Il teatro di Cassino, ubicato a ca. 1 km dalla città, è noto a partire dal XVIII secolo. I primi scavi dell’edificio, sotto la direzione di G. Carrettoni, furono effettuati tra il 1935 e il 1936. I ruderi riportati in luce furono poi danneggiati dai bombardamenti del 1944, a seguito dei quali furono compiute azioni di restauro volte a ripristinare e a consolidare le strutture superstiti. L’edificio rispetta i canoni architettonici tradizionali, articolandosi in cavea (1), scena (2) e orchestra (3), presso la quale sono visibili alcuni lacerti del rivestimento pavimentale in lastre di marmo. La cavea in parte si appoggia al pendio di una collina, in parte è sorretta da muri in opera reticolata. Uno stretto corridoio la suddivideva in meniano inferiore e meniano superiore. il meniano superiore era ricoperto da una galleria semi-anulare voltata, il cui accesso avveniva tramite due porte (4,5). Tramite questi due ingressi era possibile accedere al teatro direttamente dalla zona a monte, servita da una strada lastricata. La parte inferiore della cavea doveva essere originariamente munita di una balaustra a lastre di marmo lunense, che divideva il resto della platea dai gradini riservati ai magistrati. La scena è divisa dall’orchestra tramite un basso muretto con cortina in opera laterizia, articolato in nicchie semicircolari e rettangolari. In una seconda fase, non meglio specificata, due delle nicchie furono tamponate per la costruzione di una scaletta per il collegamento diretto con il palcoscenico, alle spalle del quale fu realizzato un corridoio in cui era alloggiato il sipario (6). Le manovre per il suo sollevamento avvenivano in un ambiente quadrangolare ricavato nel settore nord-orientale della scena (7). Sul frons scaenae si aprivano le tre porte canoniche: la porta centrale, molto ampia, inserita tra due pareti laterizie absidate, e le laterali, meno spaziose. Tali aperture in origine dovevano essere inquadrate da colonne e sormontate da cornici decorate, di cui rimangono alcuni frammenti conservati presso il Museo Archeologico. Il lato posteriore del frons scaenae era invece caratterizzato dalla presenza di un muro e da brevi rampe di accesso alle tre porte, che si affacciavano su un piazzale scoperto, alle spalle del teatro (8). L’edificio scenico era infine servito da due portici laterali (9), che recingevano l’area scoperta, inseriti nei due corridoi di accesso all’orchestra. Dei due portici è visibile il muro di fondo in opera reticolata presso cui, nel 1936, erano ancora visibili alcuni lacerti di decorazione pittorica di II stile, e alcuni blocchi di fondazione al colonnato. Percorrendoli era possibile raggiungere i parodoi (10), originariamente voltati, al di sopra dei quali erano collocati i tribunalia. Una delle iscrizioni rinvenute nel corso degli scavi del 1935-1936 (pubblicata da Carrettoni, p. 129; si veda anche CIL X, 5183), menziona il restauro dell’edificio ad opera di Ummidia Quadratilla, appartenente alla potente e facoltosa gens Ummidia, già nota a Casinum. Non è noto invece il nome del costruttore (pianta loc. edificio tratta da Betori A., Tanzilli S., Valenti M., "Il Ninfeo Ponari di Cassino: nuove acquisizioni e prospettive di valorizzazione", in Lazio e Sabina, vol. V, fig. 1 p. 483).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Carettoni, G. 1939, Cassino. Esplorazione del teatro., in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., p.104.Ghini, G./ Valenti, M. 1995, in Museo e area archeologica. Cassino. Itinerari dei Musei, Gallerie, Scavi e Monumenti d’Italia, Roma, p.102.