Progetto

Introduzione

a cura di Francesca Ghedini

La scheda TESS nasce dalla precisa esigenza di dare uno statuto scientifico ad una classe di manufatti entrata tardi nel dibattito accademico: gli studi sul mosaico ebbero infatti un deciso impulso solo a partire dalla metà circa del secolo scorso, grazie soprattutto ad H. Stern, a cui si devono due grandi iniziative: il progetto di pubblicare il Recueil général des mosaïques de la Gaule (1957) e l’organizzazione nel 1963 di un grande convegno a Parigi , nell’ambito del quale non solo si definirono alcune delle linee portanti della ricerca sui mosaici, su cui ancor oggi ci muoviamo, ma si sviluppò anche l’idea di fondare un’associazione (l’Association Internationale pour l’Étude de la Mosaïque Antique), il cui scopo era quello di promuovere e coordinare gli studi su questa categoria di manufatti, superando il limite delle letture antiquarie che fino a quel momento avevano dominato l’ambito disciplinare. Inutile ricordare che per lungo tempo l’interesse della maggior parte degli studiosi era andato al mosaico figurato in generale, e a quello africano in particolare, che si era imposto per lo straordinario stato di conservazione dei pavimenti di domus e ville, che raccontavano le avventure di dèi ed eroi o momenti della vita quotidiana soprattutto delle classi dominanti, consentendo agli studiosi non solo di formulare riflessioni di carattere storico artistico, ma anche di trarre da quelle immagini considerazioni sulla cultura e società coeve. Questa prospettiva settoriale aveva comportato che molti altri aspetti relativi ai rivestimenti pavimentali rimanessero del tutto a margine del dibattito, e mi riferisco ad esempio a quelle classi di manufatti che appartengono alla categoria delle c.d. “tecniche povere” e alla produzione non figurata, a cui solo i pionieristici studi di Marion Blake avevano dato importanza . Eppure, nell’un caso e nell’altro, si trattava di una documentazione che poteva offrire spunti importanti per la ricostruzione di aspetti quali l’organizzazione della bottega, l’approvvigionamento delle materie prime, il modo di rapportarsi al pavimento da decorare, la trasmissione di schemi e modelli ecc., fondamentali per la conoscenza dei processi artigianali. Questo rinnovato interesse per i rivestimenti pavimentali e le problematiche ad essi connesse stimolò un fiorire di associazioni a carattere nazionale, esemplate sul modello francese: dalla Tunisia (CTEMA), alla Spagna (AEEMA), dal Regno Unito (ASPROM) alla stessa Francia (AFEMA), dalla Turchia al Portogallo (APECMA), alle sezioni dell’AIEMA di Canada e Stati Uniti; in questo vivace panorama un ruolo importante svolse l’Italia che nel 1990, grazie all’impegno di un gruppo di studiosi fondò la sezione italiana dell’Association (AISCOM), che divenne il luogo dell’incontro e del confronto fra specialisti.  I Colloqui dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico  divennero, infatti, l’occasione per presentare rivestimenti pavimentali inediti, provenienti sia dai numerosi scavi, di emergenza o programmati, che annualmente interessavano i contesti archeologici, sia da “scavi” negli archivi o nei magazzini, ma anche per approfondire l’analisi di pavimenti noti in letteratura ma mai stati oggetto di uno studio critico e per affrontare le complesse problematiche relative alla conservazione e valorizzazione dei manufatti. Grazie all’impegno dell’AISCOM, quello dei rivestimenti pavimentali è divenuto un ambito disciplinare in grande espansione, un’espansione che ha però reso assai difficoltoso “gestire” una documentazione che andava continuamente aggiornandosi: era evidente infatti che lo strumento del catalogo (per ambiti topografici, per musei o per classi tipologiche), pur utilissimo, non era sufficiente per affrontare le nuove sfide poste dal progredire della disciplina.

Obiettivi

Su questo panorama di riferimento si inserisce il Progetto TESS, che prende le mosse dalla elaborazione di una scheda funzionale alla realizzazione di un censimento di ogni tipologia di rivestimento pavimentale attestata in Italia.  Tale scheda, in una forma del tutto embrionale e su piattaforma Access, è stata presentata a firma di Tatjana Clementi e mia, al Convegno AISCOM che si tenne a Pompei nel 2000. Negli anni a seguire la scheda, riprogettata in funzione del necessario allineamento agli standard di catalogazione ICCD, è stata testata – grazie al sostegno economico della Regione del Veneto e all’impegno di Federica Rinaldi (sul piano scientifico), di Paolo Kirschner e Marco Tognon (sul piano informatico, con la scelta vincente della piattaforma File Maker per la gestione della banca dati) – con tesi di laurea, di specializzazione e di dottorato, subendo, mano a mano che si affrontavano nuovi contesti e nuovi ambiti territoriali, modifiche dettate dalla progressiva definizione degli obiettivi: infatti, accanto a quello principale, che riguardava, ovviamente, la individuazione delle caratteristiche tecniche, tipologiche e stilistiche di ciascuna categoria di rivestimento (cementizi, tessellati, a commessi laterizi, etc.), al fine di trarre informazioni sull’origine, cronologia e diffusione delle varie soluzioni decorative, sui percorsi di distribuzione, sull’eventuale sviluppo di mode locali ecc., si erano via via individuati altri possibili campi conoscitivi a cui la scheda poteva dare risposta . La precisa indicazione del contesto di pertinenza (sulla scia dell’impostazione già indicata nel fondamentale saggio di Becatti sui mosaici ostiensi) , poteva infatti essere funzionale ad approfondimenti circa l’evoluzione diacronica della città e le dinamiche di occupazione del territorio, mentre le voci relative al luogo e allo stato di conservazione potevano avere importanti ricadute sul piano della tutela e della fruizione. In conseguenza di ciò, la scheda è stata organizzata con una sequenza di campi interrelati, che procedono dal generale verso il particolare: il primo campo è dedicato all’edificio, di cui si forniscono non solo la pianta, ma anche le coordinate rispetto alla città o al territorio di pertinenza; segue il dettaglio dell’ambiente a cui pertiene il manufatto, che costituisce l’oggetto del campo successivo, in cui del rivestimento viene dato un primo inquadramento, che comprende una sintetica descrizione e informazioni di carattere tecnico, dimensionale, materico; il campo successivo, che riprende e sviluppa un’intuizione formulata dalla Blake nei suoi pionieristici studi degli anni ‘30/ ’40 , prevede un’analisi di dettaglio di ciascuna unità decorativa; viene poi il campo dedicato alla bibliografia, mentre l’ultima parte informa sull’ubicazione attuale del manufatto e sul suo stato di conservazione, con indicazione degli interventi di restauro, antichi e moderni. Ciascun campo è corredato da un’ampia documentazione grafica e fotografica. La complessità della scheda è funzionale, come si è detto, a fornire diversi tipi di informazioni: i dati relativi al contesto, sono utili a definire la geometria dell’impianto urbano o dell’edificio di pertinenza e, grazie alla documentazione relativa alla presenza/ assenza di pavimenti in determinati settori della città o dell’edificio , a tracciarne le dinamiche evolutive in senso anche diacronico. La definizione della tecnica di rivestimento e del tipo di decorazione sono utili a comprendere la destinazione dell’ambiente nell’edificio, mentre, grazie all’analisi dello stato di conservazione e degli eventuali restauri antichi, è possibile tracciare le fasi di vita dello stesso. Infine il recupero di dati stratigrafici attendibili integra gli elementi per la datazione, altrimenti affidati alla non sempre dirimente analisi tipologico-stilistica della trama decorativa del pavimento. Alla definizione delle problematiche relative alla struttura e decorazione del rivestimento è dedicata la parte centrale della scheda; l’analisi è stata impostata, come detto, sulla base del principio della scomposizione della sintassi del pavimento nei suoi elementi costitutivi (fascia di raccordo, bordo, campo, eventuali emblemata o pseudoemblemata); per ogni singola parte sono stati presi in esame quei parametri utili a definirne la qualità e le caratteristiche: vale a dire la tecnica esecutiva, le modalità con cui la decorazione si dispone sul pavimento, la tipologia dell’ornato, le misure del modulo compositivo di base, la cromia, la dimensione e il materiale delle tessere. Sulla base di tali dati è possibile definire l’appartenenza di ciascun elemento costitutivo alla produzione locale oppure allogena, individuando in taluni casi anche i centri di elaborazione di schemi e modelli; il passo successivo comporta la ricomposizione delle parti costitutive del rivestimento pavimentale, al fine di apprezzarne le caratteristiche d’insieme, utili a fornire non solo una griglia crono tipologica della produzione locale, ma anche spunti sulla dinamica dei rapporti artigiano/ committente. Infine, l’insieme dei “dati anagrafici” (luogo di collocazione – in situ o in altra sede – stato di conservazione, stato giuridico, numero di inventario…), contribuisce a definire il quadro della distribuzione delle evidenze archeologiche, utili, in particolare agli operatori dei beni culturali e alle amministrazioni locali, per un’eventuale valorizzazione dei manufatti in situ, ovvero per realizzare percorsi virtuali per la conoscenza delle città e dei territori da cui provengono i reperti.

Risultati

Grazie all’attività di un folto gruppo di catalogatori, grazie all’impegno indefesso di Federica Rinaldi, Michele Bueno e Claudia Angelelli nel coordinamento e, ancora di quest’ultima, nella revisione e omogeneizzazione delle schede (elaborate da numerose mani e quindi talvolta difformi) sono inseriti in TESS quasi 16.000 rivestimenti pavimentali provenienti da scavi di emergenza, siti archeologici e collezioni museali italiane : in particolare è stata completata la schedatura di tutto il territorio dell’Italia settentrionale (Valle D’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto Adige; Emilia Romagna); dell’Italia centrale sono state del tutto schedate Toscana, Marche, Umbria; il Lazio è quasi ultimato (Roma Urbe è interamente inserita mentre è in via di completamento il suburbio ed è stata avviata la schedatura di Ostia antica); dell’Italia meridionale sono stati catalogati i pavimenti del Molise e gran parte di quelli della Campania (Pompei ed Ercolano incluse), mentre la raccolta dati relativa alle regioni Abruzzo, Calabria, Puglia e Basilicata è in via di completamento e in graduale inserimento.

I risultati del lavoro di catalogazione e studio collegati alla banca dati di TESS sono stati oggetto di numerose pubblicazioni. Finora sono stati editi tre monografie e oltre 30 contributi in atti di convegni e miscellanee. Infine, la pubblicazione del portale web e la libera consultazione on line sono il frutto della rigorosa selezione delle voci della banca dati, anche a seguito di convenzioni e protocolli d’intesa con gli organi ministeriali preposti alla tutela.

Bibliografia

Sulla struttura della banca dati e sul progetto in generale:

Sui risultati della schedatura:

Monografie

  • RINALDI F. 2005, Mosaici antichi in Italia. Regione Decima. Verona, Roma.
  • RINALDI F. 2007, Mosaici e pavimenti nel Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec. a.C.-VI sec. d.C.), Roma (Antenor Quaderni, 7).
  • BUENO M. 2011, Mosaici e pavimenti della Toscana (II sec. a.C.-V sec. d.C.), Roma (Antenor Quaderni, 22).
  • PAOLUCCI G. 2013, Mosaici e pavimenti dell’Emilia Romagna (Regio VIII), Tesi di Dottorato di Ricerca Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Archeologia, Padova 2013

Contributi in Atti di Colloqui e Incontri di Studio

  • GHEDINI F., CLEMENTI T. 2001, Proposta di scheda informatizzata per una banca dati sul mosaico, in Atti AISCOM VII, pp. 661-672.
  • RINALDI F. 2007, Il progetto di catalogazione dei mosaici del Veneto: il caso di Padova, in Atti AISCOM XII, pp. 25-36.
  • GHEDINI F., RINALDI F.,TOGNON M., KIRSCHNER P. 2008, Catalogazione di beni storici e archeologici: i mosaici della Venetia et Histria. Il progetto TESS, in Eredità culturali dell’Adriatico. Archeologia, storia, lingua e letteratura, a cura di S. Collodo e G. L. Fontana, Roma 2008 (Interadria-Culture dell’Adriatico, 1), pp. 49-71.
  • BUENO M., CLEMENTI T., NOVELLO M. 2009, Per un corpus dei mosaici di Aquileia: un gruppo di tessellati inediti dal quartiere a nord-est del Foro, in Atti AISCOM XIV, pp. 297-311.
  • ANGELELLI C., LAURENZI E., MANETTA C., RINALDI F., ROSSINI G., TACCALITE F. 2009, Il progetto di catalogazione dei mosaici di Roma (CMR): censimento, analisi, studio, informatizzazione, pubblicazione, in Atti AISCOM XIV, pp. 179-184.
  • BELLINI G. R., SPOSITO F. 2010, Minturnae (Minturno, LT). Studio dei rivestimenti pavimentali in un contesto urbano, in Atti AISCOM XV, pp. 411-420.
  • GHEDINI F., BUENO M., DIDONÉ A. 2010 (2013), Marion Blake e i mosaici di Aquileia, in Musiva & Sectilia, 7, pp. 259-288.
  • ANGELELLI C. 2010 (2013), La prima raccolta dei mosaici di Roma nell’opera di Marion E. Blake, in Musiva & Sectilia, 7, pp. 289-304.
  • BELLINI G. R., SPOSITO F. 2011, Pavimenti inediti dalla villa romana in loc. Cardegna (Ceccano, FR), in Atti AISCOM XVI, pp. 571-582.
  • RINALDI F. 2011, Il problema dei restauri antichi in un pavimento inedito da Verona, in Atti AISCOM XVI, pp. 633-645.
  • BUENO M., NOVELLO M., RINALDI F., Per un corpus dei mosaici di Aquileia: status quo e prospettive future, in L’architettura privata ad Aquileia in età romana, atti del convegno di studio (Padova, 21-22 febbraio 2011), a cura di J. Bonetto e M. Salvadori, Padova 2012, pp. 195-220.
  • SPOSITO F. 2012, Mosaici inediti in località Porretta della Cisterna a Guarcino (FR), in Atti AISCOM XVII, pp. 289-296.
  • DIDONÈ A. 2012, Pavimenti musivi da contesti inediti di Aquileia, in Atti AISCOM XVII, pp. 441-453.
  • PAOLUCCI G., QUARELLO M. 2012, Il fenomeno del restauro antico nei pavimenti romani dell’Emilia Romagna, in Atti AISCOM XVII, pp. 515-522.
  • SUCCI S. 2012, Un mosaico dall’antica Capua, in Atti AISCOM XVII, pp. 547-556
  • PREACCO M.C., DA PIEVE P. 2013, Pavimenti nelle città romane del Piemonte sud-occidentale: un aggiornamento tra vecchi e nuovi ritrovamenti, in Atti AISCOM XVIII, pp. 133-142.
  • GUIDI A. 2013, Un pavimento in opus sectile da Sepino, in Atti AISCOM XVII, pp. 421-432
  • LAURENZI E., MANETTA C. 2013, Il progetto CMR: primi bilanci e nuove prospettive di ricerca. Rivestimenti pavimentali poco noti e inediti dalle regiones XII e XIII, in Atti AISCOM XVIII, pp. 649-660.
  • CLEMENTI T., RINALDI F., Il progetto TESS ad Aquileia, in Atti del I Forum sulla ricerca archeologica in Friuli Venezia Giulia, Aquileia, 28-29 gennaio 2011, a cura di A. Laurenzi, G. Petrucci e P. Ventura, Fi- renze 2013 (Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, 5, 2013) pp. 80- 84.
  • GUIDI A. 2014, Le pavimentazioni degli edifici lungo il lato SE del Foro di Sepino (CB), in Atti AISCOM XIX, pp. 21-30.
  • GUIDI A. 2014, Il progetto di catalogazione dei rivestimenti pavimentali del Molise, in Atti AISCOM XIX, pp. 53-61.
  • ANGELELLI C. 2014, Pavimenti poco noti o inediti dalle regiones VIII e IX: alcune riflessioni a margine del Progetto CMR – “Corpus dei Mosaici di Roma”, in Atti AISCOM XIX, pp. 305-317.
  • TACCALITE F. 2015, Mosaici scomparsi di Roma sul Colle Celio. Tondi musivi a soggetto nilotico noti da disegni del Settecento, in AISCOM XX, 2015, pp. 67-72.
  • MASSARA D. 2015, I pavimenti dell’edificio di via Broletto a Milano. Analisi tecnica e stilistica, in Atti AISCOM XX, pp. 365-373.
  • GUIDI A. 2015, Rivestimenti pavimentali dei luoghi di culto di età repubblicana in Molise, in Atti AISCOM XX, pp. 511-520.
  • ANGELELLI C. 2016, La produzione musiva di età severiana a Roma e in area romana. Alcune osservazioni sul repertorio dei motivi decorativi e sulle tecniche di esecuzione, in Atti AISCOM XXI, pp. 619-635.
  • DONNICI F. 2016, Mosaici e pavimenti della Basilicata antica, in Atti AISCOM XXI, pp. 469-478.
  • TACCALITE F. 2016, Il Progetto CMR. Il censimento delle regiones II-III-IV-VI: prime considerazioni conclusive, in Atti AISCOM XXI, pp. 469-478.
  • RINALDI F. 2015, I rivestimenti pavimentali. Tessellati e cementizi, in La villa romana dei Nonii Arrii a Toscolano Maderno, a cura di E. Roffia, Milano.
  • F., RINALDI F., DIDONÉ A., Il progetto TESS e il corpus dei mosaici di Aquileia, in XII Colloquio AIEMA, c.s.