schedaVia S. Fermo 63-65, vano 3, pavimento in tecnica mista (PD-35) Padova ( PD ) Nel corso della metà degli anni Novanta la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto (1995; 1996-1997) ha condotto uno scavo non estensivo all’interno del cortile di Palazzo Forzatura, mettendo in luce un’area con più fasi di frequentazione e numerosi rifacimenti.
Nella fase di I sec.a.C. è documentato un ampio complesso nel quale un ambiente presenta il pavimento di cocciopesto decorato da tessere.
Intorno alla metà del I sec.d.C., dopo una fase in cui la zona assume funzione artigianale, ha luogo una ristrutturazione generale con un ripristino della funzione abitativa dell’area. Le indagini archeologiche hanno portato in luce i resti di un complesso le cui strutture murarie presentano zoccoli di scaglia e laterizi ed elevati in pisé intonacati, associati a piani pavimentali in tessellato e in cementizio con tessere. L’ingresso avviene attraverso il vestibolo 1 allungato in senso E-O e forse a gomito, fiancheggiato dall’ambiente 2 e dall’ambiente 3; il corridoio introduceva nell’ampio vano rettangolare 4, probabilmente allungato in senso N-S, pavimentato con un signino decorato con tessere che disegnavano svastiche e losanghe. Su di esso, sul lato opposto del vestibolo, si affacciavano i tre vani 5, 6 e 7, dei quali il centrale recava un pavimento in cocciopesto rubricato, con inserti di tessere bianche e nere. A retro di questi ambienti “di rappresentanza” si trovava un gruppo di ambienti di servizio, articolati attorno ad un cortile, tra cui, forse, la cucina 8 (aree focate e canne fumarie) ed un vano pavimentato in cubetti di cotto 9.
Nella seconda metà del I sec.d.C. il settore di rappresentanza viene spostato leggermente ad est e a questa fase appartiene un pavimento musivo in tessere bianche e nere pertinente il vano 3.
In occasione dell’ultima fase residenziale romana, ascrivibile al II sec.d.C., viene eliminato il vestibolo e i due ambienti ad esso prospicienti vengono ampliati e posti in comunicazione diretta, determinando un ampliamento del vano 3 che viene ripavimentato in cubetti di cotto, con inserzione di uno pseudo-emblema in tessellato e motivo di cantharoi agli angoli.
Nel III sec. d.C. si riscontra un netto degrado di tutta l’area, caratterizzata da spoliazioni murarie estese e strutture abitative “povere” in materiali deperibili (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è ripresa da Rinaldi 2007, su gentile concessione della SAVeneto).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici Via S. Fermo 63-65, I fase, cementizio con punteggiato irregolare Pavimento in cementizio a base fittile decorato con un punteggiato irregolare di tessere bianche e nere, bordato da una linea punteggiata di tessere bianche.Via S. Fermo 63-65, vano 3, tessellato bicromo (PD-XVI) Tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, delimitato da fasce di tessere bianche e nere. Via S. Fermo 63-65, vano 4, cementizio con meandro Il pavimento, realizzato in cementizio rosso decorato da tessere bianche e nere, presenta cinque linee dentate bianche e nere e una losanga di tessere bianche con le diagonali, anch’esse disegnate da tessere bianche, che al loro incrocio formano una crocetta di quattro tessere bianche con una tessera nera al centro. E’ stato interpretato come un bordo ornato da un motivo a meandro di svastiche a giro semplice e losanghe sdraiate. Via S. Fermo 63-65, vano 6, cementizio rubricato Pavimento, realizzato in cementizio a base fittile dipinto di rosso e decorato da tessere bianche e nere. Via S. Fermo, vano 9, pavimento a commessi laterizi (PD-XV) Pavimento a commessi laterizi di cubetti di cotto. Ambiente 3: vano appartenente alla II fase del complesso residenziale. Nel corso della seconda metà del I sec.d.C. l’ambiente viene pavimentato con un tessellato bicromo. Successivamente, in occasione dell’ultima fase residenziale romana, ascrivibile al II sec.d.C., conosce un ampliamento e viene ripavimentato in cubetti di cotto, con inserzione di uno pseudo-emblema in tessellato e motivo di cantharoi agli angoli.Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici Specifiche di rinvenimento Data: 1996/1997 – Ente responsabile: SA PD Via S. Fermo 63-65, vano 3, pavimento in tecnica mista (PD-35) Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: ad emblema/pseudoemblema Cromia: tricromo Pavimento in cubetti di cotto in cui è inserto uno pseudoemblema in tessellato bicromo decorato da quattro quarti di cerchio in corrispondenza degli angoli, campiti ciascuno da un kantharos e collegati tra loro da due archetti. Al centro dei quattro cerchi angolari si trova un quadrato di cui si conserva solamente qualche tessera nera della cornice. Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: Stesura di argilla (cubetti di cotto), materiale detritico e pezzame laterizio posto di taglio e legato da malta su cui è posto uno strato di malta (tessellato). Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
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DM 1t – linea tripla | | | DM 1i – linea doppia | | | DM 1k – linea doppia bicroma, le tessere disposte a scacchiera | | |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato in materiali misti (tessere litiche e cubetti di cotto)) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
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DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli | | | DM 354c – composizione centrata attorno ad un quadrato di 4 quarti di cerchio angolari e di 4 archetti sui lati | | |
Referenza fotografica: L’immagine è ripresa da RUTA SERAFINI 2002, fig. 4. Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ, Cortile di abitazione privata Restauri moderni: Il pavimento è sistemato sotto una tettoia Condizione giuridica: proprietà Stato
Balista, C./ Cipriano, S./ Ruta Serafini, A. 1996, Padova: saggi preliminari in via S. Fermo, in Quaderni di Archeologia del Veneto, Treviso, p. 23, fig. 3.Rinaldi, F. 2007, in Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec.a.C. – VI sec.d.C.), Roma, tav. XLIII, 1-2.Ruta Serafini, A. 2002, L’archeologia urbana: nuovi dati, in Padova Romana, Catalogo della Mostra (Freiburg, Augsburg, Padova, febbraio 2002 – giugno 2003) , Rubano (Padova), p. 62, fig. 4.
DATA SCHEDA: 2002 | AUTORE: Clementi, Tatjana | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca | AGGIORNAMENTO: 2007 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Rinaldi, Federica STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatjana, Via S. Fermo 63-65, vano 3, pavimento in tecnica mista (PD-35), in TESS – scheda 8098 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=8098), 2002INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=8098
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