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85967 (1)

L’opus sectile pavimentale nel I sec. a.C.

Nella mappa sono visualizzati i risultati ottenuti selezionando nella finestra “Ricerca avanzata” il valore “opus sectile” nel campo “Tecnica esecutiva” relativo al sottoinsieme UNITA’ DECORATIVA/ Campo, impostando come intervallo cronologico il I sec. a.C. (1°-4°q I a.C.). La distribuzione sulla carta evidenzia una maggiore concentrazione degli esemplari nell’Italia centrale (particolarmente nell’area romana), anche se non mancano attestazioni nel nord e nel sud della Penisola. Dalla lettura delle schede si ricava inoltre che la quasi totalità dei sectilia pavimenta di quel periodo  è realizzata esclusivamente in materiali litici, ad eccezione di alcuni esemplari pertinenti ai grandi monumenti pubblici romani della prima età augustea (che vanno visti però come prototipi): ciò conferma l’ipotesi già avanzata dagli studiosi del settore, che individuano proprio nell’uso dei materiali “non marmorei” uno dei tratti distintivi della produzione più antica in opus sectile.

Nella foto: Pompei, Casa del Fauno
(foto da http://www.panoramio.com/photo/85967)

Record trovati: 55
La ricerca ha prodotti i seguenti risultati:

Il pavimento (6.75 x 6.75 m. ca.) è un tessellato a fondo bianco, bordato da una fascia nera, che racchiude al centro un pannello quadrato. Quest'ultimo, incorniciato da un meandro di svastiche a giro doppio e quadrati e da un'ampia fascia bianca, è realizzato con lastre romboidali bianche, nere e grigio-verdi, poste in modo da dare l’impressione di cubi prospettici. La superficie delle tessere colorate al momento dello scavo risultava ricoperta da una vernice dell'identico colore delle stesse.
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Tessellato monocromo bianco con tessere disposte su filari ad ordito obliquo, bordato, perimetralmente, da una fascia monocroma nera di sei filari di tessere della quale si conservano due tratti in corrispondenza dei lati settentrionale ed orientale. Al centro della pavimentazione si trovava, disposto in senso nord-sud, un riquadro in opus sectile del quale si conservano esclusivamente le impronte delle formelle pertinenti ad un motivo a cubi prospettici. Al centro del riquadro era inserito un emblema, non più esistente, del quale rimane l'alloggiamento.
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Opus sectile a piccolo modulo in redazione non marmorea. Nello spazio riservato ai letti tricliniari il sectile è composto da formelle quadrate in palombino e ardesia disposte in alternanza regolare a piccolo modulo. Lo spazio tricliniare è rivestito da una scacchiera QXQ2 a piccolo modulo (quadrato maggiore cm 21) in palombino e ardesia. Le lastre calcaree risultano spezzate in più punti o composte da lastre triangolari o rettangolari di dimensioni inferiori.
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La pavimentazione del portico è in opus sectile a base mista formato da esagoni marmorei e triangoli di selce. La parte centrale è, invece, in opera spicata.
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Opus sectile di cui si conservano alcuni lacerti (un tratto centrale di m 1,29x0,70 e frammenti presso le pareti della largh. max di cm 0,7), a modulo quadrato con quadrati listellati. I quadrati (cm 14-14,5/17-17,2) sono in palombino, i listelli (spess. cm 1) in ardesia. Il pavimento è databile nell'ambito del II stile.
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Opus sectile conservato per un'ampiezza massima di m 2,85x1,55, a modulo triangolare, con triangoli in palombino e ardesia disposti alternativamente diritti e rovesci (base triangoli equilateri: cm 22). Il pavimento è inquadrabile nell'ambito del II stile.
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Opus sectile con motivi differenziati suddivisibili in tre distinte unità decorative. La soglia è in opus sectile a rettangoli in giallo antico (cm 38,5x15) profilati con listelli di portasanta (spessore: cm 4) e caricati da un rombo in africano (lato: cm 20,5). L'ambiente è rivestito da un opus sectile a modulo quadrato (cm 29,5) a motivi semplici (Q2, Q, QOS8Q) in ardesia, giallo antico, portasanta, bardiglio, pavonazzetto, alabastro "a pecorella", africano. La nicchia con letto è rivestita da un opus sectile con file di rettangoli (cm 29,5x14,5) in parte listellati (spess. listelli: cm 0,8-1) alternati a file di triangoli isosceli (cm 22x7,5) diritti e rovesci, redatto in ardesia e palombino. Il sectile della soglia è stato realizzato nell'ambito del IV stile; la parte che invece riveste l'ambiente è forse il risultato di un reimpiego non particolarmente accurato o di un incorretto restauro moderno, mentre il sectile della nicchia "può essere solo il residuo di una fase precedente oppure un reimpiego dei materiali ad essa pertinenti".
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Pavimento in opus sectile a modulo medio a isodomo listellato, conservato per un'ampiezza massima di m 2,62x0,47. I rettangoli sono in ardesia (cm 29,5x14,5), i listelli in palombino (spess: cm 0,8-1). La redazione del motivo è molto accurata.
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Pavimento in opus sectile scomponibile in due settori. Lo spazio absidale è rivestito da un sectile non marmoreo a modulo medio e medio-piccolo, con file di rettangoli (cm 29,5x14,5) di ardesia in parte listellati (listelli bianchi spessi cm 1 ca.) alternate a file di triangoli isosceli diritti e rovesci (cm 22x7,5). Il pavimento dell'ambiente è in opus sectile in materiali misti a modulo medio con schema quadrato-reticolare con quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato maggiore (Q2/R/Q). Il modulo è di cm 44; i rettangoli misurano cm 29,5x14,5; i quadrati interni da cm 20,5 e i quadrati angolari da cm 14,5. I rettangoli e i quadrati interni sono in ardesia, i quadrati angolari in giallo antico e portasanta, i triangoli e quadrati angolari in palombino.
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Opus sectile in materiali misti con motivo che rappresenta una variante dello schema a isodomo listellato: qui sono presenti rettangoli di ardesia (cm 29,5x14,5) alternati a quadrati di portasanta (lato cm 14,5), con listellatura in palombino posta solo tra i filari (spess. listelli: cm 0,5-11).
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Pavimento formato da un rivestimento in "quadrelli di marmi". L'assenza di immagini e/o di descrizioni più dettagliate non consente di identificare la pavimentazione in maniera più puntuale.
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Il pavimento era caratterizzato da un rivestimento in opus sectile formato da formelle quadrate di palombino di cm 14.5 con "guidarelle" di lavagna. Sulla base delle descrizioni e dello schizzo conservato, è possibile identificare il motivo con un modulo quadrato listellato L/Q
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Il pavimento è caratterizzato da una pavimentazione in opus sectile con formelle esagonali in palombino, triangoli di lavagna e rombi in giallo antico.
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Pavimentazione in opus sectile non marmoreo a piccolo modulo, con esagoni in palombino demarcati da listelli in ardesia nera e divisi tra loro da ulteriori listelli di palombino.
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Rivestimento in opus sectile del quale rimangono le impronte delle piastrelle quadrangolari e triangolari nella malta di allettamento. Il campo, bordato da una cornice formata da due file di piastrelle quadrangolari, è composto da file parallele di triangoli sovrapposti, alternati a fasce di piastrelle rettangolari. Lo stato di conservazione non è documtentato.
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Rivestimento in opus sectile a modulo quadrato, decorato da una fascia a lastrine nere con venature bianche che incornicia una composizione a piastrelle quadrangolari delle quali rimangono le impronte nello strato di preparazione in cementizio a base fittile. Stato di conservazione non documentato.
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"Pavimento a mosaico di cui resta solo la fascia terminale bianca, larga m. 0,20 e, all’angolo 2, una parte del campo con altre fasce nere e bianche larghe rispettivamente m. 0,10 e 0,08. Il centro è perduto, ma nella calce resta il disegno a losanghe, di m. 0,20 di base e 0,18 di altezza" (ASAU, I-11 “Narni – Scavi”). Il testo della relazione permette di ricostruire un tappeto musivo omogeneo e monocromo (probabilmente a fondo bianco), ornato nella parte centrale da un pannello o pseudoemblema in opus sectile, formato dall'accostamento di elementi rombici (in contrasto cromatico e disposti a scacchiera oppure a comporre moduli esagonali con effetto di "cubi prospettici"). Noto soltanto da descrizione, manca la documentazione grafica e fotografica.
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Pavimento in opus sectile a modulo quadrato listellato con motivi semplici del tipo Q2. Non si conserva il pavimento originario, ma solo le impronte sullo strato preparatorio.
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Dell'originario rivestimento rimangono in situ solo alcuni listelli neri, mentre la restante decorazione è deducibile dalle impronte lasciate sullo strato preparatorio. Si tratta di un motivo a modulo quadrato listellato con formelle quadrate decorate da quadrati listellati inscritti in diagonale (Q2).
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Rivestimento in tessellato e in opus sectile associato a pitture parietali di II Stile. Il pavimento della sala è costituito da più unità decorative, pertinenti allo spazio principale del vano (a) e ai nove intercolumni (b) ricavati tra le dieci colonne distribuite su tre lati dell’ambiente. -a (spazio principale): inserito al centro di un campo di tessere bianche bordato da una doppia fascia nera che corre lungo l’ambulacro della sala, un pannello quadrato in opus sectile è decorato da una composizione di cubi prospettici (modulo esagonale, motivo Eb3). Il motivo, ricostruibile sulla base delle impronte in negativo sulla malta di allettamento e di alcune lastrine rimaste ancora in situ, è realizzato attraverso l’impiego di elementi litici romboidali verdi, bianchi (palombino) e neri (ardesia) disposti in regolare alternanza cromatica. -b (intercolumni): gli spazi ricavati tra le colonne sono campiti da pannelli rettangolari in tessellato, bordati da una linea tripla nera seguita da una tripla rossa. Il campo è decorato da una scacchiera di triangoli rettangoli bianchi e neri.
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Tessellato bianco bordato da una fascia in tessere di terracotta rubricate di maggiori dimensioni. In posizione centrale il pavimento presentava uno pseudoemblema quadrato (94 cm di lato) in opus sectile a cubi prospettici (modulo esagonale, motivo Eb3), bordato da tre fasce costituite dall’esterno verso l’interno da listelli neri, bianchi e rossi (lungh. max 70 cm; largh. compresa tra 2,5 e 2,8 cm). Il motivo dei cubi prospettici è reso in redazione mista attraverso l’impiego di tarsie romboidali di lato di 6,3-6,5 cm in calcare di colore verde e nero e in marmo bianco proveniente dalla cava in località Campo delle Buche nel campigliese.
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Opus sectile a base mista. Non è nota la scansione decorativa del pavimento, ma sono documentati due motivi diversi nell'angolo nord-ovest e nell'angolo sud-ovest. A nord ovest: sectile ad esagoni di palombino e rombi di africano. A sud-ovest: sectile ad esagoni di palombino e triangoli di ardesia e di un marmo non identificato.
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Opus sectile non marmoreo ad isodomo listellato. Le lastre rettangolari sono nere, mentre i listelli bianchi.
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Opus sectile a base marmorea, in palombino, africano e numidico ad esagoni e triangoli.
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Rivestimento in tecnica mista, a due unità decorative (a-b), corrispondenti alla soglia (a), in tessellato bicromo con motivo di pelte, e allo spazio interno costituito da un cementizio con pseudo-emblema centrale realizzato in opus sectile di lastrine quadrate di marmi policromi (giallo antico e pavonazzetto). Il bordo doveva essere realizzato da una fascia nera dipinta (De Vos 1991, cita Fiorelli). Si conserva solo il rivestimento dello spazio interno.
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Tessellato bianco a ordito di filari paralleli decorato, al centro, da uno pseudoemblema in sectile a cubi prospettici, bordato da una fascia bianca e da una fascia nera. La soglia è decorata da una fascia con coppia di file di torri dritte e capovolte, in colori contrastanti.
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Il pavimento del cubicolo è costituito da un mosaico bianco con tessere a canestro che si dispone unicamente lungo i lati O e S, presso cui erano posizionate le klinai, seguito da una fascia monocroma nera con striatura di tessere bianche ad imitazione del marmo, da una fascia bianca di tessere a canestro comprese tra due linee doppie di tesserine bianche, da una fascia nera, da un tessellato bianco con tessere a canestro e inserti calcarei policromi. Due linee di tessere bianche seguite da una fascia nera circoscrivono un emblema quadrato, all'interno del quale è inscritto un esagono perimetrato da una fascia bianca seguita da una fascia nera, gli spazi di risulta in arancio. All'interno del bordo in tessere si dispone un opus sectile a base non marmorea, perimetrato da una fascia di listelli di calcare rosso e campito da un motivo a cubi prospettici realizzato con lastrine policrome di calcare di forma romboidale (nero, bianco, grigio, verde).
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La bibliografia non è chiara al riguardo: Graziani (2010) parla di un rivestimento in opus sectile appartenente alla prima fase abitativa della domus, sostituito in terza fase da una seconda pavimentazione, ancora in opus sectile, poggiante su un sistema di pilastrini costituente l'impianto di riscaldamento delle stanza restaurata. Manzelli e Grassigli (2001), molto ambigui, descrivono un tessellato punteggiato di crocette appartenente alla prima fase, cui segue, in terza fase, un rivestimento in opus sectile. Qui si accetta l'interpretazione di Graziani in ordine alla recenziorità e alla possibile erronea interpretazione del punteggiato di crocette, più adatto ad un ambulacro che ad una stanza di rappresentanza.
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Pavimento in tecnica mista, con tappeto in sectile e bordo in tessellato, messo in luce in due momenti diversi e attualmente conservato per una parte della superficie originaria presso il Museo della Città di Rimini. Il tappeto, bordato da una fascia in tessellato bianco e una fascia costituita da una fila di quadrati listellati campiti da tre quadrati inscritti, non tangenti, è decorato da un motivo a cubi prospettici realizzati con rombi verdi, bianchi e neri, interrotto da uno pseudoemblema dal disegno non ricostruibile. Il motivo a cubi prospettici è stato restaurato già in antico tanto che il disegno muta in rombi affiancati, utilizzando però le medesime formelle (quelle nere in minor misura).
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Pavimento in tecnica mista (parte centrale del tappeto in opus sectile e bordo in tessellato), preceduto da una soglia in tessellato bicromo a motivi geometrici. Immagine rivestimento da BECATTI 1961, tav. V.
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Pavimento in opus sectile marmoreo a modulo quadrato. La stesura è articolata in almeno due pannelli giustapposti e separati da una triplice fascia di lastre di pavonazzetto, giallo antico e cipollino; uno dei pannelli è campito con semplici formelle a modulo quadrato (Q) di giallo antico, africano e pavonazzetto, l'altro con formelle di tipo Q2 (quadrato maggiore con quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato di base), alternatamente di giallo antico/ africano, portasanta/ pavonazzetto e africano/ giallo antico, alternate regolarmente con effetto di scacchiera diagonale.
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Fascia in lastre di marmo cipollino (largh. m 0.25) che racchiude un pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e pavonazzetto (largh. m 0.60 x 0.90), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.
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Pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice, privo di fascia di incorniciatura: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e africano (largh. m 1.27 x 0.75), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.
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Pavimento in opus sectile a modulo rettangolare semplice, privo di fascia di incorniciatura: scacchiera di lastre rettangolari in marmo giallo antico e africano (largh. m 1.27 x 0.75), disposte in filari paralleli nel senso della lunghezza.
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Pavimentazione in opus sectile marmoreo a grande modulo, costituita da una griglia di m 3.20 x 2.80 definita da fasce di bardiglio composte di lastre larghe m 0.90. La maglia reticolare così definita inquadra grandi pannelli composti da due lastre accostate di marmo africano (ciascuna da m 1 x 1.60), incorniciati da un'ampia fascia di giallo antico (composta da quattro lastre a m 2.20 x 0.60). La stesura, molto lacunosa, presenta ampie integrazioni, dovute ai più recenti interventi di restauro. Scavi recenti (2005-2007) hanno permesso di rintracciare il settore occidentale del pavimento del portico, al disotto della porzione di giardino ubicata fra via dei Fori Imperiali e via Alessandrina: del sectile, quasi completamente spogliato, sopravvive prevalentemente lo strato di preparazione, la cui analisi ha permesso di stabilire l'esistenza di almeno due successive fasi di restauro databili fra III e IV sec. d.C. (BIANCHI-BRUNO 2009).
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Pavimentazione in opus sectile marmoreo a grande modulo, costituita da una griglia di m 3.20 x 2.80 definita da fasce di bardiglio composte di lastre larghe m 0.90. La maglia reticolare così definita inquadra grandi pannelli composti da due lastre accostate di marmo africano (ciascuna da m 1 x 1.60), incorniciati da un'ampia fascia di giallo antico (composta da quattro lastre a m 2.20 x 0.60).
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Pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, conservato per meno di un terzo della sua originaria estensione. La stesura è costituita da una maglia reticolare di base (di dimensioni centrate sull'aula e sulla posizione delle colonne), composta da fasce di pavonazzetto larghe m 0.75 e quadrati di pari lato collocati nei punti di intersezione, che definisce sette pannelli rettangolari larghi m 1.50 e larghi m 2.25, disposti su sette file. All'interno di ciascun pannello si colloca al centro una lastra rettangolare di pavonazzetto (m 0.75 x 1.50), bordata da quattro lastre rettangolari in africano (m 0.37 x 1.50).
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Il pavimento sussiste solo per un breve tratto, composto da tre lastre frammentarie in pavonazzetto, di cui una sola conservata integralmente in lunghezza, m 1.73; accanto a questa si trovano altre lastre frammentarie in giallo antico, a loro volta incorniciate da lastre rettangolari di marmo africano, a formare due lastre adiacenti, ciascuna delle quali larga m 0.88. Gli elementi superstiti permettono di ricostruire il disegno del pavimento, centrato nello spazio interno del pronao e a schema unitario, con grande campo centrale monocromo composto in origine di due filari paralleli di sette lastre di pavonazzetto da m 1.73, bordato da due fasce concentriche in giallo antico e africano (come nelle pavimentazioni dei portici).
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Pavimento in opus sectile marmoreo policromo "a schema unitario esteso all'intero ambiente". Due cornici perimetrali (in lastre di giallo antico e di cipollino) inquadrano la parte centrale del pavimento, suddivisa in tre grandi riquadri, due laterali in giallo antico e uno centrale in pavonazzetto; a questi si alternano quattro rettangoli di dimensioni minori in marmo africano. I rettangoli in giallo antico sono incorniciati da tre fasce (in pavonazzetto, giallo antico e africano); il rettangolo centrale in pavonazzetto è sempre circondato da tre fasce (africano, giallo antico e pavonazzetto).
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Opus sectile a cubi prospettici, conservato soltanto in impronte.
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Pavimento in opus sectile a modulo rombico, redatto secondo il motivo dei "cubi prospettici" e documentato esclusivamente da impronte nello strato preparatorio di malta. Il campo è bordato da una fascia decorata con il motivo dei quadrati listellati contenenti un quadrato inscritto sulla diagonale, anch'esso listellato. Sulla base del contesto archeologico e del confronto con altri manufatti analoghi, la stesura era verosimilmente redatta in materiali non marmorei (ardesia e palombino).
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Pavimento in opus sectile a modulo rombico, redatto secondo il motivo delle "pale di mulino" e documentato esclusivamente da impronte nello strato preparatorio di malta.
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Pavimento in opus sectile a rombi listellati (lunghezza formelle rombiche m 0.20; lato m 0.12; larghezza listelli: m 0.01) documentato esclusivamente da impronte nello strato preparatorio di malta. Sulla base del contesto archeologico e del confronto con altri manufatti analoghi, la stesura era verosimilmente redatta in materiali non marmorei (ardesia e palombino).
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Pavimento in opus sectile a modulo quadrato, documentato esclusivamente da impronte nello strato preparatorio di malta.
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Pavimento in opus sectile a modulo quadrato, redatto secondo ill motivo dei quadrati listellati contenenti un quadrato inscritto sulla diagonale, anch'esso listellato. Sulla base del contesto archeologico e del confronto con altri manufatti analoghi,la stesura era verosimilmente redatta in materiali non marmorei (ardesia e palombino).
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Pavimento in opus sectile a piccolo modulo, redatto secondo il motivo dei rombi trilistellati, conservato soltanto in impronte. Sulla base del contesto archeologico e del confronto con altri manufatti analoghi, la stesura - conservata soltanto in impronte - era verosimilmente redatta in materiali non marmorei (ardesia e palombino).
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Pavimento in opus sectile a modulo rombico, redatto secondo il motivo dei rombi trilistellati e documentato esclusivamente da impronte nello strato preparatorio di malta.
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Pavimento in opus sectile a rombi listellati (lunghezza formelle rombiche m 0.25; lato m 0.16; larghezza listelli: m 0.03) documentato esclusivamente da impronte nello strato preparatorio di malta. Sulla base del contesto archeologico e del confronto con altri manufatti analoghi,la stesura era verosimilmente redatta in materiali non marmorei (ardesia e palombino).
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Tratto di pavimento (dim. max m 5.20 x 2.60, come si ricava dal disegno) in opus sectile a piccolo modulo in redazione probabilmente non marmorea. Il sectile presenta campo pavimentale (scoperto solo in parte), redatto secondo il motivo dei quadrati con triangoli inscritti disposti a clessidra (Qt), un bordo costituito da una doppia fila di quadrati sulla diagonale (Q) in contrasto cromatico e una fascia interna formata da una fila di formelle rettangolari listellate con losanga inscritta. Manca la documentazione fotografica.
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Tratto di pavimento in opus sectile conservato soltanto in impronte. Sulla malta di allettamento si riconosce una composizione di esagoni e triangoli equilateri (lato 8), forse in materiali non marmorei.
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Nel 1863, all'epoca dello scavo, l'ambiente conservava in ottime condizioni gli affreschi, ma solo le impronte del pavimento, apparentemente in opus sectile. Le tracce in negativo non furono documentate graficamente e su esse si gettò una colata di cemento; negli anni '20 e '30 del '900 Sulze fece un sondaggio lungo le pareti, accertando resti di lastre in bardiglio "a coda di rondine" di spessore decrescente per regolarizzare il bordo del pavimento, di cui non si trovò traccia (SULZE 1932, pp. 185-186), in quanto già verosimilmente asportato in antico; l'uso del bardiglio gli fece proporre una datazione in età claudio-neroniana per la pavimentazione. Manca nell'edito la documentazione fotografica.
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Pavimento in opus sectile a base non marmorea (ardesia e palombino) visibile per m 3,60x0,70 e in gran parte conservato solo in impronte, composto da almeno tre "pannelli" affiancati di dimensioni differenti. Il primo tratto, visibile da O verso E (m 2,05x0,70), è in opus sectile redatto con motivo a scacchiera di quadrati in ardesia e palombino (lato: cm 10,5), conservato per almeno quattro file e, in parte, in impronte. Il secondo tratto (m 1,10x0,70), ricostruibile dalle impronte nella malta di allettamento, è a isodomo listellato e originariamente composto da lastre rettangolari in ardesia (cm 29,5x14,5) bordate da listelli in palombino (largh.: cm 0,8). Il terzo tratto (m 0,45 di lato), conservato solo in impronte, era decorato con uno schema a quadrati listellati, composto di lastre quadrate di ardesia (cm 20 di lato) profilate da listelli in palombino (largh.: cm 0,8).
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Cementizio a base mista di cocciopesto e lavapesta, decorato da un punteggiato irregolare di scaglie in calcare bianco. Al centro della pavimentazione è inserito un emblema di m 0.50x0.35 in tessellato ed opus sectile. La soglia del vano è decorata da un meandro di svastiche e quadrati.
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Tratto di pavimentazione (m 3,20 x 0,50) in sectile a piccolo modulo costituito da formelle di ardesia e di palombino (cm 15) disposte a scacchiera in quattro file di ventidue piastrelle.
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Opus sectile redatto in materiali misti a piccolo modulo con motivo a stuoia a T listellata. I rettangoli (cm 22 x 11) sono in palombino, i quadrati (cm 5) in giallo antico e i listelli (largh.: cm 0,5) in ardesia.
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