Nel 1952 lungo Corso Appio Claudio, presso l’incrocio con via Manzoni, al di sotto dei ruderi della chiesa di S. Antonio Abate, completamente distrutta dai bombardamenti aerei dell’ultimo conflitto mondiale, furono eseguiti alcuni saggi di scavo (n. 50 in pianta). Le indagini, di cui rimangono alcuni appunti ed immagini fotografiche di Faccenna, che effettuò lo scavo, hanno riportato in luce alcune evidenze archeologiche presumibilmente relative ad un contesto di tipo abitativo, con murature in opera incerta e reticolata. In particolare, di esso si conservano porzioni di almeno 2 ambienti: il primo (1, largh. ca m 5,3), era antistante la via Appia antica – corrispondente all’odierna via del Corso – tramite una soglia calcarea. Conserva alcune murature in opera incerta ad O (a), in opera mista ad E (c) e in opera reticolata a S (b). Il vano è pavimentato da un tessellato bianco parzialmente conservato. Il muro b costituiva a S il tramezzo divisorio di un secondo ambiente (2), con ulteriori porzioni di pavimento musivo del tutto analogo al precedente. Ad E di tali evidenze si conserva un ulteriore muro (d) di cui non si possiedono informazioni. Nel corso degli scavi venne inoltre effettuata una trincea che attraversa trasversalmente la chiesa, che andò ad intersecare uno zoccolo intonacato e porzioni di una colonna realizzata in laterizio. Infine, all’estremità E dello scavo, presso uno degli angoli superstiti delle murature della chiesa, era visibile un pilastrino angolare (e), forse relativo ad un atrio e/o un peristilio (Quilici-Quilici Gigli 2007, p. 277). Tra il materiale sporadico rinvenuto durante le indagini si segnalano alcuni frammenti marmorei, una porzione di epigrafe e materiale numismatico. In assenza di più puntuali dati stratigrafici è stata proposta una generica datazione delle strutture in età repubblicana, come sembra suggerire la presenza di murature in incerto e reticolato; l’analisi stilistica delle pavimentazioni in tessellato non è in grado di fornire maggiori delucidazioni in tal senso, anche se le dimensioni delle tessere (cm 2×3) potrebbero far propendere per una datazione più bassa (pianta loc. edifico tratta da Quilici, Quilici Gigli 2007, fig. 150 p .305; pianta edificio tratta da idem, fig. 126 p. 275).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (1° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Ambiente 2: dell’ambiente rimangono unicamente alcune porzioni delle pareti perimetrali N-O ed E, con paramento in opera reticolata, e frammenti del rivestimento pavimentale in tessellato bianco. La presenza di murature in opera reticolata indurrebbe a inquadrare cronologicamente il vano in epoca repubblicana anche se le dimensioni delle tessere musive del piano pavimentale (cm 3×2), forse realizzato in un momento successivo, tendono ad abbassarne la datazione.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (1° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1952
Corso Appio Claudio, S. Antonio Abate, amb.2, tess. monocromo bianco
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Rivestimento pavimentale in mosaico bianco con tessere a ordito di filari paralleli. Il tessellato rivestiva in maniera omogenea un vano inquadrabile in epoca repubblicana anche se le dimensioni delle tessere musive (cm 2×3) depongono a favore di una cronologia più bassa.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: grandi Dimensioni Metriche Tessere: cm 3×2 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Quilici, L./ Quilici Gigli, S. 2007, Ricerche di topografia su Fondi., in Atlante tematico di Topografia Antica. Architettura pubblica e privata nell’Italia antica, Roma, p.275, fig.126 p.275.