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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10494
Regio I, Domus degli Aradii, larario, pavimento a commesso marmoreo – Roma  ( RM)

edificio residenziale/domus
Nel 1937, durante lavori agricoli, si effettuarono alcuni rinvenimenti fortuiti a 0.5 m di profondità sulle pendici della collinetta del Monte d’Oro, presso l’attuale via di Porta Latina nell’area della villa Grandi, ora proprietà dell’ambasciata Canadese. L’area venne riportata alla luce e scavata nel 1945 dalla Soprintendenza, che scoprì due locali contigui, orientati NE/SO, realizzati in opus mixtum; entrambi conservavano lacerti della pavimentazione, uno in tessellato, l’altro in sectile. Nella terra di riempimento si trovarono resti di strutture, probabilmente pertinenti al piano superiore, la cui esistenza sarebbe stata provata dalla presenza di un lacerto di pavimentazione in sito. Dallo studio dei bolli rinvenuti e dalle evidenze si è ipotizzato che la fase di impianto della struttura sia adrianea, seguita da una fase di restauro o modifiche di fine II – inizi III. Un recente recupero epigrafico permette di identificare con una certa sicurezza il sito con la domus gentilizia degli Aradii (S. PANCIERA, in L’Africa Romana III, 1985 (1986), pp. 251-262; L’Africa Romana IV, 1986 (1987), pp. 547-572; F. GUIDOBALDI, in LTUR II, 1995, pp. 36-7; F. COARELLI, in LTUR Supplementum II.2, 2006, p. 158); in base all’analisi dell’iscrizione è possibile stabilire che ci fu una continuità della proprietà domestica per circa due secoli (III-IV d.C.). La presenza di una simile struttura coincide peraltro con le informazioni note per l’area, specie nelle zone più a N/NO, che Lanciani (FUR 42) descrive ricca di “nobilissime ruine”. L’abbandono definitivo della struttura sembrerebbe databile all’inizio del V secolo.


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici

AMBIENTE: larario (o sacello domestico)
Il vano, scavato nel 1945, presentava pianta rettangolare (m 6 x 5) e copertura a volta a botte; comunicava tramite una porta (2.20 x 0,80 m) aperta nella parete meridionale al vano scavato nel 1937. Conservava tracce del ricchissimo sistema decorativo; in quello parietale erano riconoscibili due fasi: la prima in intonaco a fondo giallo con motivi floreali, la seconda in lastre marmoree fino all’imposta della volta; sulla parete ovest rimaneva in sito parte dello zoccolo in "marmo bianco italico" (Giornale di scavo di E. Cocozza, 18-19.04.1945, in CANDILIO 2005, tavv. VIIIb, IXa). Lacerti di tessere testimoniavano inoltre che la volta, la cui imposta era sottolineata da una cornice in stucco, era rivestita da un mosaico di pasta vitrea. Il pavimento, a 6 m di profondità dal piano di calpestio moderno, era in opus sectile, in "poligoni irregolari di marmo". Oltre al rivestimento in situ furono rinvenuti nel riempimento anche frammenti di marmo port santa, africano, rosso antico, giallo antico, alabastro, onice, porfido, pavonazzetto venato, breccia egiziana, bigio morato, serpentino, cipollino italico ed elementi di sectile in pasta vitrea a forma di triangolo isoscele, rettangolo e rombo (Giornale di scavo, 16 e 18.04.1945 di E. Cocozza, in CANDILIO 2005, tavv. VIb, VIIIb). Nella sala si rinvennero frammenti di colonne di marmo cipollino, un’iscrizione con dedica a Mercurio (larum Penatium comiti adque custodi) e statue frammentarie coerenti ad un sacello domestico, elementi che hanno fatto identificare la sala come un larario, in uso nel III-IV secolo. Del vano non sono disponibili planimetrie e/o documentazione grafica /fotografica.

Lunghezza: 6 m – Larghezza: 5 m

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1937

Regio I, Domus degli Aradii, larario, pavimento a commesso marmoreo

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Sectile marmoreo che al momento della scoperta risultava frammentario e molto rimaneggiato: rimanevano alcuni elementi triangolari, sconnessi ed isolati, che non permettevano di identificare il modulo sebbene restassero traccia della forma delle lastre nella base preparatoria (spessa cm 5) e molte lastre nel riempimento (giornale di scavo di E. Cocozza, 23.05.1945: CANDILIO 2005, tav. XVI). Ulteriori scavi permisero di identificare un solo lacerto del disegno originale: “un elemento geometrico che forma un quadro di marmo composto di triangoli colorati che racchiudono una mattonella di cipollino con una bordura a listello di nero antico. Questo è l’unico elemento originale. Gli altri due quadri simili (…) sono senza bordura e a mio parere sono elementi di restauro che ripetono i motivi originali” (giornale di scavo di E. Cocozza, 24.06.1945: CANDILIO 2005, tav. XXa). Si tratterebbe dunque di un modulo quadrato con un quadrato (m 0.60 di lato) inserito diagonalmente nel quadrato modulare e l’aggiunta a partire dai vertici di punte di lancia che all’unione di quattro formelle disegnavano una stella a quattro punte (Qp3); nell’unico modulo originale conservato l’elemento centrale è di marmo verde venato bordato da un listello di colore scuro; al momento della scoperta era visibile un bordo costituito da una fascia di lastre rettangolari che correva lungo l’intero perimetro delle pareti. La pavimentazione conobbe più interventi di restauro in antico, consistenti nell’inserimento di lastre irregolari di marmo di reimpiego.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

BORDO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
*a modulo quadrato con motivi semplici – quadrati iscritti diagonalmente e ortogonalmente nel quadrato di base, con punte di lancia ai vertici (Q3p)0.60

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: non documentato

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Candilio, D. 2005, in L’arredo scultoreo e decorativo della Domus degli Aradii, Roma, tavv. XVI, XXa.
Caprino, K. 1946-48, Regio I. Porta Capena. Via di Porta Latina, in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, p. 183.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio I, Domus degli Aradii, larario, pavimento a commesso marmoreo, in TESS – scheda 10494 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10494), 2011
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10494

DATA SCHEDA: 2011 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano | AGGIORNAMENTO: 2014 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Angelelli, Claudia