scheda stampa

Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10661
Regio II, Villa Fonseca, area (Sito 14), tessellato – Roma  ( RM)

edificio residenziale/domus
Nel 1868 indagini del Parker effettuate sulla pendice meridionale del Celio, verso la valle della Ferratella, portarono alla luce resti di una ricca domus già parzialmente intercettata tra il periodo rinascimentale ed il XVIII secolo ed oggetto di indagine fino ai nostri giorni (F. GUIDOBALDI, in LTUR, s.v. Domus: L. Marius Maximus Perpetuus Aurelianus; COLINI 2006, pp. 66-67). L’attribuzione dei resti alla residenza dello storico L. Marius Maximus Perpetuus Aurelianus, console nel 197 e nel 223 d.C. e praefectus urbi nel 217, si deve a Lanciani in base al rinvenimento di una iscrizione frammentaria (CIL VI 1453) e di altre due epigrafi scoperte nel 1708 (CIL VI 1450-1451). La documentazione più antica sul complesso, non corredata da planimetrie e disegni, accenna alla scoperta di un vasto peristilio con al centro un tempietto rotondo con colonne di porfido e granito rosa, area in cui furono rinvenuti statue ed oggetti mobili attualmente dispersi in vari musei (Colini). Indagini effettuate all’inizio del XX secolo da E. Gatti portarono alla scoperta di altri ambienti relativi alla stessa domus, questa volta documentati con un’accurata planimetria che comprende un lungo criptoportico con decorazione parietale musiva ed una vasta esedra antistante, probabilmente da identificare con un ninfeo (PAVOLINI 2006, p. 67). Scavi compiuti nel secolo scorso, in occasione della fondazione di un nuovo padiglione dell’Ospedale Militare del Celio, hanno messo in evidenza altre strutture in reticolato e laterizio, databili al I secolo d.C., orientate parallelamente alla pendice del colle, che vennero attribuite al medesimo contesto (FUR, f. 36; COLINI 1944, p. 255, nota 61); è plausibile ipotizzare che alla ricca dimora del console debbano essere assegnate le strutture relative al solo livello superiore, che sono inquadrabili, per caratteristiche edilizie, tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C. (Guidobaldi). Grazie a recenti saggi di scavo è stata confermata l’esistenza di due fasi dell’edificio e sono emersi altri ambienti con pavimentazioni relative ad entrambe le fasi edilizie (PAVOLINI 2006). In occasione di indagini archeologiche effettuate nel 1991 sono poi emersi resti murari probabilmente da mettere in relazione con la seconda fase edilizia dell’edificio e ad una profondità di m. 0.85 è emerso anche un piccolo lacerto di pavimento in opus spicatum. Indagini effettuate negli anni 2000-2007 dalla Soprintendenza Archeologica di Roma sotto la direzione di M. Barbera nell’area dell’ex Villa Fonseca, hanno infine portato alla luce strutture in opus mixtum e reticulatum, e relativi pavimenti, insieme ad un sistema di vasche ed opere idrauliche. Durante le indagini del 2000 preventive alla realizzazione della linea C della metropolitana è emerso, durante lo scavo di un interro moderno, alla quota di m 3.00 di profondità, un muro in scaglie di tufo con andamento NO/SE poggiato ad una struttura absidata munita di canalina, ed un piano pavimentale a m – 0.40 dal piano di spiccato dell’ambiente, da attribuire ad una fase più antica. Il pavimento conservava una preparazione per un opus sectile evidentemente già asportato in antico. Un successivo saggio del 2007 ha intercettato un lacerto di una seconda pavimentazione in opus sectile costituita da una lastra e parte della preparazione del medesimo pavimento. All’incirca alla stessa quota è stato individuato un lacerto di un terzo pavimento in opus sectile policromo con lastre in marmo bianco e pavonazzetto incorniciate da fasce in serpentino; infine, una quarta pavimentazione in opus sectile policromo decorava un probabile ambiente di rappresentanza. A N è stato invece messo in luce un ambiente in laterizi con un pavimento a mosaico “preceduto da una struttura semicircolare” (una vasca?) realizzato con tessere di marmo bianco, pavonazzetto, giallo antico, decorato con motivi geometrici a losanghe mediante l’impiego di tessere in serpentino. A N di questo pavimento è stato rinvenuto un ambiente, con orientamento NO-SE, è stato intercettato all’incirca alla medesima quota dei precedenti, al di sotto di un ampio strato con materiale di riporto. Le pareti conservavano una preparazione per rivestimento parietale marmoreo mentre il pavimento doveva essere in opus sectile (restavano le impronte di lastre pavimentali). All’estremità S dello stesso saggio è emerso ad una quota di poco inferiore un pavimento a mosaico realizzato con tessere bianche e decorazione geometrica a tessere nere, incorniciato da una fascia nera. Il mosaico era coperto da un sottile strato di terra compatta con molti calcinacci e reperti ceramici e marmorei; è inoltre emersa la preparazione per un pavimento in opus sectile con esagoni e triangoli equilateri parzialmente conservati in situ. Infine, ad una maggiore profondità sono stati messi in luce due mosaici pavimentali a tessere bianche e nere, uno con disegno geometrico. Manca una planimetria complessiva dei rinvenimenti effettuati sino ad oggi e non esiste nell’edito una relativa documentazione fotografica. In base ai dati di scavo ed alle recenti indagini è possibile ricostruire due fasi edilizie della domus alla quale era annesso un balneum, con vasche e condutture idriche; non si esclude che il criptoportico con esedra messo in luce già nel periodo rinascimentale, possa essere pertinente ad un ninfeo-giardino che avrebbe arricchito la residenza del console (seconda fase edilizia) verso l’odierna valle della Ferratella.


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici

AMBIENTE: non determinato
Ambiente scoperto in occasione di indagini effettuate nell’anno 2007 nella ex Villa Fonseca (saggio 14). Non sono note le dimensioni e la tecnica edilizia dell’ambiente del quale si ricorda esclusivamente una pavimentazione a mosaico, Manca la documentazione grafica e fotografica. Poiché venne scoperto alla medesima quota di un ambiente con pavimento musivo a schema geometrico (v. scheda) di un tipo ricorrente nel corso del II secolo d.C. è possibile ipotizzare che anche questo vano fosse pertinente alla seconda fase edilizia della domus, inquadrabile verso la seconda metà del II secolo d.C.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
2007 – Ente responsabile: SAR

Regio II, Villa Fonseca, area (Sito 14), tessellato

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria?
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: bicromo

Resti di pavimento musivo redatto con tessere nere. Noto soltanto da citazione bibliografica, manca la documentazione grafica e fotografica (http://www.fastionline.org/excavation/micro_view.php?fst_cd=AIAC_2078&curcol=sea_cd-AIAC_2463).

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

BORDO

Elemento non presente

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: non documentato
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
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CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Taccalite, Francesca, Regio II, Villa Fonseca, area (Sito 14), tessellato, in TESS – scheda 10661 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10661), 2012
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10661

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Taccalite, Francesca | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano