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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13541
Regio VII, Horti Luculliani, Fase IV, Sala absidata, sectile – Roma  ( RM)

edificio residenziale/villa
Gli Horti Luculliani occupavano la sommità della collina del Pincio; dovevano estendersi per circa 20 ettari, dalla via Salaria Vetus fino a Trinità dei Monti e oltre, probabilmente fino all’attuale “Muro Torto”. Creati da L. Licinio Lucullo, ebbero una vita lunghissima, fino al VI secolo. Della fase originaria (FASE I) , di età tardo repubblicana, sono noti pochissimi elementi (principalmente tratti di canalizzazioni idriche sotterranee e resti di mura di terrazzamento in opera reticolata); da Plutarco (Plut., Luc., 39 e ss.) abbiamo notizia dell’estremo lusso della struttura (H. Broise, V. Jolivet, s.v. “Horti Luculliani”, in LTUR III, Roma 1996). Alla morte di Lucullo vennero ereditati dal figlio e da questi in età augustea (FASE II) passarono con ogni probabilità a M. Valerius Messalla (H. Broise, V. Jolivet, s.v. “Horti: Valerius Messalla Corvinus”, in LTUR III, Roma 1996) e poi, in età giulio-claudia (FASE III), a Valerio Asiatico; a questa fase va attribuita la più celebre struttura del complesso, molto studiata nel Rinascimento: un imponente emiciclo (6 in pianta), da identificare come giardino-ninfeo monumentale, con ogni probabilità il Nympheum Iovis dei Cataloghi Regionari. Acquisiti alla morte di Messalla nel fisco imperiale, gli Horti vennero venduti all’avvento di Traiano, quando sembrano passare alla gens Acilia (H. Broise, V. Jolivet, s.v. “Horti Aciliorum”, in LTUR III, Roma 1996), che ne rimase in possesso nel II e III secolo (FASE IV). Nel IV secolo risultano in possesso della gens Anicia (un ramo della quale erano i Pincii) e vanno identificati nella domus Pinciana nota dalle fonti (FASE V). Nel V secolo, dopo il sacco dei Goti, la proprietà pur mantenendo il nome precedente fu riacquistata dal fisco imperiale e divenne una delle sedi di residenza dell’imperatore (FASE VI); nonostante una parziale distruzione intorno al 500, forse dovuta ad un terremoto, mantenne questa destinazione almeno fino alla prima metà del VI secolo (F. Guidobaldi, V. Jolivet, s.v. “Domus Pinciana”, in LTUR II, Roma 1995). L’abbandono può essere datato nella prima metà del VI secolo: si ha infatti notizia dello spoglio sistematico operato da Teodorico per Ravenna (Broise H., Dewailly M., Jolivet, V., “Rome: Pincio (Jardins de Lucullus)”, in Mefra, 105.1, 1993, p. 441). Nell’amplissima area occupata dagli Horti si sono succeduti numerosi e preziosi ritrovamenti almeno a partire dal XVI secolo (R. Lanciani, Storia degli Scavi di Roma, III, Roma 1990, pp. 107-29); a partire dal 1981 si sono condotti, da parte dell’EFR e della SAR, una serie di sondaggi e scavi sul versante occidentale del Pincio, affiancati, negli anni ’90 del XX secolo, da interventi nell’area di Villa Medici e Trinità dei Monti. Durante questi lavori sono stati identificati vari nuclei edilizi, databili in un lunghissimo arco cronologico (la planimetria seguita è quella -incompleta- proposta da Broise, Jolivet 2002, fig. 130).


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo V d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

ambiente di rappresentanza
FASE IV (fase medio imperiale) – Una serie di sondaggi realizzati all’interno del giardino segreto di Ferdinando de’ Medici (Giardino dei Limoni), negli anni 1998- 2000 ha portato alla luce un complesso realizzato in opus mixtum (reticolato e laterizio), composto da una sala absidata (5 in pianta), che conservava in parte il lussuoso sistema decorativo pavimentale e parietale, e almeno altri 4 ambienti (non scavati), aperti a Sud verso il giardino-ninfeo, che sembravano conservare la decorazione parietale, in intonaco dipinto, e pavimentale, in tessellato; connettevano la parte residenziale principale del complesso, a Sud, con gli edifici dell’area di Villa Medici.
L’aula absidata (5 in pianta), situata a Nord del ninfeo, è di grandi dimensioni (largh. m 9.80; lungh. appurata m 8 – ma la sala continua a Sud sotto i giardini di Trinità dei Monti, area non scavata; diametro dell’abside m 7.60; h massima conservata m 2.5) e orientata N/S; le strutture sono state intercettate ad 1 m di profondità rispetto al livello attuale. Presentava un ricchissimo sistema di rivestimento parietale e pavimentale in sectile; nello strato di crollo è stato possibile identificare frammenti della zoccolatura delle pareti (in marmo bianco e, nell’abside, in pavonazzetto; le lastre presentavano cornici modanate) ed elementi fitomorfi e figurativi. Oltre ai frammenti marmorei ne vennero rinvenuti numerosi in pasta vitrea, di cromia molto varia, pertinenti a placche di rivestimento: il decoro doveva essere particolarmente complesso e lussuoso. Su basi archeologiche l’ambiente e la sua decorazione sono databili al II secolo, e sono probabilmente da legare alla proprietà degli Acilii; l’ambiente venne usato molto a lungo e non subì spoliazioni.


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1998-2000

Regio VII, Horti Luculliani, Fase IV, Sala absidata, sectile

Parte dell’ambiente: spazio centrale?
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Sectile marmoreo policromo, parzialmente conservato in sito, con modulo medio a rettangoli listellati (motivo L/Hr2R). Il pavimento, datato su base stilistica al II secolo, sembra essere rimasto in uso per molto tempo ed aver conosciuto almeno due restauri in antico.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

BORDO

Elemento non presente

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)

Referenza fotografica: Da Broise, H., Jolivet, V., 2002, "Villa Medici-Trinità dei Monti. Lo scavo degli Horti Luculliani", in BCom 103, 167-8, fig. 132.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Broise, H. / Jolivet , V. 2002, ” Villa Medici-Trinità dei Monti. Lo scavo degli Horti Luculliani”,

, in Bullettino della Commissione Archeologica di Roma, Roma, pp. 167-8,, fig. 132..
Broise, H. / Jolivet, V. 1999, Rome : Pincio (Jardins de Lucullus)
, in Mélanges de l’Ecole Française de Rome. Antiquité , pp. 481-484.
Rossi, M. 1999, La decorazione marmorea dell’aula absidata, in Mélanges de l’Ecole Française de Rome. Anitiquité, pp. 484-486.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio VII, Horti Luculliani, Fase IV, Sala absidata, sectile, in TESS – scheda 13541 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13541), 2013
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13541

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano