scheda stampa

Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10756
Regio XII, Terme Antoniniane, "Domus adrianea", tessellato geometrico policromo – Roma  ( RM)

edificio residenziale/domus
Nel corso di scavi effettuati nel decennio 1858 – 1869 da G. B. Guidi (Arch. di Stato b. 407, anni 1858, 1862,1865, 1866, b. 410; 1868-1869) – all’epoca proprietario del terreno – in corrispondenza dell’angolo sud-est del corpo centrale delle Terme Antoniniane (Lanciani, FUR, tav. 42) adibito a giardino (xystus) e a circa 10 m di profondità, si rinvenne una lussuosa residenza privata (cosiddetta "Domus adrianea"), con ricchi apparati decorativi parietali e pavimentali. La documentazione esistente – dalle descrizioni pubblicate nei tempi immediatamente successivi alla scoperta (Gori in Bull Inst. 1859, p. 16; Pellegrini, in Bull. Inst. 1867, p. 109 ss; Parker, Arch. Journ. 1867, p. 346; 1870, p. 172; Rec. Exc. 1869, p. 4; Arch.,IV suppl., Tav. 17; XI, p. 2, Tav. 2; Hülsen – Iwanoff, Ark Studien, p. 10; Jordan – Hülsen, Topogr. Rom. I, 3, p, 197, n. 36; Bloch, BCom 1938, p. 151 ss.), ai riesami in epoche successive (Castagnoli, BCom 1949-50, pp. 168-173, quando il complesso risultava in gran parte interrato in seguito a inondazioni verificatesi nel 1870; Mocchegiani Carpano 1972, dopo le acquisizioni in seguito a indagini condotte in situ nel 1970 dalla Soprintendenza alle Antichità di Roma, che riguardarono, peraltro lo scavo ex novo degli ambienti H e I) consentono di ricostruire due fasi di occupazione della domus: una prima – d’insediamento – da porre tra il 130 e il 138 d.C. (bolli laterizi rinvenuti in diversi ambienti fissano un terminus post quem nel 134 d.C.: lo stesso primo impianto presenta sottofasi più o meno coeve di cui sfuggono però più precise connessioni cronologiche) e una successiva, di completa ristrutturazione, presumibilmente databile tra il primo quarto del II sec. d.C. e il 207 d.C. (a questa seconda fase sembrano appartenere la gran parte delle pitture e dei pavimenti rinvenuti), all’epoca, cioè, degli sbancamenti per la costruzione del complesso termale antoniniano (vd. scheda). La prima ampia abitazione, alcuni settori della quale si articolavano su due piani, ha subito una radicale trasformazione in termini sia di limitazione planimetrica e di rifunzionalizzazione degli ambienti (con la realizzazione di tramezzi, la modifica del piazzale impluviato, la costruzione di un colonnato, il tamponamento e l’apertura di porte, il rialzamento di tutte le soglie con nuove in travertino) che decorativa (attraverso la sovrapposizione di nuovi rivestimenti parietali – d’intonaco e marmorei – e pavimentali). In riferimento all’assetto planimetrico, sebbene la natura delle indagini non ha permesso di stabilire i limiti in estensione della residenza (le cui costruzioni continuavano, con ogni probabilità sul lato sud , sud- est) le piante variamente realizzate nel tempo – la prima, all’epoca delle indagini, realizzata da Cicconetti = Serie Parker, 309 B, 1110 fu ripubblicata con integrazioni gratuite e "alcuni completamenti", rispettivamente da J. H. Parker nel 1876 (The Archaeology of Rome 4, Tav. 17) e da F. Castagnoli nel 1950 (fig. 24, p. 166), quindi rielaborata da C. Mocchegiani Carpano nel 1972 (fig. 1, p. 112) – consentono di ricostruire l’impianto di una classica domus sviluppata su due piani, a cortile porticato centrale, circondato da ambienti su tre lati, “aperta all’interno e comunicante con l’esterno attraverso un unico ingresso”, con un piano superiore (C. Mocchegiani Carpano 1972; L. Lombardi – A. Corazza 1995). Rivestimenti pavimentali di diversa tipologia (tessellati in bianco e nero e policromi, con decorazione geometrica e figurata, nonchè sectilia) che l’esiguità dei lacerti conservati e la sinteticità delle informazioni riportate non consente, talvolta, di contestualizzare con precisione nell’ambito del complesso (è il caso, per esempio, dei pavimenti solo genericamente definiti a "mosaico di elegante disegno" degli ambienti, anch’essi peraltro non noti, del piano superiore), decoravano l’atrio (Q, in pianta), l’ambulacro ad esso connesso (M, in pianta), gli ambienti a nord-est del cortile porticato (N =cosiddetto larario e L, in pianta), il probabile triclinio (H, in pianta), il vano ad esso adiacente (F, in pianta), i corridoi (D; G1 e G2, in pianta), il vestibolo (A, in pianta) e gli ambienti apparentemente all’estremità sud occidentali del complesso (E, E1, C, in pianta), originariamente un unico vano.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo V d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

AMBIENTE: non determinato
R. Lanciani ricorda l’esistenza di una "Camera incontro al Larario" (qui convenzionalmente indicata con la lettera R), posta nella zona a sud dell’atrio non sistematicamente indagata (cfr. Castagnoli 1949-50, p. 171). Nessuna informazione in proposito a questo settore della domus è fornita da C. Mocchegiani Carpano (1972), nel corso del riesame e delle nuove indagini condotte sul sito dalla Soprintendenza di Roma nel 1970. Nel suo contributo l’autore avanza, anzi, l’ipotesi che il lato sud-est rappresentasse probabilmente "anche nella prima fase il termine degli edifici da questa parte", pur ammettendo l’esistenza, nel muro di fondo, di due porte (p, o, in pianta), successivamente chiuse, che avrebbero potuto "dare accesso ad un giardino privato o rappresentare due ingressi secondari in un grande vestibolo scoperto". E’ chiaro, dunque, che l’assetto planimetrico di questo settore della villa risulti non sufficientemente indagato: sicuramente, però, l’impianto doveva avere un qualche sviluppo anche sul lato sud-est. Lo prova, soprattutto, lo schizzo di un mosaico policromo (in calce all’annotazione sopra riportata) realizzato dallo stesso Lanciani, oggi conservato nel Cod. Vat. Lat. 13042, f. 192 v, e successivamente trasformato in un disegno acquarellato (Cod. Vat. Lat. 13042, f. 194 r; cfr. Castagnoli 1949-50, pp. 171 e 173, fig. 31).

Cronologia

Non determinata
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1868-69

Regio XII, Terme Antoniniane, "Domus adrianea", tessellato geometrico policromo

Parte dell’ambiente: non determinata
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria?
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Tessellato geometrico policromo (Castagnoli 1949–50, p. 173) caratterizzato da un campo con composizione di esagoni e losanghe. il bordo prevede, invece, in sequenza dall’esterno verso l’interno, una fascia con racemo di edera, una linea dentellata e una treccia a 4 capi.

Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

BORDO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Referenza fotografica: da CASTAGNOLI 1949-50.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Castagnoli, F. 1949-50, Documenti di scavi eseguiti in Roma negli anni 1860-70, in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, Roma, p. 171, fig. 31..

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Manetta, Consuelo, Regio XII, Terme Antoniniane, "Domus adrianea", tessellato geometrico policromo, in TESS – scheda 10756 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10756), 2011
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10756

DATA SCHEDA: 2011 | AUTORE: Manetta, Consuelo | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano