Nell’area centrale del comune di Santa Maria Capua Vetere, corrispondente all’antica Capua, a sud del decumano massimo costituito dal tratto urbano della via Appia (attuale via A. Moro), sono stati rinvenuti, in proprietà Ambrosino, i resti di un edificio interpretato come domus (n. 27). Gli scavi, eseguiti negli anni ’70 dalla Soprintendenza Archeologica per le Province di Napoli e Caserta, hanno evidenziato diverse fasi costruttive dell’abitazione che sostituisce un precedente edificio repubblicano con orientamento diverso. Da un punto di vista planimetrico, la domus si articola attorno ad un ampio spazio centrale con portico su tre lati ed un ninfeo rivestito di marmo, con facciata scandita da nicchie semicircolari, lungo il lato nord. Davanti al ninfeo è stato rinvenuto un “euripus”, anch’esso in marmo. Attraverso il corridoio I si raggiunge un gruppo di tre ambienti (E, F, G). A sud sono stati individuati alcuni ambienti termali (A ed L) e delle sale, forse con funzione di rappresentanza, che si affacciano sulla corte centrale. Ad est, infine, si apre un portico (Q) e a sud-ovest un quartiere di servizio con cubicoli. Sebbene l’assenza di dati stratigrafici non permetta di comprendere pienamente l’articolazione della domus nel tempo, è possibile datare il primo impianto al periodo tardorepubblicano-augusteo (I fase). In questa fase la domus si articolava probabilmente attorno ad un’area scoperta, con "euripus" centrale, sulla quale si affacciavano alcuni vani fra i quali è possibile menzionare i vani P, N ed E, dotati di pavimentazioni in cementizio, Alla I fase vanno ascritte anche le sale F e G con funzione termale. Una prima ristrutturazione, a cui si deve la decorazione degli ambienti con affreschi e stucchi, viene eseguita nella seconda metà del I secolo d.C. (II fase). Un secondo intervento di restauro è ascrivibile all’età tardoantica (III fase), periodo al quale è possibile attribuire l’attuale assetto planimetrico. A questa fase risale la ristrutturazione del settore termale di I fase, costituito dai vani E, F e G, e la decorazione degli ambienti con pavimenti in tessellato (vano A), opus sectile (vano N) e lastricato (vani E, F, G, I). L’abbandono dell’edificio, infine, va collocato probabilmente nel V secolo d.C. (La pianta dell’edificio è tratta da Colombo, Slavazzi 2001, p. 261, fig. 1).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Domus di via degli Orti, vano A, tessellato con quadrilobi Tessellato bicromo decorato da una composizione ortogonale di quadrilobi formanti quadrati con lati bi-concavi. I quadrilobi sono caricati al centro da un fiore quadripetalo, mentre i quadrati con lati bi-concavi sono formati da quattro pelte contrapposte attorno ad un quadrato delineato, caricato al centro da un diamante.
Domus di via degli Orti, vano F, lastricato Lastricato marmoreo realizzato mediante l’utilizzo di lastre marmoree di reimpiego. Si conservano due lacerti rispettivamente di m 0.545×0.53 e 1.65×0.33.
Domus di via degli Orti, vano N, opus sectile Pavimento in opus sectile marmoreo articolato in vano ed anticamera. L’anticamera presenta un bordo in opus sectile a modulo quadrato semplice con motivo Q2 (quadrato maggiore con quadrato inscritto in quello di base) in giallo antico/africano e in portasanta/pavonazzetto. Il campo dell’anticamera presenta un motivo a modulo quadrato reticolare QAQ (quadrato/croce di S. Andea/quadrato) in giallo antico, africano e bigio. Il vano si caratterizza, analogamente all’anticamera, per una cornice in modulo quadrato reticolare di cm 42 con motivo Q2 e da un campo con motivo quadrato reticolare QAQ. Al centro della pavimentazione è inserito un emblema quadrato di m 3 a schema unitario costituito ai vertici da quadrati in pavonazzetto con dischi in porfido e, lungo i lati, da lastre marmoree. La parte centrale dell’emblema è lacunosa: rimangono solo le parti angolari costituite da formelle di modulo quadrato Q2 in pavonazzetto e giallo antico. Immagine del rivestimento da Colombo, Slavazzi 2001, p. 264, fig. 6.
Vano E: si trova nell’angolo nord-occidentale della domus e comunica a sud con l’aula absidata F. Il pavimento è in cementizio a base fittile con punteggiato irregolare di tessere e scaglie. Il primo impianto del vano si data, in base alla pavimentazione in cementizio, alla prima fase edilizia dell’abitazione (età tardorepubblicano/augustea), periodo in cui il vano aveva verosimilmente una funzione termale. Ad un rifacimento successivo (II fase edilizia?) va attribuita la pavimentazione in tessellato che oblitera la precedente pavimentazione in cementizio. Alla ristrutturazione di età tardo imperiale è da attribuire, verosimilmente, la pavimentazione più recente in lastricato marmoreo. (La pianta dell’ambiente è tratta da Colombo, Slavazzi 2001, p. 261, fig. 1).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: Anni ’70 – Ente responsabile: Soprintendenza Archeologica per le Province di Napoli e Caserta
Domus di via degli Orti, vano E, tessellato bianco
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Tessellato bianco con tessere disposte ad ordito obliquo. Dell’originario rivestimento sopravvive solo un lacerto. Del rivestimento rimane un lacerto di m 1.05×0.89.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1.3-1.5 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Referenza fotografica: immagine da Colombo, Slavazzi 2001, p. 262, fig. 3
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ Il rivestimento è conservato parzialmente: non è, dunque, possibile sapere se in origine fosse interamente monocromo oppure se si caratterizzasse per la presenza di decorazioni. Condizione giuridica: proprietà Stato
2001, in In visita all’antica Capua. Progetto la città nascosta, Napoli, pp. 19-27, pp. 6, 11, 21.Colombo, D./ Slavazzi, F. 2001, La domus di via degli Orti a Santa Maria Capua Vetere: i pavimenti, in Atti del VII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Pompei, 22-25 marzo 2000), Ravenna, pp. 255-261, fig. 3.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Succi, Silvia, Domus di via degli Orti, vano E, tessellato bianco, in TESS – scheda 9407 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9407), 2010