Edificio rinvenuto nell’area compresa fra il lato orientale della chiesa di S. Saba e l’attuale via E. Rosa. Caratterizzato da strutture in opera mista (due ricorsi di tufelli alternati a una fila di mattoni, tra uno spesso strato di calce) e composto da ampio corridoio (lungh. m 20 ca; largh. m 2.95), sul lato settentrionale del quale si aprivano tre nicchie semicircolari: le due laterali (1-3, in pianta) maggiori, la centrale (2, in pianta) di minori dimensioni. Un vano (m 1.79 di larghezza) metteva in comunicazione, sul lato meridionale, il corridoio con il resto dell’edificio, del quale sopravvivevanosoltanto alcuni ambienti, con trasformazioni in epoca posteriore (chiusura del vano di fronte alla terza nicchia; aggiunta di pilastri a ridosso dei muri). Oltre il corridoio, nella porzione meridionale dell’edificio, era presente una vasca (lungh. m 6.40; largh. m 4,85; prof. m 1.95). Pavimenti musivi si conservavano nella nicchia occidentale (1, in pianta), nella terza nicchia (3, in pianta) e nel vano antistante la prima nicchia E (n. 4, in pianta). Al momento dello scavo si volle riconoscere nell’edificio un sacello mitriaco prossimo alla Statio IV cohortis vigilum (che le fonti e il rinvenimento nell’area di alcune iscrizioni collocano nei pressi della chiesa, nella XII regio), a ragione della pianta dell’edificio e del confronto con simili strutture rinvenute ad Ostia (GATTI 1925, pp. 384-387). Tra le rovine dell’edificio è stata rinvenuta, a questo proposito, una "tavoletta marmorea" (m 0,25 x 0,20 x 0,06) con raffigurazione di Mitra tauroctono. M. E. Blake considera brevemente il contesto nel 1940 e ne descrive sommariamente strutture e mosaici (BLAKE 1940, p. 88). La studiosa inglese condivide sostanzialmente l’identificazione con un sacello mitraico, precisando, però, che si tratta di una forma "somewhat different in plan from the usual type of Mithraeum". Ad una fase precedente (III secolo d.C.) appartiene, a suo giudizio, il rivestimento pavimentale del vano antistante la nicchia occidentale (1, in pianta). Più recentemente J. Calzini Gysens (in LTUR, III, 1996, p. 269, fig. 181) lo descrive più specificamente come mitreo senza podi laterali in muratura e vasca a sinistra dell’ingresso, praticabile attraverso quattro gradini. La questione relativa all’originaria destinazione d’uso del contesto indagato risulta di non marginale importanza, perchè strettamente connessa a quella, mai risolta, riguardante l’effettiva identificazione delle strutture rinvenute al di sotto della chiesa di S. Saba (v. scheda), attualmente accessibili tramite una scala a sinistra del portico d’ingresso all’edificio di culto. Di fatto, queste ultime strutture, insieme a quelle decorate con pavimenti musivi rinvenute nel 1925 e qui considerate, mancano di una precisa connotazione funzionale e non conservano, quindi, elementi sicuri per una identificazione con una caserma dei vigili.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio XII, via Salvator Rosa, cd. mitreo, corridoio, tessellato geometrico Tessellato bicromo (larghezza m 3.45; profondità m 2,60) a decorazione geometrica con composizione di ottagoni irregolari ed esagoni allungati (DM 169a), delineati in tessere nere su fondo bianco, qui con scomparti caricati da croci ad estremità patenti. Il campo è inquadrato da una treccia a due capi in colori contrastanti (DM 70d), bianca su fondo nero.
Corridoio (m 3.19 di larghezza e m 2.47 di profondità), sul lato settentrionale del quale si aprono tre nicchie semicircolari, ciascuna delle quali ha parzialmente conservato la propria pavimentazione musiva. Il rivestimento della nicchia al limite orientale (n. 3, in pianta), in particolare, presenta – secondo la sintetica descrizione di scavo (GATTI 1925, p. 386; fig. 5, p. 385) – "resti di musaico a disegno geometrico, di gradevole effetto e di esecuzione accurata”, del quale lo stesso autore fece curare la riproduzione grafica. E’ lo stesso Gatti, infatti a precisare che “il disegno dei singoli pavimenti è stato completato nelle parti mancanti, per riprodurli allo stato originario, rimanendo tutti gli elementi necessari alla ricostruzione”.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio XII, via Salvator Rosa, cd. mitreo, corridoio, tessellato geometrico Tessellato bicromo (larghezza m 3.45; profondità m 2,60) a decorazione geometrica con composizione di ottagoni irregolari ed esagoni allungati (DM 169a), delineati in tessere nere su fondo bianco, qui con scomparti caricati da croci ad estremità patenti. Il campo è inquadrato da una treccia a due capi in colori contrastanti (DM 70d), bianca su fondo nero.
Specifiche di rinvenimento Data: 1925
Regio XII, via Salvator Rosa, cd. mitreo, corridoio, tessellato geometrico
Parte dell’ambiente: nicchia Rivestimento con scansione: a più unità decorative Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Tessellato litico bicromo a decorazione geometrica, con composizione triassale di esagoni tangenti (formanti triangoli equilateri) in colore contrastante, con effetto di stelle di due triangoli (DM 209a), gli esagoni qui caricati da crocette. Campo bordato da una treccia a quattro capi in colore contrastante (DM 73b), bianca su fondo nero.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 73b – treccia a quattro capi, in colore contrastante
Blake, M.E. 1940, Mosaics of the Late Empire in Rome and Vicinity, in Memoirs of the American Academy in Rome, p. 88.Gatti, E. 1925, in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., Roma, pp. 384-387, fig. 5.