scheda stampa

Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4228
Domus Ritter, vano 8, pp.cc. 424 – 425, tess. con meandro  – Aquileia  ( UD )

edificio residenziale/domus
Lo scavo, non visibile e non visitabile, si trova nei Quartieri centro-settentrionali della città antica, 65 m circa a nord del secondo decumano a settentrione del decumano massimo e poco ad ovest del secondo cardine a oriente del cardine massimo, sul quale il complesso edilizio probabilmente affacciava; nella città moderna l’area è ubicata in località Monastero, nel fondo Ritter-Zahony (Bertacchi 1998 lo cita come fondo Cassis), pp.cc. 424/6/21-425/4/6/9/14, nell’area compresa tra via Pellis a nord, via Salvemini ad est, via Gemina a sud e via Leicht a ovest. La domus è stata indagata solamente in parte e pertanto la sua articolazione non è pienamente comprensibile. I resti scavati comprendono alcuni tratti murari, per lo più in opus mixtum, e numerose pavimentazioni, che offrono l’unica base per la cronologia delle diverse fasi edilizie. Purtroppo gli studiosi non sono unanimi sulle datazioni e allo stato attuale delle conoscenze non è possibile stabilire quali vani siano coevi a prescindere dalla decorazione dei rivestimenti: la comprensione della planimetria e della cronologia delle diverse fasi della residenza (o delle residenze, in quanto anche l’appartenenza ad un unico complesso non è accertabile) risulta pertanto gravemente compromessa. In questa sede si adotta la cronologia e la suddivisione in quattro fasi di Novello, c.s. Alla fase più antica, ascrivibile nel I sec.a.C., è attribuito un vano pavimentato in cementizio e tessere, rinvenuto sotto al mosaico del più tardo vano 7, mentre non è ascrivibile con certezza a questo momento un secondo cementizio ornato da tessere scoperto sotto il vano 9, ma ad una quota superiore rispetto ai rivestimenti della seconda fase. Quest’ultima è collocata tra la seconda metà del I sec.a.C. e il II sec.d.C., e vede la domus articolata attorno a due nuclei. Il primo gravitava attorno allo spazio 1, che potrebbe essere stato una corte scoperta, come sembra suggerire presso l’estremità nord-orientale un tratto di muro con un possibile resto di colonna in laterizio, visibile in pianta (cfr. Brusin 1927, tav.III, riportata anche in Donderer 1986); del pavimento restano alcuni lacerti musivi. A sud della corte si estendeva il triclinio 2 e a nord-ovest l’ambiente di rappresentanza 3 (situato però ad una quota inferiore), entrambi ornati da un mosaico. Poco a nord del vano 3 si apriva il vano 4, con possibile funzione di soggiorno, il cui mosaico appare più tardo di quello della corte 1. Poco ad est si trovava il vano 5, abbellito da un tessellato con scaglie e che verosimilmente svolgeva funzioni di rappresentanza, ma il suo rapporto con la vicina area scoperta non è attualmente identificabile. Per quanto riguarda il secondo nucleo della dimora, esso è stato messo in luce nel settore orientale dello scavo. Partendo da nord, pavimenti di pregio caratterizzano il vano di soggiorno 6 (in cotto e tessellato), e le due probabili sale di rappresentanza 7 e 8 (in tessellato e scaglie). Ad est di questo gruppo, il vano 9 viene dotato in questa fase di un nuovo rivestimento in tessellato, mentre dell’ambiente 10 posto ad ovest non resta che un lacerto musivo insufficiente a stabilire l’articolazione degli spazi; a sud del vano 8, infine, si impostava l’ambiente 11 con il pavimento in commessi laterizi disposti a spina di pesce. Nella terza fase edilizia della domus, datata nel V sec.d.C., nella corte 1 compare un nuovo mosaico, policromo e nella parte sud-orientale dello scavo, infine, è stato scavato un ambiente (vano 12) abbellito da un prezioso pavimento in sectile e tessellato, ma non è del tutto certo che appartenga alla domus.
La quarta fase, per concludere, che comprende forse più sottofasi non meglio determinate cronologicamente, è interessata da alcune ristrutturazioni che non sembrano aver compreso nuovi pavimenti di pregio: il mosaico del vano 7 risulta parzialmente distrutto da varie murature (che sembrerebbero aver diviso lo spazio in almeno tre ambienti distinti, di cui quello a nord-ovest dotato di un pozzo), nei vani 5 e 11 viene installato un sistema di suspensurae per il riscaldamento e il settore occidentale del vano 9, infine, viene in gran parte distrutto da un condotto per la circolazione dell’aria calda con orientamento nord-sud. Questa struttura, larga 1.04 m, con pareti interne intonacate e piano in mattoni sesquipedali, si divideva a sud in due rami, di cui quello occidentale copriva in parte il pavimento del vano 8. La pianta presentata è tratta da Novello, c.s.


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

ambiente di rappresentanza
Vano 7. Dell’ambiente sono venuti in luce alcuni lacerti delle murature e tre livelli pavimentali: il più antico corrisponde ad un lacerto in cementizio decorato da tessere e databile nella fase di I sec.a.C., il secondo ad un tessellato del I sec.d.C., il terzo ad un mosaico della fine del II sec.d.C. Dopo la seconda fase edilizia nel vano è stato aperto un pozzo e nella quarta fase alcune murature hanno portato ad una ulteriore suddivisione degli spazi.

Lunghezza: 10.8 m – Larghezza: 6.2 m

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1930 – Ente responsabile: SA TS

Domus Ritter, vano 8, pp.cc. 424 – 425, tess. con meandro

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: non documentato
Tipo di impaginazione: iterativa?
Cromia: policromo

Il pavimento (si conservano 1.38 x 1.20 m) è un tessellato policromo di cui sono venuti in luce alcuni lacerti. Il campo è ornato da una composizione ortogonale di meandri di svastiche contrapposte a doppie T e di quadrati, in prospettiva. Il quadrato superstite è caricato da un fiorone composito di 8 elementi contigui: 4 petali affusolati e 4 pelte (qui il centro è un quadrato a lati concavi). Il bordo presenta fasce bianche e nere alternate, una linea di crocette nere non contigue e denti di sega dentati. Il pavimento è stato restaurato in antico con lastrine irregolari di marmo bianco.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Misure
Lunghezza: > 5.30 m; Larghezza: > 1.20 m;
Caratteristiche della preparazione
Tipo di preparazione: "materiale di demolizione" (Brusin 1934)

BORDO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 0.7-1.0 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 3o – linea di crocette non contigue
DM 10g – denti di sega, dentati
DM 1t – linea tripla
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
DM 1i – linea doppia

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 0.7-1.0 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 195b – composizione ortogonale di meandri di svastiche contrapposte a doppie T e di quadrati, in prospettivalato del "pannetton": 0.40
non documentato – fiorone composito di 8 elementi contigui: 4 petali affusolati e 4 pelte (qui il centro è un quadrato a lati concavi)
Referenza fotografica: foto di T. Clementi.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: frammento – Conservato in: museo/antiquarium (Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, secondo quadriportico, a terra)

Restauri antichi: Il pavimento è stato restaurato in antico con lastrine irregolari di marmo bianco.
Restauri moderni: Il frammento maggiore del pavimento è stato strappato e montato su un supporto di cemento.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Bertacchi, L. 2003, in Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine, p. 50, tav. 18, n. 143.
Brusin, G. 1930, Relazione sull’attività svolta dall’Associazione nazionale per Aquileia durante il suo primo anno di vita, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, c. 57.
Brusin, G. 1931, Scavi dell’Associazione, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, cc. 73-74, figg. 9-10 (d).
Brusin, G. 1934, in Gli scavi di Aquileia. Un quadriennio di attività dell’Associazione Nazionale per Aquileia: 1929-1932, Udine, pp. 158-159, 163, fig. 30.
Donderer, M. 1986, in Die Chronologie der römischen Mosaiken in Venetien und Istrien bis zur Zeit der Antonine, Berlin, p. 44, fig. 4.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatiana, Domus Ritter, vano 8, pp.cc. 424 – 425, tess. con meandro , in TESS – scheda 4228 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4228), 2007
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=4228

DATA SCHEDA: 2007 | AUTORE: Clementi, Tatiana | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca