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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2729
Regio II, domus di Gaudenzio, tessellato geometrico con iscrizione – Roma  ( RM)

edificio residenziale/domus
L’edificio noto nella letteratura archeologica con il nome di "domus di Gaudenzio" sorgeva sulla sommità del Celio e si affacciava sulla presunta via Caelemontana, l’attuale via di S. Stefano Rotondo, a Est della Basilica Hilariana (cfr. pianta, area compresa tra i padiglioni nn. 19 e 21). Nacque in epoca commodiana dalla fusione di due insulae dalla pianta quasi quadrata con fronte a taberne pertinenti al periodo flavio, delle quali conservò solo il perimetro esterno, ridisegnando invece gran parte dell’assetto interno. Infatti, le precedenti botteghe e retrobotteghe delle due insulae furono riadattate e trasformate nel periodo tardo antonino in ambienti residenziali della casa, che raggiunse allora un’estensione di oltre 1.300 mq. Una seconda fase edilizia interessò l’abitazione verso la seconda metà del IV secolo, nel periodo in cui, come sappiamo da una iscrizione musiva visibile nel triclinio, divenne proprietà di Gaudentius, giovane senatore che ottenne nel 409 d.C. la prestigiosa carica di vicarius Africae. Questi fu con grande probabilità strettamente legato a Q. Aurelio Simmaco, noto uomo politico dell’epoca che possedeva una lussuosa abitazione a N di quella di Gaudenzio. Già nei primi decenni del V secolo sono documentati parziali interri della domus, che tuttavia rimase abitata almeno fino alla metà del secolo quando forse passò nelle mani di Simmaco (G. SPINOLA, in Aurea Roma 2000). L’abitazione era dotata sin dalla prima fase edilizia di un settore con vani di servizio, ubicato a NO, mentre la parte residenziale e di rappresentanza, dove sono state rinvenute anche pavimentazioni pregevoli, si collocava in quello opposto. Qui, attorno a un piccolo cortile rettangolare con una fontana (C), si aprivano gli ambienti di maggior rilievo dell’abitazione, tra i quali il tablino (E), con un pavimento in opus sectile policromo, il vestibolo (A) con un tessellato a tessere bianche e nere, un ambiente di ristrette dimensioni (B) con pavimento in opus sectile a esagoni listellati ed il triclinio (G) con un mosaico di tipo geometrico bianco e nero, nel quale venne poi inserita l’iscrizione musiva che menziona Gaudentius, il proprietario della domus nella sua seconda fase edilizia (v. infra). I rivestimenti conservati e diversi oggetti di arredo rinvenuti nel corso delle indagini archeologiche accertano che la domus, sin dal suo impianto, era legata ad una elevata committenza: dal cortile provengono frammenti di una decorazione parietale su supporto in laterizio (emblemata) in opus vermiculatum estremamente raffinati (testa equina, tralcio con grappoli d’uva) (Carignani-Spinola 1995, ipotizzano che fossero pertinenti ad un soffitto) mentre una nicchia che si apriva sul lato di fondo del triclinio ospitava probabilmente la scultura dell’Antinoo Casali attualmente conservata nella Ny Carslberg Glyptotek di Copenhagen. Nella prima metà del VI secolo d.C. la domus era sicuramente in uno stato di abbandono al pari degli altri edifici sorti sulla sommità del Celio, probabilmente anche a causa dei devastanti eventi della guerra greco-gotica. La pianta dell’edificio è tratta da PAVOLINI et alii,1993, pp. 443-505.



Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici

AMBIENTE: triclinio
Ambiente G: vasto ambiente a pianta rettangolare con orientamento NE-SO, che aveva accesso a E dal cortile attraverso uno stretto corridoio (F). La planimetria del vano e la tipologia del tappeto musivo non lasciano dubbi sulla originaria funzione del vano come triclinio: era infatti presente un lastricato di formelle di marmo bianco in corrispondenza dei letti, mentre lo spazio centrale della sala era occupata da un tappeto musivo a tessere bianche e nere con motivo geometrico che rispettava lo spazio tricliniare. Nel IV secolo d.C. al centro del tappeto venne inserita un’iscrizione realizzata con alcune tessere asportate dal medesimo pavimento, la quale ha consentito di conoscere il proprietario della domus nella sua fase di vita più tarda: il senatore e vicarius Africae Gaudentius. Non sappiamo se al medesimo periodo debba essere attribuita anche la realizzazione della nicchia sulla parete di fondo del vano, la quale sembra dovesse contenere la statua dell’Antinoo Casali (CARIGNANI 2000). Dell’ambiente manca nell’edito una documentazione fotografica.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (3° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1988

Regio II, domus di Gaudenzio, tessellato geometrico con iscrizione

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Campo inquadrato da una fascia di tessere nere e decorato con una composizione ortogonale di croci di anfore a fondo piatto intorno ad un quadrato concavo centrale, in colori contrastanti, tangenti (qui gli spazi di risulta caricati da un esagono irregolare a lati mistilinei) (var. DM 159a). Al centro del tappeto si colloca, entro una semplice tabella scorniciata, un’iscrizione dedicatoria (GAVDEN/TI / VIV[as]), inserita in un momento successivo alla redazione del pavimento (IV sec. d.C.) e realizzata con le stesse tessere del campo. Manca nell’edito la documentazione fotografica.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Unità decorative

Parte dell’ambiente: spazio centrale
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: bicromo

Campo inquadrato da una fascia di tessere nere e decorato con una composizione ortogonale di croci di anfore a fondo piatto intorno ad un quadrato concavo centrale, in colori contrastanti, tangenti (qui gli spazi di risulta caricati da un esagono irregolare a lati mistilinei) (var. DM 159a). Al centro del tappeto si colloca, entro una semplice tabella scorniciata, un’iscrizione dedicatoria (GAVDEN/TI / VIV[as]), inserita in un momento successivo alla redazione del pavimento (IV sec. d.C.) e realizzata con le stesse tessere del campo. Manca nell’edito la documentazione fotografica.

BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

CAMPO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: non documentato cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
var. DM 159a – composizione ortogonale di croci di anfore a fondo piatto intorno ad un quadrato concavo centrale, in colori contrastanti, tangenti (qui gli spazi di risulta caricati da un esagono irregolare a lati mistilinei)

Iscrizioni

TrascrizioneLinguaImpaginazioneAndamentoPunteggiaturaAltezza (min-max)
GAVDEN/TI/ VIV[as]latinoorizzontaledestrorsonessuno– (cm)
Referenza fotografica: da CARIGNANI, SPINOLA 1995

Parte dell’ambiente: spazio tricliniare
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Lastre di marmo bianco. Manca la documentazione grafica e fotografica.

BORDO
Elemento non presente
CAMPO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)
Dimensioni Metriche Tessere: non documentato cm

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ

Restauri antichi: Inserimento di una iscrizione nella parte centrale del tappeto, con tessere di riutilizzo.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Carignani, A./ Spinola, G. 1995, Mosaici e pavimenti marmorei dai recenti scavi sul Celio, in Atti del II Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Roma, 5-7 dicembre 1994), Bordighera, pp. 407-408, fig. 5.
Carignani, A. 1993, Cent’anni dopo. Antiche scoperte e nuove interpretazioni dagli scavi all’Ospedale Militare del Celio, in Mélanges de l’Ecole française de Rome. Antiquité, Roma, pp. 709-746.
Carignani, A. 2000, La domus di Gaudentius, in Aurea Roma. Dalla città pagana alla città cristiana, Catalogo della Mostra (Roma 2000-2001), Roma, pp. 152-155, figg. 4-5.
Pavolini, C. et alii 1993, La topografia antica della sommità del Celio. Gli scavi dell’Ospedale Militare (1987-1992), in Mitteilungen des Deutschen Archaologischen Instituts (Roemische Abteilung), Mainz am Rhein, p. 473.
Spinola, G. 1992, Il dominus Gaudentius e l’Antinoo Casali: alcuni aspetti della fine del paganesimo da una piccola domus sul Celio, in Mélanges de l’Ecole française de Rome. Antiquité, Roma, p. 962.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Taccalite, Francesca, Regio II, domus di Gaudenzio, tessellato geometrico con iscrizione, in TESS – scheda 2729 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2729), 2008
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2729

DATA SCHEDA: 2008 | AUTORE: Taccalite, Francesca | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano