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Sul sito dell’edificio romano (sito 42) e sfruttandone in parte alcune murature viene ad installarsi un complesso di tipo religioso che si esplicita nella costruzione di un sacello (sacello A), con pianta rettangolare absidata sul lato O e ingresso sul lato E costituito da una trifora. Tale sacello presentava una pavimentazione in tessellato ed è attualmente identificato come il monasterium di San Ruffillo; presso l’abside si trovavano anche due tombe. A N di tale sacello e immediatamente sopra le strutture dell’edificio romano sono state rintracciate altre strutture murarie e un secondo ambiente a pianta rettangolare, con orientamento approssimativo in senso N-S, dotato di un pavimento in tessellato (in pianta è indicato come Edificio A). Tale edificio è stato tradizionalmente interpretato come una “domus ecclesia”, tuttavia non vi sono dati sufficienti per suffragare tale ipotesi. Ciò che sembra più plausibile è che parallelamente alla costruzione del sacello A nell’area vengano edificate delle strutture in relazione a quest’ultimo e probabilmente funzionali al culto o più in generale alla fruizione del sito; si segnala anche il rinvenimento di frammenti musivi di estensione più o meno limitata nell’area ad N del sacello A, forse relativi a questa fase d’uso. Tale intervento si data con precisione grazie allo studio delle stratigrafie superstiti e ai materiali rintracciati alla prima metà del V secolo.
La situazione si fa più chiara nella fase successiva con la costruzione della basilica di San Severo e dei suoi annessi, riconducibile ai decenni finali del VI secolo. L’edificio è a tre navate ed è preceduto da un nartece ad O e concluso ad E da un’abside pentagonale all’esterno e semicircolare all’interno. Le navate era scandite da due file di 12 colonne, lasciando una larghezza maggiore alla navata centrale; al centro del presbiterio si trovava una recinzione costituita da un bema preceduto da una solea. La pavimentazione delle navate era in tessellato, così come in tessellato doveva essere anche la decorazione interna della calotta dell’abside; si conserva solo parte della pavimentazione della navata laterale destra e della navata centrale, mentre manca quella della navata laterale sinistra. Tra le pavimentazioni musive della basilica va anche ascritta quella che attualmente pavimenta la cripta Rasponi presso il Palazzo della Provincia di Ravenna: nel XIX secolo la famiglia nobiliare prelevò una parte del pavimento della basilica (si ignora la precisa ubicazione) per ricomporlo in un "collage" che non rispetta il disegno originario del pavimento. Del complesso ecclesiastico dovevano far parte anche i due sacelli situati immediatamente ad E del nartece: il sacello A (di cui si è già parlato sopra e che in questa fase è mantenuto in uso) e il sacello B, a cui si accedeva mediante una soglia in tessellato proprio dal sacello A. Il sacello B è a pianta rettangolare, ma in questo caso l’abside si apriva sul lato E; anche questo sacello presenta una pavimentazione in tessellato.
Tra i numerosi interventi successivi all’impianto basilicale si segnala una ripavimentazione (parziale?) dell’area della navata centrale, con un rivestimento in opus sectile a piccolo modulo di età carolingia (termine post quem intorno alla seconda metà/fine del VII secolo). Contemporanea a tale rifacimento è l’aula addossata all’abside presso il lato O, forse il pastophorium del complesso. Contemporaneo al primo impianto basilicale, invece, è il cimitero che si sviluppa attorno alla basilica, caratterizzato da numerose tombe (ad oggi quasi 150 sepolture rintracciate). La vita della basilica non si esaurisce in età carolingia, ma con vicende alterne prosegue fino al XV secolo (per approfondimenti si rimanda a Augenti 2010, pp. 30-35).
Riepilogando: alla prima metà del V secolo va riferito il pavimento dell’edificio A, mentre è dubbiosa l’attribuzione a questa fase sia dei frammenti musivi rintracciati all’esterno del sacello A che il pavimento dello stesso sacello A; al primo impianto basilicale (ultimi decenni del VI secolo) vanno invece ascritti i pavimenti musivi delle navate centrale e laterale destra, così come il pavimento del sacello B. (la planimetria allegata è una rielaborazione di G. Paolucci della pianta in Perpignani 2010, fig. 4; il riferimento del nord è errato, come si può notare in Augenti 2010, figg. 7-8).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
AMBIENTE: navata lateralePer esigenze di compilazione si considereranno come due ambienti distinti la navata centrale e la navata laterale destra. Quest’ultima è separata dalla navata centrale grazie a una fila di 12 colonne. Presenta una pavimentazione in tessellato policromo organizzata secondo una sequenza di tappeti giustapposti. La fase di impianto della basilica si data su base stratigrafica ai decenni finali del VI secolo.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
Data: 1964-1967 – Ente responsabile: SA ER
San Severo, navata laterale, tessellato policromo a tappeti giustapposti
Parte dell’ambiente: navata
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: giustapposta
Cromia: policromo
Rivestimento in tessellato policromo, scandito in tappeti giustapposti, rintracciato per una parte della superficie originaria. Si conservano in modo incompleto 4 tappeti; a partire dall’abside il primo tappeto conservato (a) è decorato da una composizione ortogonale di quadrilobi disegnati da cordoni annodati, formanti dodecagoni concavi, il secondo (b) da "cerchi allacciati" con un piccolo quadrato iscritto sulla diagonale nei fusi e un quadrato più grande iscritto nei quadrati concavi (con effetto di croci di Malta), il terzo (c) da una composizione centrata in un cerchio e il quarto (d) da una composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di quadrifogli a piccolo quadrato centrale, disegnata da cordoni a bordi dritti allacciati, gli ottagoni mistilinei caricati da 5 nodi.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche: Sono state analizzati i materiali costituitivi delle tessere impiegate nel tappeto a.
BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrico-vegetalizzata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1/1.5; 0.9/0.8 cm
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 15a – fila di quadrati sulla diagonale, tangenti (formanti clessidre), in colori contrastanti | ||
DM 64e – racemo di acanto | uccellino | |
DM 72d – treccia a tre capi policroma, su fondo scuro |
Decorazioni vegetali
Motivo | Modulo |
---|---|
racemo di acanto stilizzato policromo |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1/1.5; 0.9/0.8 cm
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 225c – composizione ortogonale di quadrilobi disegnati da cordoni annodati, formanti dodecagoni concavi. | ||
DM 239a – "cerchi allacciati", in colori contrastanti, con un piccolo quadrato iscritto sulla diagonale nei fusi e un quadrato più grande iscritto nei quadrati concavi (con effetto di croci di Malta) | uccellini | |
DM 244e – composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui, con effetto di quadrifogli a piccolo quadrato centrale (e formanti ottagoni irregolari mistilinei), disegnati da cordoni a bordi dritti allacciati, gli ottagoni mistilinei caricati da cinque nodi |
CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in:
Restauri moderni: Si è proceduto ad un intervento di rimozione delle vecchie lastre di cemento degli anni 60, poi all’allettamento delle tessere con una nuova malta compatibile con i materiali antichi, alla pulitura delle superfici musive e infine, dove ritenuto necessario, all’integrazione delle lacune con tessere incise.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
AA.VV. 2007, in Felix Ravenna. La croce, la spada, la vela: l’Alto Adriatico tra V e VI secolo, Milano, tav. III.2.Bermond Montanari, G. 1968, in La chiesa di S. Severo nel territorio di Classe. Risultati dei recenti scavi, Bologna, pp. 43-59, figg. 27-28, 30-34.Farioli Campanati, R. 1971, Ambientazione e idee informatrici del mosaico pavimentale ravennate, con particolare riferimento ai mosaici rinvenuti a Classe, in Corso di Cultura sull’arte Ravennate e Bizantina, pp. 435, 438-439, 447, figg. 7-8, 10, 16, .Farioli Campanati, R. 1975, in Pavimenti musivi di Ravenna paleocristiana, Ravenna, pp. 140-141, 204, figg. 71, 102, 105, 107.Farioli Campanati, R. 2010, I mosaici pavimentali del complesso di San Severo, in La Basilica ritrovata. I restauri dei mosaici antichi di San Severo a Classe, Ravenna, Bologna, pp. 59-61, figg. 4-6.Manzelli, V. 2010, Relazione sullo stato della documentazione di scavo relativa alle campagne 1964-1967 e identificazione dei frammenti di pavimentazione musiva oggi in restauro, in La Basilica ritrovata. I restauri dei mosaici antichi di San Severo a Classe, Ravenna, Bologna, pp. 77-81, figg. 5-7.Perpignani, P. 2010, Restauro dei mosaici provenienti dalla Basilica di San Severo, in La Basilica ritrovata. I restauri dei mosaici antichi di San Severo a Classe, Ravenna, Bologna, figg. 5-16, 77-78, 80, 87-93 .
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, San Severo, navata laterale, tessellato policromo a tappeti giustapposti, in TESS – scheda 13477 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13477), 2013
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13477