Nel 1965 ricerche effettuate da G. Cortesi e da Roncuzzi permisero di rintracciare a circa 2km a SO dalla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, nel podere “Le Basse” in località Cà Bianca, un complesso ecclesiale caratterizzato da un imponente edificio di culto e, immediatamente ad N, un Battistero a pianta ottagonale. Poco lontano sono stati rintracciati anche i resti di una banchina d’attracco di una vena endolagunare e di un vicus di probabile V secolo e distante circa 9 km da Ravenna. Molto si è dibattuto in letteratura sull’intitolazione della chiesa (tra le ipotesi: S. Sergio, S. Eufemia e S. Demetrio), tuttavia, in mancanza di ulteriori dati, il sito continua ad essere comunemente indicato come complesso della Cà Bianca.
Il sito deve essere ancora esplorato sistematicamente e ulteriori indagini potrebbero acclarare i numerosi dubbi che ancora persistono circa l’impianto originario della basilica, il suo sviluppo diacronico, il rapporto con l’edificio basilicale e le fasi di abbandono.
L’edificio originario è orientato in senso E-O ed è suddivido internamente mediante due file di 12 colonne in tre navate. Preceduto da un atrio espanso (20 m), terminava ad E con un’abside semicircolare internamente e poligonale esternamente; numerosi tubuli fittili e tessere di pasta vitrea rintracciati negli strati localizzati nell’area del presbiterio documentano che l’edificio era dotato di una cupola decorata da mosaici parietali. I muri lunghi erano dotati esternamente di lesene poste a distanza regolare. In questa prima fase il pavimento dell’edificio è caratterizzato da un lastricato omogeneo in lastre di marmo del Proconneso. Il bema di forma pressoché quadrata (8.30 m x 8.10 m) si inoltra nella navata centrale e doveva presentare un pavimento a lastre marmoree non conservato rialzato di circa 40 cm rispetto al piano di calpestio della chiesa.
In un secondo momento, di pochi anni posteriori alla fase di impianto, alle navate sono affiancati due ambulacri, entrambi terminati da esedre semicircolari e raccordati con l’atrio (che quindi in questa fase diverrebbe un quadriportico). Ai lati dell’abside, più precisamente tra l’abside e le esedre degli ambulacri, sono realizzati degli annessi funzionali al culto, con funzioni di pastophoria, nel numero di due per lato. L’edificio viene così a misurare 42.50 m in lunghezza (abside compresa) e 33.50 m in larghezza. Tutti i nuovi annessi, almeno nelle porzioni esplorate, sono pavimentati in tessellato.
Alla prima fase di impianto va riferito anche il vicino battistero che, nella seconda fase, è collegato alla chiesa mediante un ambulacro di raccordo. Un saggio nella vasca del battistero ha permesso di rintracciare la preparazione in cocciopesto del fondo della vasca.
La prima fase sarebbe da riferire agli anni finali del V sec.d.C. o ai decenni iniziali del VI, la seconda andrebbe inquadrata entro la metà del VI sec.d.C. (La localizzazione dell’edificio è tratta da Gentili 1972, fig. 4; la planimetria dell’edificio è tratta da Gentili 1972 fig. 2)
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
AMBIENTE: ambulacro
Nella seconda fase edlizia, riconducibile alla metà del VI sec.d.C., al corpo principale sono aggiunti due ambulacri, forse porticati, rispettivamente a destra e a sinistra. Entrambi gli ambulacri erano chiusi ad E da un’esedra semicircolare, ma quella dell’ambulacro di sinistra non è stata rintracciata nei sondaggi. L’ambulacro a sinistra era pavimentato in tessellato e del pavimento si conservano alcuni lacerti. Era anche collegato al corridoio di collegamento realizzato per unire l’edificio basilicale al battistero posto immediatamente a N.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Data: 1965 – Ente responsabile: SA ER
Cà Bianca, ambulacro sx, tessellato con composizione di squame
Parte dell’ambiente: ambulacro
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria?
Tipo di impaginazione: iterativa?
Cromia: policromo
Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una porzione della superficie originaria. La porzione messa in luce consta di un tappeto più ampio, decorato da una composizione di squame ombreggiate policrome, adiacenti, inquadrato da due fasce, quella più esterna con una fila spezzata di fusi, formanti semicerchi, con triangoli dentati negli spazi di risulta, quella più interna da una fascia ad onde di semicerchi in colori contrastanti.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 45i – fila spezzata di fusi, formanti semicerchi in colori contrastanti, con triangoli dentati negli spazi di risulta | ||
DM 60b – onde di semi-cerchi in colori contrastanti |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 219a – composizione ortogonale di squame ombreggiate adiacenti, in colori contrastanti |
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Cortesi, G. 1980, in Classe paleocristiana e bizantina, Ravenna, p. 141, fig. 46.David, M. 2010, Frammenti di storia della cristianizzazione del territorio di Ravenna nella testimonianza dei pavimenti decorati, in Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli, fig. 9.Farioli Campanati, R. 1983, Edifici paleocristiani di Classe: stato attuale delle ricerche e problemi, in Ravenna e il Porto di Classe. Venti anni di ricerche archeologiche tra Ravenna e Classe., Bologna, p. 49.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Cà Bianca, ambulacro sx, tessellato con composizione di squame, in TESS – scheda 13821 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13821), 2013
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13821