicromo. Nello stesso settore della Domus Aurea, inoltre, si affacciano altri ambienti con diverse pavimentazioni in opus sectile a modulo quadrato (v. schede relative).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1979-1980
Domus Aurea, tessellato geometrico a dodecagoni
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Tessellato geometrico bicromo con una composizione di dodecagoni irregolari.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Fabbrini, L. 1983, Domus Aurea: una nuova lettura planimetrica del palazzo sul colle Oppio, in Città e architettura nella Roma imperiale, Atti del Seminario del 27 ottobre 1981 nel 25° anniversario dell’Accademia di Danimarca, Odense, p. 171, fig. 2.