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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12194
Regio V, Horti Lamiani, Criptoportico, Sectile – Roma  ( RM)

edificio residenziale/villa
Gli Horti Lamiani occupavano la parte meridionale del pianoro dell’Esquilino, approssimativamente corrispondente all’area attualmente compresa tra Piazza Vittorio Emanuele e Piazza Dante (le coordinate geografiche si riferiscno ad un punto medio tra le due), sulla quale nel ‘600 sorsero villa Palombara e villa Altieri. Erano situati appena oltre il circuito murario urbano e confinavano ad Ovest con gli Horti di Mecenate, dai quali li separava la via Merulana antica (che andava da porta Esquilina a porta Celimontana, all’esterno delle mura Serviane); il confine Nord era segnato dalla via Labicana antica; il limite meridionale e quello orientale, incerti, erano probabilmente segnati dai naturali dislivelli del terreno.
Gli Horti Lamiani, fondati probabilmente da Lucius Aelius Lamia, furono tra le prime proprietà createsi sul colle dopo la bonifica di Mecenate alla fine del I secolo a.C., ed entrarono nel demanio imperiale probabilmente sotto l’impero di Tiberio. I giornali di scavo parlano di strutture in reticolato e laterizio; dalle fonti siamo a conoscenza di restauri ed interventi edilizi commissionati da Caligola e da Severo Alessandro, di cui questi Horti furono la residenza urbana preferita. Vennero probabilmente abbandonati nel corso del IV secolo, come accadde generalmente a quest’area della città, e come testimonia l’erezione in questo periodo di un piccolo complesso termale nell’attuale via Ariosto, edificato prevalentemente con pezzi di recupero (cfr. scheda).
La planimetria si articolava in un insieme di edifici dei quali attualmente è molto difficile ricostruire le funzioni e le connessioni. Si sono identificati un lungo porticato “ad archi e piloni” (n. 17 in pianta), che potrebbe forse essere interpretato come il fronte dell’edificio residenziale, su cui si aprono una serie di ambienti a pianta rettangolare allungata; realizzati in opera reticolata, conservavano all’epoca della scoperta il rivestimento ad affresco (il cui soggetto erano giardini). Alle spalle del porticato si rinvenne un criptoportico (n. 1 in pianta), che conservava una ricchissima decorazione parietale e pavimentale; alle testate di questo si aprivano due gruppi di ambienti, il primo a Nord costituito da due stanze, probabilmente sotterranee (n. 2), il secondo a Sud (n. 3-6) che dovrebbe costituire un impianto termale. In piazza Vittorio si rinvenne parte di una grande struttura semicircolare (n. 13), all’epoca della scoperta letta come teatro ma più probabilmente da interpretare come un grandioso ninfeo ad esedra; accanto si rinvennero alcuni ambienti di piccole dimensioni (n. 16), che conservavano parzialmente il pavimento marmoreo.



Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

AMBIENTE: criptoportico
Il Criptoportico (n. 1 in pianta) venne alla luce a partire dalla fine del dicembre 1874; la struttura, realizzata in laterizio, e i suoi apparati decorativi erano perfettamente conservati. Si trattava di una galleria larga circa 7 m (venne esplorata parzialmente, per una lunghezza complessiva pari a 60 m), che terminava alle estremità con teste absidate scandite da aperture che collegavano ad altri ambienti (quelli settentrionali non furono esplorati). L’asse centrale dell’ambulacro era sottolineato da una fila di colonne baccellate (h 3 m, diam. 0.40 m) in marmo giallo antico (numidico), con basi e capitelli di laterizio rivestito di stucco dorato; lungo il lato Ovest correva una “specie di conduttura” idrica, probabilmente (ACS 40, 12.02.1875). Il rivestimento parietale, come il pavimentale, era in sectile: durante gli scavi si rinvennero frammenti di crustae in alabastro.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1874-5

Regio V, Horti Lamiani, Criptoportico, Sectile

Parte dell’ambiente: corridoio
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: policromo

Pavimento in sectile marmoreo a modulo geometrico (modulo composito, a croci, quadrati e rettangoli) , realizzato con varie specie di alabastri, marmo africano e pavonazzetto. Distaccato dopo la scoperta venne rimontato nel Palazzo dei Conservatori (Galleria degli Horti Lamiani) per un’ampiezza di m 5.70 x 3.40.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

BORDO

Elemento non presente

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)

Referenza fotografica: Da Cima 1986, tav. 4, in bibliografia.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: museo/antiquarium

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Cima, M. 1986, “Dagli scavi dell’Esquilino all’interpretazione dei monumenti”,

, in Le tranquille dimore degli dei. La residenza imperiale degli Horti Lamiani, , Roma , pp. 61-2, , figg. 2, tav. 4. .

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio V, Horti Lamiani, Criptoportico, Sectile, in TESS – scheda 12194 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12194), 2012
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12194

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano