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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13920
Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti – Ravenna  ( RA )

edificio residenziale/palatium
Tra il 1908 e il 1914 sotto la direzione di G. Ghirardini furono effettuati scavi immediatamente a Nord di via Alberoni, in un’area di 4000 mq di proprietà della famiglia Serena Monghini, area nella quale già nell’800 erano stati praticati scavi che avevano messo in luce ampi tratti di pavimentazioni musive. Gli scavi Ghirardini scoprirono, in modo parziale, un vasto complesso edilizio noto in letteratura come “Palazzo di Teodorico”; l’area a Sud del complesso è quella che fu maggiormente approfondita sia in sede di scavo sia in fase di rielaborazione, mentre il resto del complesso si conosce in maniera meno estensiva ed è più difficoltoso individuarne lo sviluppo diacronico. La metodologia adottata non adeguata ad un complesso pluristratificato come quello in esame, la dispersione dei dati di scavo e la non perfetta coincidenza tra le piante redatte e le sequenze individuabili dai diari di scavo non permettono dunque di acclarare in modo definitivo l’esatto sviluppo diacronico del complesso; il tentativo di F. Berti di isolare gruppi di pavimenti in base alle quote di rinvenimento non è completamente riuscito per le difformità nelle quote stesse tra le diverse aree del palazzo (dovute certamente alla vasta area su cui si impianta il complesso e forse alla poca precisione dei rilievi) e poco incisivo perché lo studio dei pavimenti non suffraga le differenti cronologie proposte di volta in volta. Altre interpretazioni complessive del palazzo negli ultimi anni sono quelle di Baldini Lippolis (1997 e 2001), Augenti (2005) e Russo (2005), delle quali la più convincente sembra essere quella di A. Augenti, sebbene con alcune criticità.
Il dato certo è che nella zona Sud è documentato l’impianto di una domus di età protoaugustea, la cui continuità di vita prosegue almeno fino al III- inizi del IV secolo, come documentano i restauri nelle pavimentazioni musive, mentre nella zona a Nord si trovano alcune strutture che sono state da alcuni (Deichmann, seguito da Russo) messe in relazione con il pretorio del prefetto di Ravenna.
I FASE: in un momento cronologico di circa IV secolo è possibile individuare un intervento edilizio abbastanza rilevante: nel settore Nord il fulcro è la stanza L (13,5×11 m), un vano rettangolare che nel muro settentrionale è dotato di una piccola abside semicircolare e che è aperto mediante una trifora sul porticato A (A’’’ nel settore Nord). A tale ambiente sono addossati quattro piccoli vani (M,N,O,P), ai quali si accedeva dall’aula L. In questa fase l’ambiente L è dotato di pavimento in sectile, così come gli altri ambienti vicini. Ad Ovest di M si trova un ulteriore vano (Z) anche questo pavimentato in opus sectile, mentre ad Est di O si trovano due ambienti adiacenti (Q, R), entrambi pavimentati in esagonette di cotto. In questa fase i bracci porticati della corte A erano pavimentati in tessellato: del pavimento si conservano alcuni tratti in A’, A’’’ e forse A’’. Nel settore meridionale sono parzialmente riutilizzati gli ambienti della domus preesistenti; in questa fase l’unico ad essere ripavimentato è il vano C, in cui sono stati scoperti alcuni frammenti di un nuovo rivestimento in tessellato.
II FASE: a un momento successivo, inquadrabile in età onoriana (inizi del V secolo) può essere ascritto l’ampliamento del vano L: il nuovo ambiente è più grande (27x11m), presenta un’abside presso il lato Nord ed è dotato di un nuovo pavimento in sectile. In questa fase non sono documentati nuovi interventi pavimentali nei vani M ed N. A questa fase si attribuiscono i due nuovi ambienti a fianco di L, U e T, entrambi pavimentati in opus sectile. Forse in questa fase è realizzata la tamponatura degli spazi nei pilastri della corte A, con la conseguente creazione di un corridoio continuo (A’, A’’, A’’’). Nella zona A’ è stata individuata una pavimentazione in tessellato che copre la precedente. Nel settore meridionale l’ambiente B è dotato di suspensurae (funzionali alla deumidificazione o a un impianto di riscaldamento, non ad un impianto termale come da alcuni ipotizzato). Il vano H diviene più grande mediante la distruzione di un tramezzo precedente.
III FASE: all’età teodoriciana (fine V-inizi VI) è attribuita la realizzazione nel settore Nord di un grande triclinio triabsidato, aggiunto a Nord di R e dotato di pavimento in tessellato. L’aula l è ripavimentata in tessellato, mentre l’ambiente T è ingrandito mediante l’aggiunta di un’abside e ripavimentato in tessellato. In questa fase forse possono essere attribuiti due pavimenti rintracciati nel vano O (non conservato) e P (in tessellato e sectile), mentre è quasi certa la ripavimentazione in tessellato del vano Q. A questa fase possono, con qualche dubbio, essere riferiti i rifacimenti dei corridoi A’ e A’’’, sempre in tessellato. Nel settore meridionale assistiamo alla ripavimentazione in tessellato di numerosi ambienti (C, D che in questa fase è di dimensioni maggiori, E, G), mentre nel settore sud è realizzato il corridoio I, dotato di un pavimento in tessellato che in una sottofase di poco successiva è in parte o del tutto rifatto.
IV FASE: in età post-teodoriciana, tra la metà e la seconda metà del VI secolo, nel settore Nord si assiste alla realizzazione del vano V e alla ripavimentazione del vano Z. Altri interventi e ripavimentazioni in tessellato si verificano nel corridoio A’’’ e A’’, poco leggibili e probabilmente distribuiti in sottofasi distinte. Nel settore meridionale è rifatta in tessellato la pavimentazione del corridoio I e contestualmente può essere attribuita a questa fase la pavimentazione del corridoio I’’’, a sua volta rimpiazzato da un tessellato posteriore in un intervento riferibile a una sottofase distinta.
Ricapitolando, si deve innanzitutto rilevare che il palatium si innesta in un’area a continuità di vita fin dall’età tardorepubblicana; sono individuabili quattro macro fasi cronologiche, ma ognuna di esse presenta una o più sottofasi all’interno delle quali è difficile cogliere con puntualità l’effettiva portata degli interventi edilizi. I FASE: IV secolo; II FASE: inizi/prima metà del V secolo; III FASE: fine V/ primo quarto del VI secolo; IV FASE: pieno VI secolo/ inizi VII. Va ricordato che la ricostruzione proposta non è universalmente condivisa in letteratura, tuttavia, pur con alcune difficoltà, sembra essere la più convincente. (la pianta località edificio è tratta da Russo 2005, fig. 2; la pianta dell’edificio è una rielaborazione delle quattro macrofasi ed è tratta da Augenti 2005, figg. 3, 6, 8, 11)


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

AMBIENTE: corte
La grande corte porticata A costituisce il fulcro del complesso edilizio e raccorda il settore "monumentale" posto a Nord e il settore residenziale posto a Sud. Tale corte è stata scavata solo in parte e i diversi bracci sono indicati con A’ (il braccio Sud), A” (il braccio Est), A”’ (il braccio Nord).
Nella I fase ha effettivamente le caratteristiche di una corte porticata e si conoscono, almeno in parte, i pavimenti in tessellato dei bracci Nord (A’’’), Est (A’’), Sud (A’). È forse in età onoriana (II fase) o in una sottofase di poco successiva che sono realizzate le tamponature dei pilastri e di conseguenza i bracci porticati sono trasformati in altrettanti corridoi; a questo momento si può attribuire una (parziale?) ripavimentazione in tessellato, nota solo in A’ (corridoio Sud). Nella III fase (età teodoriciana) la corte viene ancora una volta ripavimentata in tessellato (noto solo in A’ e A’’’). Ad un momento successivo vanno ascritte le parziali (o totali?) ripavimentazioni rintracciate in A’’’ e A’’; in questa fase viene anche costruito un corridoio con andamento Nord-Sud che attraversa la corte che tuttavia sarà defunzionalizzato in un momento successivo, quando nella corte si installa una fontana ottagonale. Questa ricostruzione non è condivisa da tutti gli studiosi e molti sono i pareri discordanti sullo sviluppo diacronico della corte (secondo alcuni la I fase è di età onoriana, la II di età teodoriciana, la III e la IV della seconda metà del VI secolo), testimonianza evidente che i dati disponibili non sono dirimenti e si prestano a letture diverse. Riassumendo: nella I fase sono qui compresi i pavimenti nn. 12, 43, 50 (secondo la numerazione Berti 1976), rispettivamente da A’, A” e A”’; nella II fase i pavimenti nn. 13-19 da A’; nella III fase i pavimenti nn. 24-29, 44-48, 51-53 rispettivamente da A’, A” e A”’; a una sottofase della III è possibile riferire il pavimento n. 54 da A”’; infine alla IV fase i pavimenti nn. 49, 55-56 rispettivamente da A” e da A”’.


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1908-1914

Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Rivestimento in tessellato policromo, rintracciato per una parte della superficie originaria sia nel portico/corridoio Nord (A”’) che Est (A”). Di A”’ sono stati messi in luce due tappeti, il n. 55 della numerazione Berti noto solo da un disegno, il n. 56 di cui restano 7 sezioni, entrambi a decorazione geometrica. Di A” resta un solo tappeto, il n. 49, con decorazione geometrica.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (3° q) al secolo VI d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Unità decorative

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato policromo del portico/corridoio A’’’, caratterizzato presumibilmente da tappeti giustapposti, anche se non è possibile stabilirlo con sicurezza. Del pavimento 55 non resta alcuna sezione, ma la decorazione è nota grazie ad un acquerello Azzaroni. Il tappeto è inquadrato da una fascia bianca a ordito dritto, seguita da una fila di cerchi tangenti annodati, disegnati da cordoni a bordi dritti resi in tessere bianco-rosse e bianco-verdi, tale fascia compresa tra due linee triple bianche tra linee semplici nere. Il tappeto è invece decorato da una composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli con cerchi annodati negli scomparti. I listelli sono in tessere bianco-verdi e bianco-rosse. I cerchi sono campiti da diamanti policromi, i quadrati da quadrati a lati inflessi; il fondo è alternativamente rosso e verde. Gli acquerelli di Azzaroni sono solitamente molto accurati e di solito del tutto attendibili, tuttavia un tale uso del verde lascia aperto qualche piccolo dubbio, dal momento che negli altri pavimenti in tessellato del Palazzo (sia di questa fase che di quelle precedenti) il verde non è mai un colore dominante e si trova usato con relativa parsimonia.

BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1a – linea semplice
DM 1t – linea tripla
DM 1y – fascia monocroma
DM 69f – fila di cerchi tangenti e annodati, qui disegnati da cordoni
CAMPO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 148g – composizione ortogonale, disegnata da listelli, di quadrati tangenti per gli angoli con cerchi annodati negli scomparti
Referenza fotografica: Pianta IV Fase (Augenti 2005 fig. 11)
Frammenti non in scala da Berti 1976
in basso a destra: tav. XL n. 49
in alto a destra: tav. XLIV n. 56
in alto a sinistra: tav. LIII n. 53

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato policromo del portico/corridoio A’’’, caratterizzato presumibilmente da tappeti giustapposti, anche se non è possibile stabilirlo con sicurezza. Del pavimento 56 furono staccati sette frammenti, 4 conservati presso la Chiesa di san Salvatore ad Calchi (1: max 1.93 x max 1.03m; 2: 1.25×1.07m; 3: 1.60×0.63; 4: 1.10×1.63m), tre presso la Casa Serena Monghini (5: 0.65×0.92m; 6: 0.75×0.73m; 7: 0.64×0.33m). Il bordo è costituito da una fila di calici trifidi policromi alternativamente dritti e capovolti, separati da una sinusoide, su fondo nero, compresa tra due linee triple bianche. I calici hanno le basi alternativamente in tessere grigie e rosse. Il campo è invece caratterizzato da un reticolato di fasce con quadrati nei punti di incrocio, le fasce caricate da rocchetti, con cerchi circoscriventi gli scomparti del reticolato, con effetto di composizione di cerchi, delineata in nero su fondo bianco. I rocchetti sono in sfumature di rosso e rosa, mentre gli scomparti quadrati sono caricati da nodi di Salomone policromi su fondo scuro. Numerosi sono gli interventi di restauro antico, realizzati con tessere rettangolari, nel tentativo di ripristinare almeno la decorazione di base. Nei restauri i nodi di Salomone sono sostituiti da crocette per lo più quadripetale.

BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1t – linea tripla
DM 62c – fila di calici trifidi dritti e capovolti separati da una sinusoide
CAMPO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 144e – reticolato di fasce con quadrati in colori contrastanti nei punti di incrocio, le fasce caricate da rocchetti, con circoli circoscriventi gli scomparti del reticolato, con effetto di composizione di circoliNodo di Salomone
Referenza fotografica: Pianta IV Fase (Augenti 2005 fig. 11)
Frammenti non in scala da Berti 1976
in basso a destra: tav. XL n. 49
in alto a destra: tav. XLIV n. 56
in alto a sinistra: tav. LIII n. 53

Parte dell’ambiente: corridoio
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Rivestimento in tessellato policromo (n. 49 della numerazione Berti 1976) di cui è stata staccata una sezione di 0.81×0.55m, che forse è da riferire ad una stesura a tappeti giustapposti, tuttavia non si hanno dati sufficienti per suffragare tale ipotesi.
Del tappeto si conserva il solo campo, decorato, almeno nel tratto conservato da una composizione di onde contigue di conchiglie, su fondo bianco. Le conchiglie sono delineate in nero e con particolari luministici in rosso e grigio.

BORDO
Elemento non presente
CAMPO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 222c – composizione di onde contigue di conchiglie
Referenza fotografica: Pianta IV Fase (Augenti 2005 fig. 11)
Frammenti non in scala da Berti 1976
in basso a destra: tav. XL n. 49
in alto a destra: tav. XLIV n. 56
in alto a sinistra: tav. LIII n. 53

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: area archeologica (Cd. Palazzo di Teodorico (Chiesa di San Salvatore ad Calchi))

Restauri antichi: Nel n. 56 sono presenti interventi di restauro antico di tipo mimetico, poco riusciti.Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: abitazione privata (Casa Serena Monghini)

Restauri antichi: Nel n. 56 sono presenti interventi di restauro antico di tipo mimetico, poco riusciti.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Berti, F. 1976, in Mosaici antichi in Italia, Aemilia. Regione ottava. Ravenna, 1, Roma, pp. 72, 75-76, tav. IX, 56; XL, 49, LIII-LIV, 55-56 .
Farioli Campanati, R. 1971, Ambientazione e idee informatrici del mosaico pavimentale ravennate, con particolare riferimento ai mosaici rinvenuti a Classe, in Corso di Cultura sull’arte Ravennate e Bizantina, p. 467.
Farioli Campanati, R. 1973, Note su alcuni mosaici pavimentali di Ravenna (Collezione Serena Monghini), in Corsi di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina (Ravenna, 11-24 marzo 1973), Ravenna, p. 318.
Ghirardini, G. 1916, Gli scavi del palazzo di Teodorico a Ravenna, in Monumenti Antichi, Milano , coll. 774-775.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Palazzo di Teodorico, corte A, tessellato con tappeti geometrici giustapposti, in TESS – scheda 13920 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13920), 2013
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13920

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Paolucci, Giovanna | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca