Il duomo di Pesaro sorge in prossimità delle antiche mura romane della città e si affaccia sul c.d. cardo massimo, identificabile nell’attuale tracciato viario di via Rossini.
Le indagini all’interno della struttura vennero effettuate già a partire dal XVII secolo, ma solo con i lavori di scavo diretti dall’archietto fermano Carducci, vennero alla luce, in modo definitivo, le fasi paleocristiane della Basilica episcopale pesarese. Il Carducci, rintracciò, inizialmente, i mosaici antichi di una vasta porzione della navata centrale e delle navatelle laterali; i piani pavimentali antichi riportati alla luce vennero, poi, rinterrati nel 1903 con la realizzazione del nuovo pavimento della basilica pesarese. Nuovi interventi, volti a ricostruire la storia del complesso episcopale, furono effettuati a partire dal 1990, con lo scavo sistematico delle navate coordinato dalla Soprintendenza Archeologica delle Marche. Le recenti indagini archeologiche hanno permesso di individuare le successive fasi di sviluppo planimetrico dell’edificio, oggetto di numerosi interventi di ricostruzione e riqualificazione nel corso del tempo, rimettendo in luce l’intera pavimentazione della fase paleocristiana (IV-V secolo), con l’unica eccezione del presbiterio.
Gli studi compiuti all’interno della basilica hanno consentito di identificare due distinte fasi da ascrivere rispettivamente al IV e al VI secolo. Nella I fase di vita, databile tra il IV e il V secolo e documentata dalla presenza di un piano pavimentale musivo rintracciato a -67/70 cm ca. dal rivestimento di VI secolo, la fabbrica prevedeva tre navate ed era caratterizzata, in corrispondenza della facciata, da un quadriportico preceduto a sua volta da un sagrato pavimentato, anch’esso, in mosaico. La basilica si doveva completare con un battistero di forma ottagonale, le cui fondamenta sono state rintracciate poco più a nord, distrutto in occasione del completo rifacimento del Duomo nel corso del XIII-XIV secolo. La struttura venne danneggiata durante la guerra Greco-Gotica dagli stessi Goti, allontanati dalla città nel 553 d.C., e successivamente ricostruita, nella seconda metà del VI secolo (II fase di vita del complesso), recuperando la planimetria a tre navate della precedente basilica.
Le recenti indagini archeologiche, avviate, come accennato, negli anni ’90 del secolo passato, hanno permesso di riconoscere per intero la planimetria della basilica di VI secolo, a croce latina e caratterizzata da un’aula a tre navate. Dell’edificio, le cui pareti perimetrali si conservano per una altezza massima di mezzo metro, conosciamo, con certezza, la posizione delle colonne, che definivano le navate (in parte ancora in situ e in parte ricostruibili dal modulo che si deduce dagli intercolumni conservati), le catene di fondazione e i muri di fondo delle navate laterali, mentre non si hanno informazioni circa le caratteristiche architettoniche del presbiterio e le soluzioni planimetriche impiegate per l’abside della navata principale. Contestulamente si è conservato il pavimento in tessellato, con pannelli giustapposti, datato, su base stratigrafica, al VI secolo, in parte manomesso da una serie di interventi medievali da ascrivere, secondo confronti iconografici, all’XI secolo. Il fabbrica antica, nelle sue forme e decorazioni di VI secolo, sembra sopravvivere ed essere in uso almeno fino al XIII secolo, periodo in cui le fonti ci parlano di una ricostruzione dell’edificio con successivo rialzamento del piano pavimentale antico e conseguente realizzazione della cripta dedicata a S. Terenzio. (Planimetria rielaborata dal compilatore; planimetria originale:Di Cocco 2004).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Duomo di Pesaro, navata centrale, pannelli musivi policromi, VI secolo L’intera navata centrale risulta essere pavimentata con una serie di pannelli contigui delimitati da un’unica cornice, con motivo vegetale, che corre parallela alla decorazione degli intercolumni. I singoli pannelli sono inquadrati da una treccia e due capi continua, su fondo scuro, che crea unità all’interno di una decorazione che impiega motivi geometrici differenti. La disposizione dei singoli tappeti sembra, inoltre, disegnare una croce latina, con pannelli quadrati che ne delimitano le estremità e con due pannelli rettangolari disposti lungo l’asse mediano della navata principale. Il pavimento in tessellato viene datato, su base stilistica ed epigrafica, al VI secolo d.C. Al fine di poter descrivere in modo sistematico i singoli pannelli musivi e non perdere informazioni circa il complesso sistema decorativo che caratterizza l’intero complesso, ogni pannello verrà descritto singolarmente ed associato ad una specifica unità decorativa.
Duomo di Pesaro, navata destra, pannelli musivi policromi, VI secolo La navata di destra ha restituito parte della pavimentazione musiva della fase di VI secolo. L’organizzazione del rivestimento per pannelli, con decorazione geometrica iterata, inquadrati da una medesima cornice, ci spinge a trattare, al fine di non perdere informazioni circa la complessa decorazione addotta, ogni tappeto come singola unità decorativa.
Duomo di Pesaro, navata destra, tappeti musivi di IV-V secolo d.C. Scavi effettuati lungo la navata destra del Duomo pesarese, hanno permesso di rinvenire, sotto la pavimentazione musiva di seconda metà VI secolo d.C., ampi lacerti pertinenti ad un rivestimento musivo, organizzato per pannnelli continui e giustapposti (il primo con reticolato di stelle di otto losanghe e il secondo con compisizione di cerchi adiacenti grandi e piccoli), da attribuire alla I fase di vita del complesso episcopale (tra il IV e il V secolo d.C.).
Duomo di Pesaro, navata sinistra, pannelli musivi policromi, VI secolo La navata di sinistra ha restituito una serie di lacerti in tessellato pertinenti alla pavimentazione di seconda metà VI secolo d.C. La soluzione decorativa impiegata vede pannelli, di forma rettangolare, consecutivi ed adiacenti, delimiti da una medesima cornice perimetrale, pavimentare l’intero spazio della navata. Al fine di non perdere informazioni circa le caratteriche dei pannelli musivi, ogni tappeto in tessellato verrà gestito come singola unità decorativa.
Duomo di Pesaro, quadriportico, mosaici policromi, IV-V sec. Lo scavo nell’area antistante la basilica pesarese ha permesso di individuare tre diverse aree, in linea con le navate interne della basilica e pertinenti ai tre bracci del quadriportico antistante il complesso, decorate da pavimenti in tessellato, con distinte cornici e motivi decorativi. La parte centrale del quadriportico non ha restituito pavimentazioni antiche. L’intera area risulta essere, infine, completamente stravolta da deposizioni medievali che hanno in parte tagliato e danneggiato le stesse pavimentazioni in mosaico. Al fine di non perdere informazioni circa le caratteristiche dei singoli pannello musivi, ogni tappeto verrà trattato come singola unità decorativa.
Ambiente: navata centrale della basilica di II fase, separata da quelle laterali da due file di nove colonne, probabilmente di rimpiego, disposte a 2.50 m le une dalle altre. La navata centrale del Duomo presenta una pavimentazione musiva policroma, oraganizzata in pannelli giustapposti e contigui, inaquadrati da una cornice perimetrale con girali vegetali, datata, su base archeologica ed epigrafica, al VI secolo d.C. Indagini recenti, sulla scorta di precedenti esperienze di scavo datate tra il XVIII e XIX secolo, hanno permesso di identificare un piano pavimentale più antico, datato tra il IV e V secolo d.C., anch’esso caratterizzato da pannelli musivi policromi a decorazione geometrica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (3° q) al secolo VI d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Duomo di Pesaro, navata centrale, pannelli musivi policromi, VI secolo L’intera navata centrale risulta essere pavimentata con una serie di pannelli contigui delimitati da un’unica cornice, con motivo vegetale, che corre parallela alla decorazione degli intercolumni. I singoli pannelli sono inquadrati da una treccia e due capi continua, su fondo scuro, che crea unità all’interno di una decorazione che impiega motivi geometrici differenti. La disposizione dei singoli tappeti sembra, inoltre, disegnare una croce latina, con pannelli quadrati che ne delimitano le estremità e con due pannelli rettangolari disposti lungo l’asse mediano della navata principale. Il pavimento in tessellato viene datato, su base stilistica ed epigrafica, al VI secolo d.C. Al fine di poter descrivere in modo sistematico i singoli pannelli musivi e non perdere informazioni circa il complesso sistema decorativo che caratterizza l’intero complesso, ogni pannello verrà descritto singolarmente ed associato ad una specifica unità decorativa.
Specifiche di rinvenimento Data: 2000 – Ente responsabile: Soprintendenza Archeologica delle Marche
Duomo di Pesaro, navata centrale, pannelli musivi policromi, IV-V sec.
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Scavi, compiuti a partire dal 2000, hanno interessato sia l’area prossima all’altare maggiore del duomo, sia la navata centrale, dove un ampio saggio trasversale ha permesso di rintracciare, sotto la pavimentazione di età giustinianea, il livello pavimentale relativo alla I fase di vita del complesso basilicale datato, su base stratigrafica, tra la fine del IV e il V secolo d.C. La prima pavimentazione prevede pannelli affiancati, in tessellato policromo, decorati con motivi geometrici iterati all’interno di tutta la superficie del tappeto. Al fine di non perdere informazioni circa le caratteristiche della decorazione pavimentale, ogni pannello verrà trattato come singola unità decorativa.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Unità decorative
Parte dell’ambiente: navata Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
Pannello B1: pannello centrale, pertiente alla I fase di vita della basilica pesarese, datata tra il IV e V secolo d.C., decorato con una composizione ortogonale di cerchi tangenti, delimitato da una fascia perimetrale caratterizzata da parallelepipedi rettangolari prospettici; il tutto in redazione policroma. I cerchi sono caricati con motive geometrici quali nodi, trecce, stuoie, o con motivi vegetali, quali fiori compositi, dalla resa piuttosto stilizzata.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 233a – composizione ortogonale di cerchi tangenti (formanti quadrati concavi), disegnata da trecce a due capi allacciate
Nodi di Salomone, trecce, fiori compositi, pesci.
Referenza fotografica: Immagine scansionata da De Marinis, Quiri 2004, fig. 69.
Parte dell’ambiente: navata Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: policromo
Pannello B2: tappeto rintracciato al lato del pannello B1, in tessellato policromo, delimitato da una treccia a due capi, anch’essa in redazione policroma, su fondo scuro. La decorazione prevede una composizione centrata, con un cerchio iscritto in un quadrato, caratterizzata da un doppio ordine di cerchi, grandi e piccoli, disegnati da fasce sottese. I cerchi più esterni, sono a loro volta inseriti all’interno di settori trapezoidali anch’essi disegnati da fasce sottese. Motivi geoemtrici vengono impiegati nella campitura degli spazi di risulta.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Referenza fotografica: Immagine scansionata da De Marinis, Quiri 2004,fig. 70.
Parte dell’ambiente: navata Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: policromo
Pannello B3: pannello rintracciato all’estremità sinistra del recente saggio del 2000, che ha restituito parte di una composizione geometrica. Come per il corrispettivo pannello simmetrico B2, il tappeto prevede, come decorazione, un cerchio, iscritto in un quadrato, caricato da cerchi, disegnati da fasce sottese, raccordati da trecce e nodi. Elementi vegetali vengono impiegati come riempitivi dei cerchi della composizione di base, mentre grandi trecce e nodi decorano gli spazi di risulta tra il pannello e il cerchio in esso iscritto. Non è possibile ricostruire la decorazione con sicurezza a causa della limitatezza dello scavo. La decorazione, come i corrispetttivi pannelli B1 e B2, adotta tessere bianche, nere, marroni e tessere nei toni dell’ocra e del grigio.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 308B – composizione in corona in un cerchio e attorno a un cerchio, di 8 cerchi tangenti, tutti i punti tangenti a intreccio (qui a treccia a due capi, onda e fascia iridata) (corona a catena di cerchi tangenti a intreccio) (Décor, tav. 82f)
De Marinis, G./ Quiri, P. 2004, La Cattedrale di Pesaro. Nuove Acquisizione Archeologiche, in Pesaro romana: archeologia e urbanistica, Bologna, pp.129-133, fig. 69.De Marinis, G./ Quiri, P. 2006, La cattedrale di Pesaro. nuovi saggi sul mosaico inferiore e lo scavo del sagrato, in Atti del XI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ancona, 16-19 febbraio 2005), Tivoli, pp. 579-580, figg. 2-3.