Nel 1923, in occasione della costruzione di un edificio moderno in un terreno di proprietà privata (Miele) ubicato lungo via Vitruvio a Formia, furono rinvenute alcune evidenze archeologiche. Queste, intercettate a ca. m 4 di profondità, a seguito del rinvenimento e della successiva documentazione, furono distrutte per consentire la prosecuzione dei lavori. Nello specifico, furono riportati in luce alcuni basoli pertinenti ad un diverticolo della via Appia intra moenia con andamento N-O/S-E, diretto verso il litorale (C). Ad O del diverticolo stradale furono intercettati alcuni ambienti tra cui si segnala il vano D, parzialmente indagato, a pianta trapezoidale. Il vano era in parte definito da cinque colonne in calcare locale su basi attiche disposte su muretti in opera incerta. La parete perimetrale E, realizzata con paramento esterno in opera mista di mattoni e tufo, fu aggiunta in un momento cronologicamente successivo rispetto alla messa in opera del colonnato. L’ambiente conserva la pavimentazione a commessi laterizi disposti a spina di pesce. Immediatamente a S di D si aprivano due piccoli vani a pianta quadrangolare: E, munito di suspensurae, ed F, con copertura voltata, interpretabile come prefurnio. I due vani sembrano essere stati realizzati in un momento posteriore rispetto all’ambiente D. Nel corso degli scavi furono inoltre rinvenuti elementi mamorei pertinenti a sculture e/o a parti architettoniche, un vaso in pietra calcarea e porzioni di un mortaio. Le evidenze archeologiche, pertinenti ad un edificio non meglio documentato, sono state genericamente datate da N. Cassieri, sulla base della tecnica edilizia, nell’ambito della prima età imperiale (pianta loc. edificio tratta da Cassieri 2000, fig.8 p.18; pianta edificio tratta da Spano 1927, fig.2 p.444).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente D: ampio vano a pianta trapezoidale indagato in parte e parzialmente definito da muretti in opera incerta su cui si diponevano colonne su basi attiche con fusto in calcare locale, di cui ne sono state rinvenute cinque in situ. Ad E l’ambiente era delimitato da un muro realizzato in opera mista di tufo e laterizi, costruito in un momento verosimilmente successivo alle pareti colonnate. L’ambiente, la cui tipologia non è nota, è rivestito da un pavimento a commessi di laterizio disposti a spina di pesce.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1923
Via Vitruvio (propr. Miele), pavimento in opus spicatum
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: monocromo
Pavimento a commessi di laterizio disposti a spina di pesce. Il pavimento non si è conservato.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Cassieri, N. 2000, Contributi d’archivio alla topografia di Formia romana., in Formianum V. Atti del Convegno di Studi sui giacimenti culturali del Lazio meridionale, Marina di Minturno, p.17.Spano, G. 1927, Scoperta di ruderi di età imperiale tarda in proprietà del signor cav. Angelo Miele in via Vitruvio., in Notizie degli Scavi di Antichità. Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei., p.445.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, Via Vitruvio (propr. Miele), pavimento in opus spicatum, in TESS – scheda 9517 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=9517), 2010