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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=18071
Varano, Villa San Marco, ambiente di soggiorno 30, tessellato monocromo – Varano – Castellammare di Stabia  ( NA )

edificio residenziale/villa
La Villa San Marco di Stabia, così chiamata da una cappella che sorgeva nel XVIII secolo nei suoi pressi, si estende nell’area nord-orientale della terrazza alluvionale della collina di Varano, a circa 50 m sul livello del mare. Dall’esame del contesto topografico si rileva che fu costruita seguendo alcuni criteri tra i quali: la breve distanza dalla campagna coltivata a vigna e ad uliveto; la vicinanza ad un centro abitato e commerciale ben collegato tramite la rete viaria circostante con i principali centri della zona (Nuceria, Pompei e Surrentum) e infine attraverso una rampa in discesa, un facile approdo al mare.
Fu la prima villa ad essere esplorata in età borbonica negli anni compresi tra il 1740 e il 1754.
La prima pittura staccata dalla villa fu una rappresentazione di Mercurio il 12 giugno del 1749. In quegli anni le attività di scavo si concentravano soprattutto a Ercolano e a Pozzuoli poiché sono pochi gli oggetti trovati a Stabia, solo nel 1951 gli scavi vennero rinforzati. In seguito, la villa spogliata degli affreschi e della suppellettile, fu riseppellita dopo che le sue strutture erano state rilevate da Karl Weber, la cui documentazione grafica e manoscritta fu, successivamente, nel 1881, pubblicata da Michele Ruggiero, nell’opera “Degli scavi di Stabiae dal 1749 al 1782”. Solo dopo quasi due secoli nel 1933, nel corso di lavorazioni agricole, nel fondo dello Ioio ed in quello limitrofo Gambardella, vennero in luce sei colonne tortili: si trattava di una parte del peristilio superiore 1-2 della villa; soltanto diciassette anni più tardi, nel 1950, grazie al preside Libero d’Orsi, iniziò lo scavo sistematico del complesso, fino al 1962 e tutt’oggi non ancora completato. Al 2009 risalgono le ultime indagini condotte da Fabrizio Ruffo sulle fasi edilizie della villa e del cosiddetto “impianto urbano” sud-occidentale di Stabiae. Le strutture edilizie della villa risalgono ad un periodo compreso tra l’età augustea e l’età claudio neroniana con murature in opera reticolata, in opera vittata ed in opera mista. Le murature messe in luce nel corso degli anni sono state integrate secondo diverse metodologie. Ai primi interventi di ricostruzione, riconoscibili dai materiali e della tessitura, ha fatto seguito l’inserimento di un filare di laterizi che delimita inferiormente la parte ricostruita. Al momento dell’eruzione del 79 d.C. nella villa erano in corso lavori di restauro dovuti ai danni causati dal terremoto del 62 d.C. e, più probabilmente, ai movimenti tellurici che, successivi a questa data, precedettero l’eruzione: gli interventi si riconoscono con frequenti ammorsature d’opera laterizia caratteristica di questi anni. L’organizzazione planimetrica dell’edificio segue un duplice orientamento: la collocazione della maggior parte degli ambienti asseconda l’andamento della collina, nell’intento di disporre i settori più rappresentativi della villa in posizione panoramica sul mare, mentre l’orientamento del quartiere termale è ricalcato su quello dell’impianto urbano adiacente alla villa, rilevato dal Weber nel 1759 (tav. I di Ruggiero) ma che non è stato portato alla luce. La prima fase edilizia è stata recentemente ricondotta all’ultimo quarto del I sec. a.C., mentre l’inizio della seconda fase è stato posto al primo quarto del I sec. d.C. All’interno della seconda fase sono stati distinti due momenti: entro la prima metà del I sec. d.C. si rinnova la decorazione dell’atrio e delle terme e si ricostruisce il portico inferiore 9, avviandone il rinnovamento decorativo parietale; in età neroniana avanzata, a seguito dei danni del terremoto del 62 d.C., si ricostruiscono i portici superiori 1-2, si porta a compimento la decorazione del portico inferiore e si realizza la decorazione a stucco del ninfeo, ancora in corso al momento dell’eruzione. Una serie di interventi minori sembra invece riferibile a rifacimenti conseguenti a scosse telluriche successive al sisma del 62 d.C. Dopo l’eruzione, la villa fu interessata dall’attività dei cunicolari in cerca di oggetti preziosi e di materiali edilizi. La superficie globale del complesso è di 11.000 mq, di cui 6000 rimessi in luce. Esso si articola in cinque nuclei: A) Quartiere dell’atrio con annesso quartiere rustico: ambienti 56, 44, 45, 61, 55, 59a, 59, 60, 31, 52, 49, 57, 32, 28, 26, 40, 39, 27; B) Quartiere termale: ambienti 25,29,42, 48, 46, 23, 37, 22, 19; C) Area del peristilio: ambienti 5, 3, 20, 62, 63, 65, 64, 9, 30, 53, 50, 17, 18, 21, 16, 11, 8, 13, 14, 12, 4; D) Area del loggiato superiore: ambienti 1 e 2; E) Quartiere d’ingresso (interrato).
(la ripartizione in fasi è tratta da G. Bonifacio, A. M. Sodo, Stabiae. Guida archeologica alle ville, Castellammare di Stabia 2001, pp. 31- 88; F. Pesando, M.P. Guidobaldi, Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae. Guide Archeologiche Laterza, Roma 2006, pp. 423-427, da cui è tratta la pianta edificio, a p. 425).


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

ambiente di soggiorno
L’ambiente di soggiorno 30 fa parte del gruppo di diaetae accessibili dal porticato 20, che furono costruite nell’ultima fase di ristrutturazione dell’edificio, probabilmente in età neroniana; il passaggio avviene attraverso una scala a tre gradini. La parete di fondo del primo peristilio venne sfondata per ricavare il vano di accesso all’ambiente. La decorazione parietale è in IV Stile, con zoccolo a fondo nero delimitato in alto da una cornice ad ovoli dorata e zona mediana rossa con specchiature chiare e bordi di tappeto delimitate da candelabri dorati. Le pareti sono animate da figurine di elevata qualità artistica, tra i quali spiccano le raffigurazioni di Ifigenia e Perseo. Anche il soffitto era riccamente decorato con un ottagono irregolare dai lati concavi. Il pavimento è in tessellato.

Lunghezza: 3.50 m – Larghezza: 3.50 m

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I d.C. (4° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1740-1962

Varano, Villa San Marco, ambiente di soggiorno 30, tessellato monocromo

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Tessellato bordato da una doppia fascia di tessere di colore contrastante. Bordo costituito da una fascia di tessere nere ad ordito diritto (DM 1y), una larga fascia di tessere bianche in ordito obliquo, una fascia di tre file di tessere bianco ad ordito diritto, una fascia di tre file di tessere nere (DM 1t) e una fascia di tre file di tessere bianche in ordito diritto. Il campo è in tessellato monocromo bianco ad ordito obliquo (DM 105a).

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (2° q) al secolo I d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Misure
Lunghezza: 3.5 m; Larghezza: 3.50 m;

BORDO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1t – linea tripla
DM 1y – fascia monocroma

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Referenza fotografica: foto di C. Ariano.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Pisapia, M. S. 1989, in Mosaici antichi in Italia, Regione prima. Stabia, Roma, p. 32.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Ariano, Carmela, Varano, Villa San Marco, ambiente di soggiorno 30, tessellato monocromo, in TESS – scheda 18071 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=18071), 2015
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=18071

ISPEZIONE: 2015 | DATA SCHEDA: 2015 | AUTORE: Ariano, Carmela | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca | AGGIORNAMENTO: 2015 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Angelelli, Claudia