Nel 1890 durante i lavori per la costruzione della stazione ferroviaria di Terracina, in località La Valle, furono rinvenute alcune evidenze archeologiche presumibilmente pertinenti ad un edificio di tipo residenziale (I e II in pianta). Nello specifico, venne sterrato un ambiente a pianta ottagonale, forse un ninfeo (I in pianta) le cui strutture possono essere ricondotte a tre ambiti cronologici distinti: alla fase più antica (in scuro in pianta), datata nel I sec. d.C., segue una fase più recente (a campitura più chiara in pianta) ed una terza fase caratterizzata dall’abbandono delle strutture.
I fase: il c.d. ninfeo era accessibile tramite un corridoio (1) – che conserva tracce del paramento esterno in opera reticolata – terminante con una gradinata che immetteva in uno spazio interno a pianta circolare coperto a volta (2). Le pareti, in opera cementizia intonacata, erano scandite da nicchie a sezione rettangolare e semicircolare. Il pavimento era costituito da commessi di laterizio. Tra l’esterno dell’edificio, a pianta ottagonale, e l’ambiente circolare più interno, era presente una sorta di corridoio anulare munito di quattro aperture rettangolari contenenti fistulae (3). Nel punto corrispondente alla lettera v, furono rinvenuti alcuni frammenti scultorei.
II fase: in un secondo momento, non meglio specificato, l’ambiente venne recintato da un muro di forma semicircolare (4), in prossimità del quale fu rinvenuta una pavimentazione marmorea e, più ad E, da un lungo corridoio rettilineo (5). Entrambe le murature erano originariamente rivestite in marmo.
III fase: a seguito dell’abbandono della struttura, lo spazio più interno (2) fu adibito a luogo di sepolture plurime, come documenta il rinvenimento di ossa umane.
Infine, nelle immediate vicinanze del c.d. ninfeo, furono rinvenuti, nella medesima occasione, avanzi di murature in laterizio, una grande scalinata (II: A, B?) e alcuni pavimenti in tessellato bianco (6, 7). G.M. De Rossi, studioso locale, ha ipotizzato che le strutture potessero in origine fare parte di un medesimo complesso, in cui probabilmente va riconosciuta una villa di tipo residenziale, anche se non ne viene ben specificato l’orizzonte cronologico. A riprova di ciò tra le due aree fu notata la presenza di materiale archeologico tra cui frammenti architettonici e scultorei (pianta località edificio tratta da Coarelli F., Lazio, Roma 1984, pp. 168-169; pianta edificio tratta da De Rossi 1987, fig. 6 p. 26 e fig. 9 p. 31).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente a pianta ottagonale connesso all’utilizzo di acqua ed interpretato come ninfeo (I in pianta), la cui prima fase di vita viene fatta risalire al I sec. d.C. Tramite un’apertura lungo la muratura perimetrale più esterna (1), che conserva tracce del paramento esterno in opera reticolata, si aveva accesso ad un corridoio anulare (3) dotato di quattro nicchie contenenti fistulae. Da 3 si aveva quindi accesso ad uno spazio interno, a pianta circolare (2). Questo, coperto a volta, conserva le pareti in opera cementizia intonacata, lungo le quali si aprono una serie di nicchie a sezione rettangolare e semicircolare. Il pavimento era costituito da commessi di laterizio ("mattonato", in grigio in pianta). In un momento successivo, non specificato, il c.d. ninfeo venne recintato da un corridoio semicircolare (4) e, più ad E, da un secondo corridoio rettilineo (5). Entrambe le murature erano originariamente rivestite in marmo. Infine, a seguito dell’abbandono del c.d. ninfeo, lo spazio interno 2 fu adibito a luogo di sepolture plurime, come documenta l’obliterazione del piano pavimentale, conservato unicamente presso i bordi delle pareti, e il rinvenimento, nello spazio più centrale, di ossa umane.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1890
Loc. La Valle, villa, ninfeo, pavimento a commessi laterizi
Parte dell’ambiente: spazio centrale Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Pavimentazione a commessi di laterizio che rivestiva lo spazio 2 ("mattonato", in grigio in pianta). In un fase successiva rispetto a quello di impianto, a seguito dell’abbandono delle strutture, lo spazio venne riadoperato per scopi sepolcrali, come documenta lo scasso del pavimento presso la zona centrale.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
De Rossi, G. M. 1987, Documentazione d’archivio: Anzio e Terracina., in Bollettino dell’Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale, XII, p.28, fig.6 p.26.