Nell’inverno 2008/2009 la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna ha effettuato uno scavo in via D’Azeglio, nelle immediate vicinanze della Chiesa di San Procolo, dal momento che nell’area era programmata la realizzazione di garages interrati. Lo scavo ha messo in luce una sequenza stratigrafica che copre un periodo che va dal VII sec.a.C. ai nostri giorni senza soluzione di continuità. Per l’età romana il settore indagato si caratterizza per l’assenza di resti riconducibili ad un’edilizia di tipo domestico e per una crescita limitata dei livelli archeologici. Per l’età repubblicana (più precisamente nei primi decenni del I sec.a.C.) l’area di scavo si caratterizza unicamente per la presenza di un condotto idrico interrato con andamento non lineare, realizzato interamente in laterizi con tegole nel piano di posa e semisesquipedali negli alzati; il condotto è interpretato come una struttura per la captazione, la raccolta e lo scorrimento delle acque di falda in direzione della città (verso Nord), dal momento che presentava una leggera pendenza proprio in quella direzione e proseguiva oltre i limiti di scavo sia a Nord che a Sud. Nella prima età imperiale è realizzato un asse viario extraurbano, dotato di fossato per lo scorrimento delle acque meteoriche, che va ad incidere sull’utilizzo del condotto, che da questo momento è solo parzialmente attivo. Immediatamente ad Est dell’asse stradale è quindi costruita una struttura (1) di cui non è nota la destinazione d’uso e di cui si conserva solo il basamento di fondazione e una minima porzione dell’alzato. In un momento successivo, collocabile tra la fine del I sec.d.C. e gli inizi del II sec.d.C. viene addossato all’alzato di questa struttura 1 un ulteriore edificio (2), costituito da un unico ambiente rettangolare di 5×7 m, che presenta una pavimentazione in tessellato. L’edificio è rialzato rispetto al piano di calpestio esterno e probabilmente presentava un accesso sul lato Est (il lato opposto rispetto al fronte stradale). Le due strutture (1-2) sono complementari per un lungo periodo di tempo, cioè almeno fino alla fine del III sec.d.C. o agli inizi del IV sec.d.C. In bibliografia è proposta, seppur con qualche dubbio, un’identificazione funzionale di tipo cultuale almeno per la struttura 2, che potrebbe quindi essere interpretata come un sacello; tuttavia è anche suggerita l’ipotesi che possa trattarsi di un monumento funerario isolato. Il pavimento in tessellato era stato già scoperto nel 1937 durante lavori per le condutture del gas, ma subito reinterrato. ((la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione di G. Paolucci da Aemilia 2000, p. 440; la planimetria allegata è tratta da Negrelli 2010, fig. 26).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
L’ambiente 2 è un vano rettangolare abbastanza ampio, che presenta un orientamento in senso E-O ed è pavimentato in tessellato. Dei muri perimetrali resta solo una piccola porzione del muro ovest. L’ambiente è realizzato tra la fine del I sec.d.C. e gli inizi del II sec.d.C. e coesiste con la struttura 1 per un periodo piuttosto lungo (almeno fino alla fine del III sec.d.C. o agli inizi del IV sec.d.C.), pur essendo stato costruito in un momento di poco successivo. L’ingresso doveva trovarsi sul lato Est, quindi sul lato opposto rispetto all’asse stradale extraurbano che si trova immediatamente ad Ovest.
Lunghezza: 7 m – Larghezza: 5 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo II d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1937; 2008 – Ente responsabile: SA ER
Via D’Azeglio, sacello, tessellato bianco con bordo a treccia
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Pavimento in tessellato bicromo, messo in luce per una porzione della superficie originaria e profondamente intaccato da interventi di età medievale e moderna. Il pavimento è in tessellato bianco, a ordito di filari paralleli e obliqui, con bordo costituito da una treccia a due capi bianca su fondo nero.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo II d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Curina, R. 2010, Il condotto idrico e le strutture di età romana: l’organizzazione del suburbio meridionale., in Alla ricerca di Bologna antica e medievale. Da Felsina a Bononia negli scavi di via D’Azeglio, Firenze, p. 69, fig. 10.Negrelli, C. 2010, La sequenza insediativa., in Alla ricerca di Bologna antica e medievale. Da Felsina a Bononia negli scavi di via D’Azeglio, Firenze, pp. 36-37, figg. 28, 30, 48.Scagliarini Corlaita, D. 1969, L’insediamento residenziale e produttivo nel suburbio di Bologna romana., in Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le province di Romagna, Bologna, p. 183.Zuffa, M. 1944, I mosaici di Bononia., in Emilia Romana, Firenze, pp. 292-293.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Via D’Azeglio, sacello, tessellato bianco con bordo a treccia, in TESS – scheda 8171 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=8171), 2010