Scavi effettuati tra il 1987 e il 1997, hanno permesso di rintracciare, in corrispondenza del settore orientale di Palazzo Ottoni in via S. Francesco, le strutture murarie di una probabile domus di cui sono stati individuati cinque ambienti, alcuni dei quali con pavimentazioni in tessellato (vani 1, 4 e 5). Gli scavi nell’area circostante i vani hanno riportato in luce alcune strutture murarie in opera laterizia e cementizia (muro di contenimento) che vengono generalmente attribuite allo stesso edificio di cui, ad ogni modo, risulta piuttosto difficile stabilire la planimetria generale. Il complesso viene datato, su base archeologica, all’inizio del II secolo d.C.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Palazzo Ottoni, domus, Amb.4, tessellato monocromo L’ambiente 4, rintracciato in prossimità del limite settentrionale dello scavo, si caratterizza per la presenza di una pavimentazione in tessellato monocromo bianco. Non sono note ulteriori indicazioni circa il rivestimento in esame.
Palazzo Ottoni, domus, Amb.5, tessellato b/n Gli scavi effettuati nel 1997 hanno permesso di identificare l’ambiente in esame (vano 4) e la relativa pavimentazione, in tessellato monocromo bianco con cornice nera, solo in parte conservata. Il rivestimento, molto lacunoso, prevede delle integrazioni in cocciopesto, effettuate in età tarda, che attestano il lungo utilizzo della struttura.
Ambiente 1: vano di soggiorno che chiude a sud la sequenza degli ambienti, con stesso orientamento (est-ovest), rintracciati durante le indagini compiute nel 1987. L’ambiente, delimitato da strutture murarie in opera laterizia, ha restituito l’intera pavimentazione in tessellato policromo. Il vano viene interpretato in letteratura come generico ambiente di soggiorno.
Lunghezza: 5.10 m – Larghezza: 3.40 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
L’ambiente 1 presenta un pavimento in tessellato, in redazione policroma, decorato con un motivo geometrico costruito sulla giustapposizione di stelle di otto losanghe, quadrati e rettangoli. Il tessellato, in parte danneggiato in prossimità della parete nord del vano, è stato rintracciato ad una profondità di 4 m dall’attuale piano di calpestio. Il pavimento viene datato, su base stilistica, al II secolo d.C.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 176f – variante della composizione ortogonale di ottagoni stellati a rettangoli, tangenti per due sommità, formanti esagoni allungati, scompartiti in un quadrato sulla diagonale fiancheggiato da due coppie di losanghe, e ottagoni scompartiti in un quadrato contornato da quattro mezze stelle di otto losanghe e quattro piccoli quadrati sulla diagonale
quadrati a lati concavi, nodo di Salomone, composizione con petali
Referenza fotografica: Immagine scansionata da Virzì 1991, fig.31
Biocco, E. 2000, Elementi per la forma urbana: la documentazione archeologica, in Matelica. Città romane, I (Atlante di topografia antica), Roma, p. 36, figg. 17-18.Mercando, L. 2003, Pavimenti a mosaico e pitture parietali, in Archeologia nelle Marche. Dalla Preistoria all’Età Tardoantica , Firenze, p. 323, fig. 8 .Virzì, R. 1991, Matelica (MC), Palazzo Ottoni: mosaici policromi, in Scavi e ricerche nelle Marche. Introduzione alla mostra, Urbino, pp. 52-53, fig. 31.