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Il sito deve essere ancora esplorato sistematicamente e ulteriori indagini potrebbero acclarare i numerosi dubbi che ancora persistono circa l’impianto originario della basilica, il suo sviluppo diacronico, il rapporto con l’edificio basilicale e le fasi di abbandono.
L’edificio originario è orientato in senso E-O ed è suddivido internamente mediante due file di 12 colonne in tre navate. Preceduto da un atrio espanso (20 m), terminava ad E con un’abside semicircolare internamente e poligonale esternamente; numerosi tubuli fittili e tessere di pasta vitrea rintracciati negli strati localizzati nell’area del presbiterio documentano che l’edificio era dotato di una cupola decorata da mosaici parietali. I muri lunghi erano dotati esternamente di lesene poste a distanza regolare. In questa prima fase il pavimento dell’edificio è caratterizzato da un lastricato omogeneo in lastre di marmo del Proconneso. Il bema di forma pressoché quadrata (8.30 m x 8.10 m) si inoltra nella navata centrale e doveva presentare un pavimento a lastre marmoree non conservato rialzato di circa 40 cm rispetto al piano di calpestio della chiesa.
In un secondo momento, di pochi anni posteriori alla fase di impianto, alle navate sono affiancati due ambulacri, entrambi terminati da esedre semicircolari e raccordati con l’atrio (che quindi in questa fase diverrebbe un quadriportico). Ai lati dell’abside, più precisamente tra l’abside e le esedre degli ambulacri, sono realizzati degli annessi funzionali al culto, con funzioni di pastophoria, nel numero di due per lato. L’edificio viene così a misurare 42.50 m in lunghezza (abside compresa) e 33.50 m in larghezza. Tutti i nuovi annessi, almeno nelle porzioni esplorate, sono pavimentati in tessellato.
Alla prima fase di impianto va riferito anche il vicino battistero che, nella seconda fase, è collegato alla chiesa mediante un ambulacro di raccordo. Un saggio nella vasca del battistero ha permesso di rintracciare la preparazione in cocciopesto del fondo della vasca.
La prima fase sarebbe da riferire agli anni finali del V sec.d.C. o ai decenni iniziali del VI, la seconda andrebbe inquadrata entro la metà del VI sec.d.C. (La localizzazione dell’edificio è tratta da Gentili 1972, fig. 4; la planimetria dell’edificio è tratta da Gentili 1972 fig. 2)
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
AMBIENTE: quadriporticoIl nartece di 20 m precedeva la chiesa sul lato corto O fin dalla fase di impianto; nella seconda fase è affiancato da portici e trasformato in una sorta di quadriportico. Sia nell’area del nartece che nel portico di destra sono stati rintracciati lacerti musivi pertinenti alla pavimentazione; entrambi i pavimenti possono essere riferiti alla seconda fase (secondo quarto del VI sec.d.C. o comunque entro la metà del VI sec.d.C.), anche se per quella del nartece resta il dubbio se sia stata rifatta nel secondo momento costruttivo oppure se nella prima fase non fosse provesta una pavimentazione in tessellato.
Lunghezza: 20 m – Larghezza: m
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (1° q) al secolo VI d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Data: 1965 – Ente responsabile: SA ER
Cà Bianca, nartece, tessellato con composizione di cerchi e quadrati annodati
Parte dell’ambiente: nartece
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria?
Tipo di impaginazione: iterativa?
Cromia: policromo
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una piccola parte della superficie originaria. La parte messa in luce consta di una composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli, con cerchi annodati negli scomparti, resa in policromia su fondo chiaro. Il lacerto è rimasto in situ e non è visibile.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 49b – fila di semicerchi intersecantisi e tangenti, formanti una fila di ogive e di squame adiacenti, policrome, le ogive iridate |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 148g – composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli con cerchi annodati negli scomparti | diamante |
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Cortesi, G. 1980, in Classe paleocristiana e bizantina, Ravenna, p. 143, fig. 50.David, M. 2010, Frammenti di storia della cristianizzazione del territorio di Ravenna nella testimonianza dei pavimenti decorati, in Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli, Fig. 9.Farioli Campanati, R. 1975, in Pavimenti musivi di Ravenna paleocristiana, Ravenna, p. 164, fig. 86.Farioli Campanati, R. 1983, Edifici paleocristiani di Classe: stato attuale delle ricerche e problemi, in Ravenna e il Porto di Classe. Venti anni di ricerche archeologiche tra Ravenna e Classe., Bologna, p. 49.Gentili, G.V. 1972, Origini e fasi costruttive del complesso ecclesiale della Cà Bianca, in Arheoloski vestnik – acta archaeologica, p. 209.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Cà Bianca, nartece, tessellato con composizione di cerchi e quadrati annodati, in TESS – scheda 13813 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13813), 2013
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13813