
L’edificio si configura come un ottagono nel quale è inscritto un ottagono minore; l’ottagono esterno, un ambulacro anulare, è interrotto e, allo stesso tempo, fuso nel presbiterio, che termina con un’abside poligonale esternamente e semicircolare internamente. Dall’ottagono centrale otto grandi nicchioni si slanciano fino a raggiungere il tamburo della cupola, strutturata da giri concentrici di tubuli fittili. Presso l’abside si trovano due piccoli ambienti a pianta circolare con terminazione rettangolare, il diaconicon e la prothesis. La chiesa è preceduta dall’ardica a pianta rettangolare conclusa da due esedre opposte, si cui si conserva solo quella verso N. La particolarità del nartece risiede nel fatto di insistere non su un lato dell’ottagono ma su uno spigolo: questo determina la creazione di due ambienti a pianta triangolare presso cui sono situati gli ingressi all’edificio. Tale scelta è motivata diversamente dagli studiosi: alcuni pensano sia stata voluta dagli architetti come scelta artistica per conferire maggiore movimento all’edificio (anche in relazione alle due piccole torri), altri che sia dovuta a fattori preesistenti, quali l’assetto stradale oppure strutture architettoniche già presenti (vd. sotto). La chiesa è famosa per la decorazione musiva parietale del presbiterio.
Agli inizi del 900 una serie di lavori furono intrapresi per riportare il piano pavimentale, il cui livello era stato innalzato nel 1500, al livello del VI secolo per restituire al monumento il respiro spaziale e le originarie proporzioni volute dai costruttori. Durante questi lavori fu possibile intravedere anche le tracce del sacello su cui insisteva la chiesa, il cd. Sacello di San Vitale, di età placidiana (prima metà del V secolo). A tale sacello può essere riferita la pavimentazione musiva a pannelli giustapposti che circondava un altare a mensa. È quindi possibile che la struttura di tale sacello abbia influenzato la posizione del nartece. Durante i lavori sono state rimesse in luce anche le pavimentazioni originarie della chiesa: il pavimento originario dell’ottagono centrale era in tessellato e caratterizzato da 8 spicchi musivi, ma di questi solo due erano in buone condizioni e furono mantenuti e restaurati, mentre gli altri furono sostituiti con la pavimentazione marmorea del 1500. Anche i lacerti dell’ottagono esterno furono strappati e in seguito restaurati e rimessi in opera, tuttavia i restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure usarono per la ricostruzione il piede romano come modulo di base invece del piede bizantino originario (di 32.5 cm), perdendo in questo modo i rapporti proporzionali originari tra le diverse porzioni musive e di fatto falsando i pavimenti. Alcuni lacerti delle pavimentazioni originarie sono tuttora conservati presso la chiesa, mentre restano gli acquerelli di Azzaroni che documentano lo stato di conservazione dei diversi lacerti al momento della scoperta. (la pianta per la localizzazione dell’edificio è tratta da Pavan 1984-1985, fig. 1; la pianta dell’edificio è tratta da San Vitale 1997, p. 324, in azzurro le campate anulari secondo la numerazione Azzaroni).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
AMBIENTE: narteceIl nartece (o ardica) della chiesa è a pianta rettangolare ed è concluso da due esedre opposte, si cui si conserva solo quella verso N. La particolarità del nartece risiede nel fatto di insistere non su un lato dell’ottagono ma su uno spigolo: questo determina la creazione di due ambienti a pianta triangolare presso cui sono situati gli ingressi all’edificio. Tale scelta è motivata diversamente dagli studiosi: alcuni pensano sia stata voluta dagli architetti come scelta artistica per conferire maggiore movimento all’edificio (anche in relazione alle due piccole torri), altri che sia dovuta a fattori preesistenti, quali l’assetto stradale oppure strutture architettoniche già presenti quali il sacello rintracciato nella nichhia della III campata, che in effetti presenta il medesimo orientamento. Sia il nartece che l’abside erano pavimentati in tessellato.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Data: 1911 – Ente responsabile: SA ER
San Vitale, nartece, tessellato geometrico dell’ardica e vegetalizzato dell’abside
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria e scandito in almeno due tappeti, corrispondenti allo spazio del nartece e all’abside N. Il pavimento del nartece è decorato da un reticolato di fasce caricate da losanghe sdraiate e cerchi annodati, questi ultimi nei punti di incrocio, disegnato da cordoni a bordi dritti. Il tappeto dell’abside è invece decorato da girali di acanto popolati da uccellini, policromi su fondo bianco.
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Unità decorative

Parte dell’ambiente: nartece
Tipo di impaginazione: iterativa?
Cromia: policromo
Tessellato policromo a decorazione geometrica, rintracciato per un breve tratto con impaginazione iterativa, tuttavia non è possibile stabilire con certezza se tale decorazione si estendesse all’intero ambiente. Il lacerto rintracciato è caratterizzato da un reticolato di fasce caricate da losanghe sdraiate e cerchi annodati, questi ultimi nei punti di incrocio, disegnata da cordoni a bordi dritti, su fondo bianco. L’unico quadrato conservato è decorato da un quadrato inscritto campito da un diamante policromo.
Elemento non presente
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 149b – reticolato di fasce caricate da losanghe sdraiate e cerchi annodati (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi dritti |

Parte dell’ambiente: abside
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: policromo
La decorazione dell’abside N è testimoniata da un acquarello di Azzaroni. Il bordo è caratterizzato da una fila di calici trifidi adiacenti dritti e capovolti, policromi su fondo scuro, seguita da una fascia bianca (o una linea tripla) e una linea semplice nera. Il tappeto è decorato da girali a volute di acanto che occupano la superficie del tappeto, policroma su fondo bianco; alcuni dei girali sono popolati da uccellini. In basso si nota una sorta di festone di fiori e frutti; è possibile che i girali si originassero dal festone, tuttavia lo stato di conservazione non permette di accertarlo.
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 1a – linea semplice | ||
DM 1y – fascia monocroma | ||
DM 62a- fila di calici trifidi adiacenti dritti e capovolti |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: vegetale e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni vegetali
Motivo | Modulo |
---|---|
girali a volute di acanto | |
festone di fiori e frutta |
Decorazioni figurate
Tema | Soggetto | Altre componenti |
---|---|---|
figure di | uccelli |
Acquarello di Azzaroni
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Farioli Campanati, R. 1975, in Pavimenti musivi di Ravenna paleocristiana, Ravenna, pp. 43, 166-167, figg. 18, 87.Iannucci, A.M. 1983, I mosaici pavimentali di San Vitale: cronosintassi e criteri di restauro, in Corsi di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina, Ravenna, pp. 360-361.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, San Vitale, nartece, tessellato geometrico dell’ardica e vegetalizzato dell’abside, in TESS – scheda 13735 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13735), 2013
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13735