Nel 1937, durante lavori agricoli, si effettuarono alcuni rinvenimenti fortuiti a 0.5 m di profondità sulle pendici della collinetta del Monte d’Oro, presso l’attuale via di Porta Latina nell’area della villa Grandi, ora proprietà dell’ambasciata Canadese. L’area venne riportata alla luce e scavata nel 1945 dalla Soprintendenza, che scoprì due locali contigui, orientati NE/SO, realizzati in opus mixtum; entrambi conservavano lacerti della pavimentazione, uno in tessellato, l’altro in sectile. Nella terra di riempimento si trovarono resti di strutture, probabilmente pertinenti al piano superiore, la cui esistenza sarebbe stata provata dalla presenza di un lacerto di pavimentazione in sito. Dallo studio dei bolli rinvenuti e dalle evidenze si è ipotizzato che la fase di impianto della struttura sia adrianea, seguita da una fase di restauro o modifiche di fine II – inizi III. Un recente recupero epigrafico permette di identificare con una certa sicurezza il sito con la domus gentilizia degli Aradii (S. PANCIERA, in L’Africa Romana III, 1985 (1986), pp. 251-262; L’Africa Romana IV, 1986 (1987), pp. 547-572; F. GUIDOBALDI, in LTUR II, 1995, pp. 36-7; F. COARELLI, in LTUR Supplementum II.2, 2006, p. 158); in base all’analisi dell’iscrizione è possibile stabilire che ci fu una continuità della proprietà domestica per circa due secoli (III-IV d.C.). La presenza di una simile struttura coincide peraltro con le informazioni note per l’area, specie nelle zone più a N/NO, che Lanciani (FUR 42) descrive ricca di “nobilissime ruine”. L’abbandono definitivo della struttura sembrerebbe databile all’inizio del V secolo.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
AMBIENTE: non determinatoNel giornale di scavo 1937 viene segnalato un lacerto di pavimentazione a commesso di laterizi (opus spicatum) rinvenuto “sopra ad un muretto di tufo a sacco” all’altezza di 1,10 m dal piano di spiccato dei muri; secondo l’archeologo si sarebbe trattato del piano superiore della domus. L’ambiente non è altrimenti documentato e manca di documentazione grafica /fotografica.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Data: 1937
Regio I, Domus degli Aradii, pavimento a commesso di laterizi
Parte dell’ambiente: non determinata
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: monocromo
Rivestimento pavimentale a commesso di laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
BORDO
Elemento non presente
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: a commesso di laterizi
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
* a "spina di pesce" (opus spicatum) |
CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: non documentato
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Candilio, D. 2005, in L’arredo scultoreo e decorativo della Domus degli Aradii, Roma, p. 27.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio I, Domus degli Aradii, pavimento a commesso di laterizi, in TESS – scheda 10495 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10495), 2011
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10495